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  • Fiat Multipla: storia di un’icona controversa e il suo possibile ritorno

    Fiat Multipla: storia di un’icona controversa e il suo possibile ritorno

    La Fiat Multipla è stata una delle auto più discusse e innovative degli ultimi decenni. Nata nel 1998, ha ereditato il nome e lo spirito pratico dalla sua antenata, la Fiat 600 Multipla degli anni ’50, ma ne ha rivoluzionato il concetto, diventando un simbolo di creatività e funzionalità. Oggi, dopo anni di assenza, c’è la concreta possibilità di un suo ritorno, anche se non esattamente come molti si aspettavano.

    Le origini: la Fiat 600 Multipla (1956-1967)

    Prima di parlare della Multipla moderna, è doveroso ricordare la sua progenitrice, la Fiat 600 Multipla, presentata nel 1956. Basata sulla Fiat 600, questa versione “allungata” era una monovolume ante litteram, capace di trasportare sei persone in appena 3,53 metri di lunghezza grazie a una disposizione dei sedili innovativa: due posti anteriori, due centrali (con il passeggero accanto al guidatore rivolto all’indietro) e due posteriori.

    Era un’auto rivoluzionaria per l’epoca: economica, compatta e versatile, utilizzata come taxi, veicolo familiare e persino come ambulanza. Il motore posteriore da 633 cc garantiva consumi ridotti, mentre l’abitacolo, seppur spartano, era incredibilmente spazioso. Un vero precursore delle moderne monovolume.

    La Multipla del 1998: un’auto fuori dagli schemi

    Dopo decenni di assenza, il nome Multipla tornò nel 1998 con un’auto che, ancora una volta, sfidava le convenzioni. La nuova Fiat Multipla (1998-2003) era un concentrato di innovazione: con una lunghezza di appena 3,99 metri , solo qualche centimetro più lunga di una coeva Fiat Punto, riusciva a ospitare sei persone su due file di sedili individuali, offrendo un’abitabilità eccezionale e un bagagliaio da 430 litri, espandibile fino a 1.300 litri.

    Un design che ha fatto la storia (e discutere)

    La linea della Multipla, firmata da Roberto Giolito, era volutamente provocatoria: il frontale con il caratteristico “scalino” tra cofano e parabrezza, i fari asimmetrici e la carrozzeria bombata la resero un caso mediatico.

    • Il Museum of Modern Art (MoMA) di New York la inserì nella mostra “Different Roads” come esempio di design innovativo.
    • La rivista TIME, invece, la classificò tra le “50 peggiori auto di tutti i tempi”, dimostrando quanto fosse polarizzante.

    Tecnologia e versatilità senza compromessi

    Oltre al design, la Multipla era un’auto tecnologicamente avanzata:

    • Pavimento piatto per massimizzare lo spazio interno.
    • Sospensioni posteriori indipendenti (derivate dalla Fiat Tipo) per un comfort di guida superiore.
    • Alimentazioni alternative: tra le prime monovolume a offrire versioni a metano (BiPower e BluPower) e GPL (GPower).

    Il restyling del 2004: più convenzionale ma sempre unica

    Nel 2004 arrivò la seconda generazione, con un restyling che ammorbidì il design, eliminando lo “scalino” frontale per uniformarsi al nuovo stile Fiat. Mossa pensata per cercare di ravvivare le vendute per una vettura che non ottenne il successo sperato dalla casa torinese che pensò di renderla con l’aggiornamento di metà carriera una vettura meno fuori dagli schemi. Nonostante le critiche degli appassionati del modello originale, la Multipla restò un’auto pratica e versatile, mantenendo la stessa filosofia progettuale.

    La Multipla è sempre stata una vettura divisiva: o la si amava o la si odiava, tanto che nonostante i numeri di vendita non furono mai entusiasmanti, mantenne quotazioni alte sul mercato dell’usato in quanto non esistevano alternative, a parte la Honda Fr-V , che permettessero di trasportare 6 persone in poco spazio, e chi la aveva difficilmente se ne sbarazzava se non a caro prezzo.

    L’avventura cinese: la Zotye M300

    Dopo la fine della produzione in Italia nel 2010, la Multipla ha avuto una seconda vita in Cina grazie alla casa automobilistica Zotye:

    1. 2008-2010: Zotye assemblò la Multipla II con kit di produzione italiani, ribattezzandola “Multiplan”
    2. Dal 2010: Produzione completamente localizzata con il nome “Langyue”
    3. 2012: Presentazione della Zotye M300 EV, versione elettrica di cui furono prodotti 220 esemplari

    Purtroppo, nonostante l’interessante conversione elettrica, il progetto non ebbe il successo sperato e la produzione terminò definitivamente nel 2013.

    La Multipla tornerà? Sì, ma solo se sarà all’altezza

    Negli ultimi mesi, Olivier François, CEO di Fiat, ha lasciato intendere che il nome Multipla potrebbe tornare, ma solo se legato a un’auto che ne rispetti lo spirito originale.

    No alla Multipla SUV, sì a una vera monovolume

    Inizialmente si era parlato di un possibile crossover di segmento C ispirato alla Multipla, ma ora sembra che questo progetto (provvisoriamente chiamato Pandissima) avrà un altro nome. La nuova Multipla, invece, potrebbe essere una monovolume a sei posti, basata sulla piattaforma Smart Car di Stellantis, come la nuova Grande Panda.

    Quando la vedremo?

    Secondo le indiscrezioni, il debutto potrebbe avvenire tra il 2028 e il 2029, sempre che Fiat decida di procedere con un progetto all’altezza dell’originale. L’obiettivo sarebbe quello di creare un’auto che, come la Multipla degli anni 2000, “ospiti più persone in modi sorprendenti”, mantenendo un rapporto qualità-prezzo competitivo.

    Un’eredità che merita di continuare

    La Fiat Multipla è stata un’auto anticipatrice dei tempi: spaziosa, versatile e con un design che ancora oggi divide. Se il suo ritorno avverrà rispettandone l’essenza, potrebbe essere una gradita sorpresa per chi cerca un’auto pratica, innovativa e con un tocco di personalità.

    E voi? Cosa ne pensate? Vorreste una nuova Multipla? 

  • Omoda 5: il SUV che segna l’ingresso di Chery in Italia con stile e tecnologia

    Omoda 5: il SUV che segna l’ingresso di Chery in Italia con stile e tecnologia

    Il Gruppo Chery, uno dei principali costruttori automobilistici cinesi fondato nel 1997, ha deciso di fare il suo ingresso ufficiale in Europa con un’offerta ambiziosa: il marchio Omoda, affiancato dal più premium Jaecoo. Il primo modello a debuttare in Italia è l’Omoda 5, un SUV compatto che si propone di competere con modelli affermati come Kia SportageNissan Qashqai e Volkswagen Tiguan. Con un design accattivante, una tecnologia avanzata e un prezzo competitivo, l’Omoda 5 punta a conquistare il mercato italiano, supportato da una rete di vendita e assistenza in rapida espansione.

    Un po’ di storia: Chery e la sua ascesa globale

    Chery è un nome che in Italia potrebbe non suonare familiare a tutti, ma a livello globale è un gigante dell’automotive. Fondata nel 1997 in Cina, Chery ha rapidamente scalato le classifiche dei produttori automobilistici, raggiungendo quasi 1,9 milioni di veicoli venduti nel 2023. Sebbene sia ancora lontana dai numeri di colossi come Toyota o Volkswagen, Chery ha dimostrato di saper innovare e crescere, puntando su tecnologie avanzate e design moderno.

    In Italia, Chery è già presente indirettamente attraverso il marchio DR, che commercializza modelli basati su piattaforme del gruppo cinese. Con Omoda e Jaecoo, però, il costruttore ha deciso di entrare direttamente nel mercato europeo, puntando su una gamma di SUV e crossover che uniscano qualità, tecnologia e prezzi accessibili.

    Design: moderno e originale

    L’Omoda 5 si distingue per un design audace e contemporaneo, che cattura l’attenzione fin dal primo sguardo. Il frontale è dominato da una griglia a nido d’ape che occupa gran parte della calandra, affiancata da luci diurne a LED sottili e affusolate. I fari principali, posizionati più in basso, completano un look aggressivo ma elegante.

    Le fiancate presentano linee dinamiche, con una nervatura marcata che attraversa i fanali posteriori, mentre il tetto discendente e il lunotto molto inclinato conferiscono alla vettura un aspetto sportivo. I dettagli cromati e le ruote in lega da 18 pollici aggiungono un tocco di raffinatezza, rendendo l’Omoda 5 un’auto che non passa inosservata.

    Interni: tecnologia e comfort

    Gli interni dell’Omoda 5 colpiscono per l’attenzione ai dettagli e l’abbondanza di tecnologia. La plancia è dominata da due schermi da 12,3 pollici integrati in un unico pannello, che ospitano la strumentazione digitale e il sistema infotainment con Apple CarPlay e Android Auto wireless. I materiali, pur non essendo di fascia premium, sono ben assemblati e offrono un’impressione di solidità.

    Il comfort è garantito dai sedili riscaldabili (e ventilati nella versione Premium), dal volante riscaldabile e dal climatizzatore automatico bizona. L’illuminazione ambientale, con 64 colori personalizzabili, aggiunge un tocco di modernità, mentre il sistema di purificazione dell’aria contribuisce a creare un ambiente piacevole.

    Lo spazio a bordo è adeguato per cinque persone, anche se il bagagliaio da 292 litri (espandibili a 360) potrebbe risultare un po’ stretto per chi ha esigenze di carico più elevate.

    Motorizzazioni e prestazioni

    L’Omoda 5 debutta in Italia con un motore 1.6 turbo benzina da 197 CV, abbinato a un cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti. La trazione è anteriore, ma la versione 4×4 è già in programma per chi cerca maggiore versatilità. Le prestazioni sono più che sufficienti per un uso quotidiano, con uno 0-100 km/h coperto in 7 secondi e una velocità massima di 191 km/h.

    Disponibile anche la versione elettrica, con batteria da  61,1 kWh che promette un’autonomia compresa tra i 400 e i 430 km.

    Sicurezza e dotazioni

    L’Omoda 5 non delude neanche sul fronte della sicurezza, avendo ottenuto 5 stelle Euro NCAP. Di serie sono presenti il cruise control adattivo, il monitoraggio dell’angolo cieco, la frenata automatica d’emergenza e il mantenimento della corsia. La telecamera a 360 gradi e i sensori di parcheggio completano un pacchetto di assistenza alla guida molto completo.

    Prezzi e rete di vendita

    Il listino dell’Omoda 5 parte da 27.900 euro per la versione Comfort, mentre la Premium è disponibile a 29.900 euro. Un prezzo competitivo, soprattutto considerando le dotazioni di serie e la tecnologia offerta.

    Chery sta lavorando per espandere la sua rete di vendita e assistenza in Italia, con l’obiettivo di aprire 80 concessionarie entro breve. Una mossa necessaria per garantire supporto ai clienti e consolidare la presenza del marchio nel mercato europeo.

    Conclusioni

    L’Omoda 5 rappresenta un’ottima opportunità per chi cerca un SUV compatto con un buon rapporto qualità-prezzo. Con un design accattivante, interni tecnologici e prestazioni solide, questo modello ha tutte le carte in regola per competere con i rivali europei.

    Per Chery, l’Omoda 5 è solo l’inizio di un’avventura che punta a conquistare il mercato italiano e non solo. Con una gamma in espansione e una rete di vendita in crescita, il gruppo cinese dimostra di voler giocare un ruolo da protagonista nel panorama automobilistico globale.