Tag: diesel

  • Nuova Renault Clio 2026: Non è più una utilitaria, è un crossover cittadino

    Nuova Renault Clio 2026: Non è più una utilitaria, è un crossover cittadino

    La regina delle compatte europee si trasforma. Con la sesta generazione, la Renault Clio compie un balzo evolutivo che va ben oltre un semplice restyling. Abbandona i panni della classica utilitaria per indossare quelli di un crossover urbano moderno, tecnologico e spazioso, pronto a competere in un mercato sempre più affollato di SUV compatti.

    Presentata in anteprima al Salone di Monaco, la nuova Clio 2026 non cambia la sua anima (la piattaforma CMF-B è confermata), ma rinnova radicalmente il suo corpo e il suo carattere, puntando su dimensioni aumentate, design muscoloso e un’offerta di motorizzazioni 100% green, senza più diesel.

    Il Design: Più Grintosa e Imponente

    La prima cosa che salta all’occhio sono le nuove proporzioni. La Clio cresce in ogni dimensione:

    • Lunghezza: +7 cm (ora 4,12 m)
    • Larghezza: +4 cm
    • Altezza: +1 cm

    Questo growth spurt le conferisce una presenza stradale completamente nuova, più simile a quella di un piccolo SUV che a una hatchback. Il design si ispira al concept Emblème e mostra linee più spigolose e dinamiche. Il frontale è dominato da una mascherina esagonale con griglia a losanga, fari Full LED sottili e inserti in nero lucido che enfatizzano l’atteggiamento “ruote alte”.

    La vista laterale mantiene le maniglie posteriori nascoste, mentre la coda è la parte più rivoluzionaria, con un lunetto molto inclinato (una scelta stilistica audace che riduce leggermente la visibilità posteriore) e fanali collegati da una light bar.

    L’Interno: Salto di Qualità e Tecnologia

    Entrando in abitacolo, il passo in avanti è netto. Il cruscotto è un chiaro erede di quello della Renault 5 elettrica, con un design pulito e minimalista.

    • Doppio display da 10 pollici: Il sistema è basato su Android Automotive, con Google integrato (Maps, Assistant, Play Store) e compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto.
    • Materiali: Mix di tessuti (anche sulla plancia) e plastiche. La qualità percepita è alta, anche se alcuni materiali duri rimangono.
    • Spazio: L’aumento del passo (+1 cm) migliora lo spazio per le gambe posteriori. Il bagagliaio offre 390 litri di capacità, pratico e profondo, anche se con un alto scalino di carico.

    La Gamma Motori: Ibrida, Benzina e GPL (ma zero Diesel)

    Renault fa una scelta coraggiosa e moderna, eliminando i diesel e puntando su tre opzioni:

    1. E-Tech Full Hybrid 160 CV: La top di gamma. Monta un nuovo 1.8 aspirato (sostituisce il 1.6) abbinato a due motori elettrici. Promette di viaggiare in elettrico fino all’80% del tempo in città, consumi dichiarati di 25,6 km/l (3,9 l/100km) e uno scatto 0-100 in 8,3 secondi.
    2. TCe 115 CV: Il classico 3 cilindri turbo benzina, disponibile con cambio manuale o automatico EDC a doppia frizione. La scelta per chi preferisce la tradizione.
    3. Eco-G 120 CV GPL: La regina dell’autonomia. In arrivo nell’estate 2026, abbinata al cambio EDC, promette un’autonomia mostruosa grazie a una bombola da 50 litrifino a 1.450 km con un pieno completo (benzina + GPL).

    Gli Allestimenti: Ricchissimi di Serie

    La gamma è semplice ma ben definita, e tutti gli allestimenti sono già molto dotati:

    • Evolution (Base): Include già cruise control adattivo, frenata automatica d’emergenza, display 10″, sensori posteriori e climatizzatore.
    • Techno: Aggiunge il sistema OpenR Link con Google, cerchi in lega da 16″, camera posteriore, keyless entry e illuminazione ambientale.
    • Esprit Alpine (Top): Firmata dal reparto sportivo, con cerchi da 18″, interni in Alcantara, pedaliera in alluminio, ADAS avanzati e ricarica wireless.

    Prezzo e Arrivo

    Gli ordini si apriranno a ottobre 2025, con le prime consegne previste per dicembre. Il prezzo di partenza dovrebbe aggirarsi attorno ai 20.000 euro, posizionandola in una fascia competitiva nonostante il netto upgrade in termini di contenuti.

    In conclusione, la nuova Clio non è più la semplice e pratica city car di una volta. È un’auto più ambiziosa, che punta a sedurre chi cerca la praticità di un crossover, la tecnologia di un’auto di segmento superiore e l’efficienza delle motorizzazioni ibride, il tutto senza tradire lo spirito pratico che l’ha resa un’icona.

  • Addio al Diesel: Stellantis Cede VM Motori, Storico Fiore All’Occhiello dei Propulsori

    Addio al Diesel: Stellantis Cede VM Motori, Storico Fiore All’Occhiello dei Propulsori

    Un pezzo di storia dell’automotive italiano cambia proprietario. Stellantis ha ufficializzato la vendita di VM Motori, lo storico stabilimento di Cento (Ferrara) specializzato per decenni nella produzione di motori diesel di altissima ingegneria. L’acquirente è Gamma Holding, la società degli investitori che controllano Marval, azienda torinese specializzata in componenti per veicoli industriali e pesanti.

    Questa operazione segna un altro, significativo passo nella trasformazione epocale del gruppo automobilistico italo-francese, che sta progressivamente abbandonando le attività legate ai motori a combustione interna per concentrare risorse e investimenti sull’elettrificazione.

    Da Fiat a Stellantis: La Storia di un’Eccellenza

    Fondata nel 1947, VM Motori ha costruito la sua reputazione su propulsori diesel all’avanguardia, diventando un fornitore cruciale per molti costruttori, inclusi i brand del gruppo FCA prima e Stellantis poi. Il colosso di Detroit-Torino-Parigi ne acquisì il controllo totale nel 2013.

    Lo stabilimento emiliano, che conta oltre 350 dipendenti, è stato a lungo un centro di eccellenza. Nei suoi capannoni hanno preso vita alcuni dei motori diesel più apprezzati, come il famoso V6 3.0L che ha equipaggiato iconiche Jeep e Maserati, diventando un punto di riferimento per potenza, coppia e raffinatezza.

    La Transizione: dai Motori per Auto a quelli Industriali

    Il declino del diesel nel settore auto, accelerato dallo scandalo Dieselgate e dalle politiche anti-inquinamento, ha inevitabilmente ridotto l’importanza strategica di VM Motori per Stellantis. Dal 2022, lo stabilimento ha cessato di produrre motori per autovetture, riconvertendo la sua attività verso la produzione di propulsori industriali e marini.

    Questa riconversione ha reso l’impianto un asset più compatibile con il core business di Marval, che fornisce componenti a big dell’industria pesante come John Deere, Daimler Truck, Iveco e Scania.

    Cosa Succede Ora? Tutti i Lavoratori Sono Confermati

    In operazioni di questo tipo, la preoccupazione maggiore ricade sempre sui dipendenti. In questo caso, però, le notizie sono rassicuranti. Il CEO di Marval, Vincenzo Nunziata, ha assicurato pubblicamente che l’impianto “manterrà la produzione attuale e tutti i posti di lavoro verranno confermati”.

    La vendita, i cui dettagli economici non sono stati resi noti, dovrebbe essere finalizzata entro la fine del 2025.

    Il Piano Stellantis: Meno Motori Termici, Più Elettrico

    La cessione di VM Motori non è un evento isolato, ma rientra in un preciso piano di riorganizzazione globale. Stellantis sta progressivamente snellendo la sua impronta legata alla propulsione termica per liberare risorse da investire nel futuro elettrico.

    Con la chiusura di questa operazione, gli impianti di produzione motori di Stellantis in Italia si riducono a due:

    1. Termoli: In piena trasformazione per diventare una “Gigafactory” e produrre, a partire dal 2026, i cambi elettrificati eDCT e assemblare i motori termici FireFly.
    2. Pratola Serra: Attualmente dedicato alla produzione di motori diesel per i veicoli commerciali del gruppo (Fiat Professional, ecc.).

    La vendita di VM Motori è quindi un simbolo potente di un’era che volge al termine. È la fine del capitolo diesel per Stellantis, ma anche l’inizio di una nuova vita per uno stabilimento storico, che sotto una guida più focalizzata sul suo nuovo settore, potrà continuare a essere un’eccellenza della motoristica made in Italy, seppur in una vesta completamente nuova.

  • AdBlue: Cos’è, a Cosa Serve e Come Usarlo Correttamente

    AdBlue: Cos’è, a Cosa Serve e Come Usarlo Correttamente

    L’AdBlue è un additivo essenziale per i motori diesel moderni, progettato per ridurre le emissioni inquinanti e rispettare gli standard Euro 6. Se possiedi un’auto diesel di recente produzione, è importante conoscerne il funzionamento, i consumi e le modalità di rifornimento per evitare problemi.

    Cos’è l’AdBlue?

    L’AdBlue è una soluzione a base di urea (32,5%) e acqua demineralizzata (67,5%), utilizzata nei sistemi SCR (Selective Catalytic Reduction) dei veicoli diesel. Quando viene iniettato nei gas di scarico, si trasforma in ammoniaca, che neutralizza gli ossidi di azoto (NOx), convertendoli in azoto e vapore acqueo.

    • Riduce le emissioni di NOx fino al 90%
    • Incolore, inodore e non tossico
    • Obbligatorio per i diesel Euro 6 dal 2016

    A Cosa Serve e Come Funziona?

    Senza AdBlue, le auto diesel moderne non possono rispettare i limiti anti-inquinamento e potrebbero bloccarsi. Il sistema:

    1. Inietta AdBlue nello scarico.
    2. Genera una reazione chimica che trasforma i NOx in sostanze innocue.
    3. Mantiene le emissioni entro i limiti di legge.

    Se il serbatoio si esaurisce, la vettura riduce le prestazioni e, in alcuni casi, si spegne, costringendo a un intervento meccanico.


    Quanto Consuma un’Auto?

    Il consumo dipende dallo stile di guida e dal veicolo, ma in media:

    • 1,5-2,5 litri ogni 1.000 km
    • Serbatoio da 15-20 litri = autonomia di 7.500-10.000 km

    La spia si accende con circa 2.000 km di autonomia residua, segnalando che è ora di fare rifornimento.


    Dove Si Compra e Quanto Costa?

    L’AdBlue è disponibile in:

    • Stazioni di servizio (prezzo medio: 0,70 €/litro)
    • Supermercati e negozi di ricambi auto (taniche da 10 litri a 10-30 €)
    • Online (Amazon, eBay, siti specializzati)

    ⚠️ Attenzione alla qualità: deve essere certificato ISO 22241 per evitare danni al motore.


    Consigli per l’Utilizzo

    1. Rifornire prima che si esaurisca (evitare il blocco motore).
    2. Conservare in un luogo fresco (tra 0°C e 30°C), lontano da luce diretta.
    3. Usare prodotti di marca (evitare AdBlue a basso costo).
    4. Pulire eventuali fuoriuscite (può corrodere metalli).

    Come Rabboccare l’AdBlue

    1. Trova il tappo (vicino al bocchettone del diesel o nel vano ruota di scorta).
    2. Usa una tanica con beccuccio per evitare sprechi.
    3. Non travasare oltre il livello massimo (potrebbe causare errori al sistema).

    Se la spia non si spegne dopo il rabbocco, prova a:

    • Resettare il sistema (accendi il quadro senza avviare il motore per 30-40 secondi).
    • Portare l’auto in officina (potrebbe esserci un guasto al sensore o alla pompa).

    Problemi Frequenti con l’AdBlue

    • Spia accesa nonostante il pieno → Sensore difettoso o problema software.
    • Blocco motore per AdBlue esaurito → Necessario intervento meccanico.
    • Guasti alla pompa o al catalizzatore → Riparazioni costose (fino a 1.000 €).

    Alcuni marchi (come Peugeot, Citroën, Audi, BMW) hanno avuto problemi ricorrenti, ma la manutenzione regolare riduce i rischi.


    Conclusioni

    L’AdBlue è fondamentale per i diesel moderni, ma richiede attenzione:
    ✅ Monitora i livelli
    ✅ Scegli prodotti certificati
    ✅ Rifornisci prima che si esaurisca

    Se trascurato, può causare malfunzionamenti costosi. Segui questi consigli per viaggiare in modo sicuro ed ecologico!

    🚗 Hai avuto esperienze con l’AdBlue? 

  • Stop ai diesel Euro 5 nel Nord e nel centro Italia: nuove restrizioni dal 2025

    Stop ai diesel Euro 5 nel Nord e nel centro Italia: nuove restrizioni dal 2025

    A partire dal 1° ottobre 2025, scatteranno nuovi divieti di circolazione per le auto diesel Euro 5 in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La misura, che riguarderà i comuni sopra i 30.000 abitanti, sarà attiva dal lunedì al venerdì (8:30-18:30) e resterà in vigore fino al 15 aprile 2026, per poi ripetersi ogni anno a partire da settembre.

    Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle nuove limitazioni, le sanzioni previste e le alternative per i proprietari di veicoli diesel.


    Dove e quando scattano i divieti?

    Zone interessate:

    • Bacino Padano: Comuni >30.000 abitanti in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna.
    • Roma: Dal 1° novembre 2025, stop nella ZTL Fascia Verde (salvo proroghe).
    • Firenze: Divieto nel centro storico (P.zza Beccaria – P.zza Libertà) lun-ven (8:30-18:30).

    Periodo di attivazione:

    • Dal 1° ottobre 2025 al 15 aprile 2026 (poi rinnovo annuale da settembre).

    Quante auto saranno coinvolte?

    Solo in Piemonte, lo stop riguarderà 250.000 veicoli (l’8% del parco circolante). A livello nazionale, si stima che oltre 2 milioni di auto Euro 5 dovranno adeguarsi.

    Perché proprio i diesel Euro 5?

    • Inquinano più dei modelli Euro 6 (limiti NOx e PM più permissivi).
    • Responsabili del 20% delle emissioni inquinanti nelle città.

    Sanzioni ed eccezioni

    Multe per chi trasgredisce:

    • €168 per la prima infrazione.
    • Sospensione patente (15-30 giorni) in caso di recidiva.

    Possibili deroghe:

    ✅ Sistema Move-In: Scatola nera che conta i km percorsi (massimo 9.000 km/anno nelle zone a traffico limitato).
    ✅ Auto sostitutive: Incentivi per rottamazione e acquisto di elettriche/ibride.


    Cosa possono fare i proprietari di diesel Euro 5?

    1. Valutare la rottamazione (alcune regioni offrono bonus per auto meno inquinanti).
    2. Installare Move-In (se disponibile).
    3. Usare mezzi alternativi (mezzi pubblici, car sharing, bici).
    4. Verificare le esenzioni (es. veicoli commerciali, residenti con particolari deroghe).

    Critiche e proteste

    Mentre le istituzioni giustificano il provvedimento con l’emergenza smog, molti cittadini protestano:

    • «Mancano alternative valide»: Trasporto pubblico spesso insufficiente.
    • «Troppo poco tempo per adeguarsi»: Il passaggio a Euro 6/elettrico ha costi elevati.
    • «Servono più incentivi»: Le agevolazioni attuali non bastano.