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  • Xiaomi YU7: l’SUV elettrico che sfida Tesla con prestazioni da record

    Xiaomi YU7: l’SUV elettrico che sfida Tesla con prestazioni da record

    Dopo il successo della berlina SU7, Xiaomi lancia sul mercato il suo secondo veicolo elettrico: lo YU7, un SUV di lusso che punta a rivoluzionare il segmento con autonomia record, tecnologia avanzata e prestazioni da hypercar.

    Da smartphone a SUV: la rivoluzione di Xiaomi nel mondo automotive

    Xiaomi, nota per i suoi smartphone e dispositivi smart, ha deciso di sfidare i colossi dell’auto con un SUV elettrico che non ha nulla da invidiare a Tesla, BMW e Mercedes.

    • Lunghezza 4,99 metri, passo di 3 metri – dimensioni da full-size SUV.
    • Design futuristico con linee aerodinamiche e fari a LED orizzontali.
    • Nome “YU7” ispirato al cinese “御风而行” (cavalcare il vento).

    Perché un SUV?

    Lei Jun, CEO di Xiaomi, ha puntato su questo segmento perché:
    ✅ I SUV vendono il doppio delle berline (in Cina, Europa e USA).
    ✅ Le famiglie cercano spazio, sicurezza e versatilità.
    ✅ La SU7 ha già dimostrato che Xiaomi sa fare auto performanti.


    Prestazioni da supercar in un SUV familiare

    Xiaomi ha equipaggiato lo YU7 con un motore elettrico iper-tecnologico:

    Versione “Max” (top di gamma)

    • 0-100 km/h in 3,23 secondi (più veloce di una Lamborghini Urus).
    • 690 CV (508 kW) di potenza combinata.
    • Motore posteriore da 22.000 giri/min (come un’auto di Formula 1).

    Autonomia e ricarica

    • Batteria LFP (litio-ferro-fosfato) – 835 km WLTP (versione Standard).
    • Architettura 800V10-80% in 12 minuti (ricarica ultra-rapida).
    • Tecnologia V2L: alimenta dispositivi esterni fino a 3,3 kW.

    Interni: un salotto high-tech

    L’abitacolo è un concentrato di innovazione:

    • HyperVision Panoramic Display: schermo curvo da 1,1 metri con 3 pannelli Mini LED.
    • Snapdragon 8 Gen 3 (lo stesso degli smartphone top di gamma).
    • Sedili “zero gravity” con massaggio a 10 punti.
    • Abitacolo certificato OEKO-TEX (sicuro anche per neonati).
    • Bagagliaio da 678 litri (fino a 1.758 litri con sedili abbattuti).

    Sicurezza: acciaio ultra-resistente e IA

    Xiaomi ha sviluppato soluzioni mai viste prima su un’auto di serie:

    • Acciaio da 2.200 MPa (il 40% più resistente della concorrenza).
    • 6 tubi di espansione termoformati nei montanti A/B per protezione in caso d’incidente.
    • Sensori avanzati:
      • LiDAR (portata 200 metri).
      • Radar 4D mmWave (rileva ostacoli in 3D).
      • 11 telecamere HD e 12 sensori ultrasonici.
    • Piattaforma NVIDIA DRIVE AGX Thor (elaborazione IA in tempo reale).

    Prezzi e concorrenza: può battere Tesla?

    Confronto con i rivali

    ModelloAutonomia (WLTP)0-100 km/hPrezzo (stimato)
    Xiaomi YU7 Max835 km3,23 s~70.000 €
    Tesla Model Y LR719 km5,0 s~55.000 €
    BMW iX630 km4,6 s~85.000 €

    Punti di forza YU7

    ✅ Autonomia superiore.
    ✅ Ricarica più veloce.
    ✅ Integrazione con ecosistema Xiaomi (smartphone, smart home).

  • Geely Galaxy M9: il SUV cinese con cuore italiano

    Geely Galaxy M9: il SUV cinese con cuore italiano

    Il Gruppo Geely – che controlla marchi come Volvo e Lotus – lancia un nuovo SUV di lusso: la Galaxy M9, un modello lungo oltre 5 metri pensato per il mercato cinese, ma con un design firmato in Italia.

    Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo mastodontico SUV plug-in hybrid, tra tecnologia, spazio e prestazioni.


    Design: Milano incontra Shanghai

    La Galaxy M9 è il frutto di una collaborazione internazionale:

    • Linee disegnate a Milano (presso il centro stile Geely).
    • Sviluppo tecnico in Cina.

    Estetica: lusso minimalista con tocchi high-tech

    • Linee pulite ed eleganti, senza eccessi stilistici.
    • Fascia LED anteriore con 816 micro-LED per un effetto scenografico.
    • Proporzioni imponenti (5+ metri di lunghezza) ma forme morbide.

    Interni: sei posti da prima classe

    L’abitacolo è pensato per famiglie cinesi allargate (genitori, figli e nonni), con:
    ✅ 6 sedili indipendenti (disposti su 3 file).
    ✅ Poltrone di lusso: massaggio, riscaldamento, ventilazione e reclinabili.
    ✅ Maxi-schermo da 30 pollici al centro plancia.
    ✅ Schermo sul tetto per i passeggeri posteriori.
    ✅ Tecnologia AI per infotainment e guida assistita (con telecamere e lidar).

    “In Cina l’auto è una seconda casa” – spiega Geely – e la M9 lo dimostra con materiali premium e un’attenzione maniacale al comfort.


    Tecnologia e prestazioni: ibrido plug-in e telaio Lotus

    Powertrain:

    • Ibrido plug-in (dettagli tecnici non ancora ufficiali).
    • Autonomia combinata1.500 km (serbatoio + batteria).
    • 0-100 km/h in 4,5 secondi (prestazioni da SUV sportivo).

    Telaio:

    • Sviluppato dai tecnici Lotus (garantendo agilità nonostante le dimensioni).
    • Sospensioni adattive per comfort e stabilità.

    Arriverà in Europa?

    Al momento, la Galaxy M9 è dedicata al mercato cinese, ma:

    • Geely valuterà l’export se ci sarà richiesta.
    • L’Europa potrebbe essere una prossima tappa, considerando il successo di modelli come Lynk & Co (sempre del gruppo).
  • Omoda 9: la SUV ibrida cinese che sorprende (ma non convince del tutto)

    Omoda 9: la SUV ibrida cinese che sorprende (ma non convince del tutto)

    La Omoda 9 è l’ultima proposta del marchio cinese Chery, una SUV ibrida plug-in che punta a competere con i modelli europei e giapponesi grazie a un mix di prestazioni, spazio e tecnologia. Con un prezzo di 51.900 €, offre un’ottima dotazione e un’autonomia elettrica generosa, ma come si comporta su strada? Scopriamolo in questa analisi.


    Design: elegante e sportiva, con qualche compromesso

    La Omoda 9 si presenta con un design moderno e filante:

    • Frontale aggressivo con griglia a rombi e fari a matrice LED.
    • Linee aerodinamiche grazie al tetto spiovente e alle maniglie a scomparsa.
    • Posteriore muscoloso con quattro terminali di scarico (puramente estetici).

    Nell’abitacolo, la qualità degli interni è alta:
    ✔ Materiali premium (pelle Nappa, tessuti morbidi).
    ✔ Sedili riscaldabili e ventilati (con massaggio per il guidatore).
    ✔ Doppio schermo da 12,3 pollici (cruscotto digitale e touchscreen centrale).

    Pecca? L’interfaccia multimediale è poco intuitiva, e gli schermi, pur essendo ben definiti, sembrano piccoli rispetto alla concorrenza.


    Spazio e comfort: tanti centimetri, ma il bagagliaio delude

    Con i suoi 4,78 metri di lunghezza, la Omoda 9 offre ampio spazio per passeggeri:
    ✅ Posti posteriori comodi (pavimento piatto, testa libera nonostante il tetto panoramico).
    ✅ Abitacolo silenzioso, grazie a pneumatici studiati per ridurre il rumore.

    Il bagagliaio, però, è un punto debole:
    ❌ 660 litri dichiarati (misurati in modo poco convenzionale).
    ❌ Poco alto a causa delle batterie, e privo di attacchi per il carico.


    Tecnologia e sicurezza: una dotazione da premium

    La Omoda 9 brilla per equipaggiamento completo:

    • 14 altoparlanti Sony (due integrati nei poggiatesta).
    • Cruise control adattivo con adattamento in curva.
    • Frenata automatica (anche in retromarcia) con rilevamento pedoni.
    • 8 airbag, incluso quello centrale anti-collisione tra passeggeri.

    Prestazioni: 537 CV e trazione integrale, ma la guida è rilassata

    La Omoda 9 monta un sistema ibrido plug-in da 537 CV totali:

    • 1.5 Turbo benzina (143 CV) + 3 motori elettrici (due anteriori, uno posteriore).
    • Batteria da 34,5 kWh → 145 km di autonomia elettrica (oltre 100 km reali).
    • 0-100 km/h in 4,9 secondi, ma non è un’auto sportiva.

    Come si guida?
    ✔ Prestazioni brillanti in modalità Sport, ma meglio non esagerare.
    ✔ Sterzo leggero e poco preciso, sospensioni rigide sulle buche.
    ✔ Freni potenti, ma il peso (2,3 tonnellate) si fa sentire in curva.


    Vantaggi e svantaggi

    ✅ PERCHÉ SÌ

    • Autonomia elettrica elevata (oltre 100 km reali).
    • Dotazione ricchissima (fari Matrix LED, sedili massaggianti, ADAS avanzati).
    • Finiture di alto livello (materiali premium, assemblaggio curato).

    ❌ PERCHÉ NO

    • Bagagliaio poco pratico (basso e poco attrezzato).
    • Comportamento dinamico migliorabile (sterzo impreciso, sospensioni rigide).
    • Sistema multimediale poco intuitivo.

  • Addio ai motori a benzina di Alfa Romeo Giulia e Stelvio: fine di un’era

    Addio ai motori a benzina di Alfa Romeo Giulia e Stelvio: fine di un’era

    Il 31 maggio 2025 segnerà una data storica, ma anche malinconica, per gli appassionati di Alfa Romeo. Da quel giorno, le versioni a benzina di Giulia e Stelvio non saranno più ordinabili, lasciando spazio solo al motore 2.2 turbodiesel. Una decisione dettata dalle normative sulle emissioni di CO2, che hanno costretto il marchio del Biscione a dire addio ai propulsori più sportivi e amati, come il 2.0 turbo benzina da 280 CV e il mitico 2.9 V6 da 520 CV della Quadrifoglio. Un colpo al cuore per chi ha sempre visto in Alfa Romeo un simbolo di passione, sportività e tradizione automobilistica.


    Il pianale Giorgio: un sogno incompiuto

    La Giulia e la Stelvio rappresentano qualcosa di più di due semplici modelli: sono il frutto del pianale Giorgio, una piattaforma progettata per riportare Alfa Romeo alle sue radici, con trazione posteriore e un’impostazione meccanica pensata per chi ama la guida sportiva. Presentato nel 2015, il pianale Giorgio è stato osannato dalla critica per le sue doti dinamiche, la leggerezza e l’equilibrio, caratteristiche che hanno fatto sognare gli appassionati. Purtroppo, però, non è riuscito a conquistare il mercato come avrebbe meritato.

    Nonostante la qualità tecnica e le prestazioni, le vendite di Giulia e Stelvio sono rimaste modeste, soprattutto se confrontate con quelle di modelli più pragmatici come la Alfa Romeo Tonale o la Junior, quest’ultima costruita in Polonia su piattaforma e motori di origine Peugeot. Un paradosso per un marchio che ha sempre fatto della sportività e dell’eleganza italiana il suo tratto distintivo.


    La fine delle Quadrifoglio: un addio anticipato

    Le prime a lasciare la scena saranno le versioni Quadrifoglio, le più potenti e iconiche della gamma col famoso V6 di origine Ferrari. La Giulia Quadrifoglio non sarà più ordinabile già dal 31 marzo 2025, seguita dalla Stelvio Quadrifoglio, disponibile fino al 30 aprile. Poi, per tutto maggio, sarà ancora possibile ordinare le versioni a benzina della Giulia e della Stelvio con il 2.0 turbo da 280 CV, negli allestimenti SprintVeloce e Intensa. Dal 1° giugno, però, rimarrà solo il 2.2 turbodiesel, con emissioni di CO2 più contenute (130-144 g/km) rispetto ai propulsori a benzina (175-228 g/km).


    Verso un futuro elettrico: sportività a rischio?

    La decisione di eliminare i motori a benzina è solo l’inizio di un cambiamento più radicale. Giulia e Stelvio si avviano infatti verso la fine del loro ciclo di vita, con nuove generazioni già in programma. La nuova Stelvio verrà svelata a fine anno, seguita dalla nuova Giulia nel 2026. Entrambe saranno basate sulla piattaforma STLA Large di Stellantis, progettata per accogliere motori elettrici e ibridi.

    Peccato, però, che queste nuove versioni saranno inevitabilmente più grandi e pesanti rispetto alle attuali, perdendo parte di quella leggerezza e agilità data dal pianale Giorgio, che hanno reso Giulia e Stelvio così speciali. La sportività, insomma, rischia di essere sacrificata sull’altare dell’elettrificazione e delle normative ambientali.


    Un tocco di malinconia: addio ai motori giusti

    C’è un velo di tristezza nel vedere scomparire i motori a benzina di Giulia e Stelvio, soprattutto perché rappresentano l’essenza di Alfa Romeo: passione, prestazioni e un’emozione unica al volante. I propulsori turbo benzina, con il loro sound avvolgente e la risposta immediata, sono stati un faro per chi cercava un’auto sportiva ma quotidiana. E mentre il mondo si prepara a un futuro elettrico, fatto di batterie pesanti e accelerazioni silenziose, è difficile non provare un po’ di nostalgia per un’era che sta per finire.


    Conclusioni: un capitolo che si chiude

    La scomparsa delle versioni a benzina di Giulia e Stelvio segna la fine di un capitolo importante per Alfa Romeo. Il pianale Giorgio, con la sua trazione posteriore e la sua anima sportiva, rimarrà un punto di riferimento per gli appassionati, anche se non è riuscito a conquistare il mercato come avrebbe meritato. Ora, il futuro del marchio è nelle mani dell’elettrificazione, con nuove sfide e opportunità.

    Ma per chi ha amato le Alfa Romeo “vere”, quelle con il motore a benzina e il cuore sportivo, il 31 maggio 2025 sarà una data da ricordare con un po’ di malinconia. Perché, come diceva un vecchio slogan, “Alfa Romeo, la meccanica delle emozioni”. E quelle emozioni, purtroppo, non torneranno più.