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  • Il Nürburgring: il tempio della velocità e del mito automobilistico

    Il Nürburgring: il tempio della velocità e del mito automobilistico

    Il Nürburgring, soprannominato “Green Hell” (Inferno Verde) dal leggendario pilota Jackie Stewart, è uno dei circuiti più iconici e temuti al mondo. Situato nelle foreste dell’Eifel, in Germania, questo tracciato è diventato un simbolo della passione per le corse, un banco di prova per costruttori automobilistici e un sogno per gli appassionati di guida. Con la sua storia ricca di sfide, record e leggende, il Nürburgring è molto più di un circuito: è un’esperienza unica nel mondo dei motori.

    La storia: dalle origini al mito

    Il Nürburgring fu inaugurato nel 1927, in un’epoca in cui le corse automobilistiche stavano diventando sempre più popolari in Europa. Il tracciato originale, noto come Nordschleife (Anello Nord), era lungo 22,8 km e comprendeva oltre 170 curve, con dislivelli e cambi di pendenza che lo rendevano estremamente impegnativo. Fu progettato per testare non solo la velocità delle auto, ma anche la resistenza e l’affidabilità, oltre alle capacità dei piloti.

    Negli anni ’30, il Nürburgring divenne il palcoscenico di grandi competizioni, tra cui il Gran Premio di Germania di Formula 1. Tuttavia, la pericolosità del tracciato, unita alla mancanza di adeguate misure di sicurezza, portò alla sua temporanea esclusione dal calendario della F1 negli anni ’70.

    Nel 1984, il circuito fu modernizzato con la costruzione del GP-Strecke, un tracciato più corto e sicuro dedicato alle corse moderne. Nonostante ciò, il Nordschleife rimase attivo come circuito indipendente, mantenendo intatto il suo fascino e la sua reputazione di “prova estrema” per auto e piloti.

    Il mito del Nordschleife

    Il Nordschleife è considerato uno dei circuiti più difficili al mondo. Con le sue curve cieche, i saliscendi e le condizioni meteorologiche spesso imprevedibili, rappresenta una sfida unica per chiunque si metta al volante. È qui che i costruttori automobilistici testano le loro auto più performanti, cercando di stabilire il tempo record sul giro, un’impresa che conferisce prestigio e credibilità al marchio.

    Alcuni dei record più celebri includono:

    • Porsche 919 Hybrid Evo: 5 minuti e 19,55 secondi (2018)
    • Lamborghini Aventador SVJ: 6 minuti e 44,97 secondi (2018)
    • Mercedes-AMG GT Black Series: 6 minuti e 43,62 secondi (2020)

    Questi record non sono solo un’esibizione di potenza, ma dimostrano l’equilibrio, l’aerodinamica e l’affidabilità delle auto in condizioni estreme.

    La sfida dei costruttori

    Per i costruttori automobilistici, il Nürburgring è un banco di prova irrinunciabile. Molti modelli di serie vengono sviluppati e testati qui, con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni e la sicurezza. Avere un buon tempo sul Nordschleife è un biglietto da visita che attira l’attenzione degli appassionati e dei media.

    Marchi come PorscheBMWMercedes-AMG e Audi hanno fatto del Nürburgring una parte integrante del loro processo di sviluppo. Anche i produttori di auto elettriche, come Tesla , XiaomiNIO, hanno iniziato a competere per i record, dimostrando che il futuro della mobilità può essere altrettanto emozionante.

    Correre al Nürburgring: un sogno accessibile

    Uno degli aspetti più affascinanti del Nürburgring è la sua accessibilità. A differenza di molti circuiti, il Nordschleife è aperto al pubblico in determinati giorni, durante i quali chiunque può pagare un biglietto e correre sul tracciato con la propria auto. Questi eventi, chiamati Touristenfahrten, trasformano il circuito in una sorta di “autostrada ad alta velocità”, dove appassionati e piloti amatoriali possono vivere l’emozione di guidare sullo stesso tracciato dei campioni.

    Tuttavia, il Nürburgring non perdona errori. Ogni anno, incidenti più o meno gravi ricordano che il circuito richiede rispetto e preparazione. Per questo, molti piloti amatoriali scelgono di partecipare a corsi di guida o di noleggiare auto appositamente preparate per il tracciato.

    Il Nürburgring oggi: tra tradizione e innovazione

    Oggi, il Nürburgring è molto più di un circuito. È un complesso che include il tracciato moderno (GP-Strecke), il leggendario Nordschleife, un museo, un parco divertimenti e strutture per eventi. Ogni anno, migliaia di visitatori si recano qui per assistere a competizioni, partecipare a eventi o semplicemente respirare l’atmosfera unica di questo luogo.

    Il Nürburgring è anche un simbolo di innovazione. Con l’avvento delle auto elettriche e delle tecnologie autonome, il circuito si è adattato alle nuove sfide, ospitando test e competizioni dedicate alla mobilità del futuro.

    Conclusioni: il tempio della velocità

    Il Nürburgring è un luogo dove passato, presente e futuro si incontrano. È un circuito che ha visto nascere leggende, sfidare limiti e ispirare generazioni di appassionati. Che si tratti di un costruttore automobilistico in cerca del record, di un pilota professionista in gara o di un appassionato che realizza il sogno di correre sul Nordschleife, il Nürburgring rimane un’esperienza indimenticabile.

    Per chi ama le auto e la velocità, il Nürburgring non è solo un circuito: è un mito, una sfida e un’emozione che continua a vivere, anno dopo anno, giro dopo giro.

  • Cesare Fiorio: il leggendario direttore sportivo che ha scritto la storia dei rally e della Formula 1

    Cesare Fiorio: il leggendario direttore sportivo che ha scritto la storia dei rally e della Formula 1

    Cesare Fiorio è una delle figure più iconiche e influenti del motorsport italiano. Nato a Torino il 26 maggio 1939, Fiorio ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo delle corse, guidando team di successo in rally e Formula 1. Con una carriera ricca di trionfi, innovazioni e passione, Fiorio è diventato un simbolo dell’eccellenza italiana nel motorsport.

    Gli inizi: dalla Lancia Appia ai rally

    La carriera di Cesare Fiorio nel mondo delle corse iniziò come pilota. Nel 1961, vinse il titolo italiano di velocità nella categoria GT (classe 1150 cc) alla guida di una Lancia Appia Zagato. Tuttavia, il suo vero talento emerse come organizzatore e stratega. Nel 1963, fondò l’HF (High Fidelity), il reparto corse della Lancia, che sotto la sua guida divenne una potenza dominante nei rally internazionali.

    Con Fiorio alla direzione sportiva, la Lancia conquistò 7 titoli mondiali rally costruttori (1972, 1974, 1975, 1976, 1983, 1987, 1988) e 5 titoli piloti, con campioni del calibro di Sandro MunariMarkku AlénWalter RöhrlJuha Kankkunen e Miki Biasion. Fiorio non solo portò la Lancia al successo, ma contribuì a trasformare i rally in una disciplina professionistica, introducendo innovazioni tecniche e strategiche che rivoluzionarono il mondo delle corse.

    L’era Fiat e i trionfi nel mondiale rally

    Dopo il successo con la Lancia, Fiorio estese la sua influenza al gruppo Fiat, diventando responsabile dell’attività sportiva di Fiat Auto. Sotto la sua guida, la Fiat vinse 3 titoli mondiali rally costruttori (1977, 1978, 1980) e altri titoli piloti, consolidando la sua reputazione come uno dei migliori direttori sportivi della storia.

    Fiorio non si limitò ai rally. Negli anni ’70 e ’80, guidò la Lancia anche nel mondiale endurance, conquistando 3 titoli marche (1979, 1981, 1982) con modelli leggendari come la Lancia Beta Montecarlo e la Lancia LC2.

    La sfida in Formula 1 con la Ferrari

    Nel 1989, Cesare Fiorio accettò una nuova sfida: diventare il direttore sportivo della Scuderia Ferrari in Formula 1. Questo ruolo lo portò a confrontarsi con un mondo completamente diverso dai rally, ma Fiorio dimostrò di saper eccellere anche in pista.

    Durante il suo mandato alla Ferrari (1989-1991), la scuderia ottenne 9 vittorie e 25 podi in 36 Gran Premi. Nel 1990, con Alain Prost al volante, la Ferrari sfiorò il titolo piloti, mancato solo per un soffio. Nonostante i successi, Fiorio lasciò la Ferrari all’inizio del 1991 a causa di divergenze interne, ma il suo contributo rimase fondamentale per la crescita della squadra.

    Gli anni successivi: Ligier, Forti e Minardi

    Dopo l’esperienza Ferrari, Fiorio continuò a lavorare in Formula 1 con altre squadre. Nel 1994, si unì alla Ligier, ottenendo un doppio podio al Gran Premio di Germania con Olivier Panis ed Éric Bernard. Successivamente, passò alla Forti, rimanendovi fino al 1996, quando il team si ritirò dalle competizioni.

    Nel 1996, Fiorio tornò alla Ligier, che nel 1997 divenne il team Prost. Infine, dal 1998 al 2000, lavorò alla Minardi, contribuendo a lanciare la carriera di un giovane Fernando Alonso, futuro campione del mondo.

    La passione per la motonautica e i record

    Oltre alle quattro ruote, Fiorio si distinse anche nel mondo della motonautica. Diventò due volte campione del mondo e sei volte campione europeo, vincendo 31 Gran Premi. Nel 1992, stabilì un record storico: a bordo del motoscafo Destriero, attraversò l’Oceano Atlantico in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, impresa entrata nel Guinness dei primati.

    La vita dopo le corse

    Dopo il ritiro dalle competizioni, Cesare Fiorio ha continuato a contribuire al mondo del motorsport come opinionista per la Rai e TELE+, condividendo la sua esperienza e passione con il pubblico. Oggi, si dedica alla gestione di una masseria a Ceglie Messapica e all’organizzazione del Trofeo Fiorio Cup, un evento che celebra la sua eredità nel mondo delle corse.

    Fiorio è anche un padre orgoglioso: suo figlio Alex ha seguito le sue orme come pilota e dirigente sportivo, mentre Giorgia si è affermata come fotografa e Cristiano è diventato un manager di successo nel settore automotive.

    Conclusioni: un’eredità senza tempo

    Cesare Fiorio è molto più di un dirigente sportivo: è un pioniere, un innovatore e un simbolo della passione italiana per le corse. Con i suoi successi nei rally, in Formula 1 e nella motonautica, ha scritto pagine indimenticabili della storia del motorsport.

    La sua capacità di unire visione strategica, leadership e amore per le sfide lo rende un’icona del mondo delle corse, un uomo che ha trasformato i suoi sogni in realtà e che continua a ispirare nuove generazioni di appassionati. Cesare Fiorio non è solo un nome: è una leggenda.