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  • Deepal S07: il SUV cinese disegnato a Torino arriva in Europa

    Deepal S07: il SUV cinese disegnato a Torino arriva in Europa

    Il futuro dell’automotive è sempre più globale, e la nuova Deepal S07 ne è la prova. Questo SUV, frutto della collaborazione tra il design italiano e la tecnologia cinese, sta per fare il suo debutto in Europa. Progettato a Torino e costruito in Cina dal costruttore Changan, il Deepal S07 rappresenta un ponte tra due mondi, unendo stile europeo e innovazione asiatica.

    L’arrivo in Europa: un piano ambizioso

    La Deepal S07 inizierà il suo viaggio europeo in Germania, dove sarà disponibile in vendita a partire dalla fine di marzo 2025. Subito dopo, il modello arriverà nel Regno Unito, in Olanda e nei paesi scandinavi entro la fine dello stesso anno. Per Italia e Spagna, invece, bisognerà attendere il 2026, ma il gioco vale sicuramente la candela.

    Con un prezzo di partenza di 45.000 euro, la Deepal S07 si posiziona come un’opzione competitiva nel segmento dei SUV elettrici. La dotazione di serie è ricca e include gli ADAS di livello 2, che garantiscono sicurezza e comfort alla guida. Non a caso, la vettura ha già ottenuto le 5 stelle EuroNCAP, un riconoscimento che ne attesta l’eccellenza in termini di sicurezza.

    Design italiano, tecnologia cinese

    La Deepal S07 è il risultato di un lavoro sinergico tra il centro stile di Torino e gli ingegneri cinesi di Changan. Il design è stato guidato dal Design Director Bertrand Bach e dal responsabile del design esteriore Georgios Koukos, mentre l’interno è stato curato da Jaromir Chech. Il risultato è un SUV dalle linee moderne e sofisticate, con un abitacolo spazioso e tecnologico.

    L’interno della vettura è dominato da un display centrale orientato orizzontalmente, che ospita il sistema di infotainment Harmony OS di Huawei, alimentato dal chip Snapdragon 8155. A completare l’esperienza di guida c’è un head-up display (HUD) da 12,3 pollici, che proietta le informazioni essenziali direttamente sul parabrezza.

    Due versioni: elettrica e ibrida

    La Deepal S07 è disponibile in due versioni: elettrica (EV) e ibrida a ricarica estesa (EREV).

    • Versione EV:
      • Potenza: 218 CV o 258 CV
      • Autonomia (ciclo CLTC): 520 km o 620 km per la variante a lungo raggio
      • Accelerazione 0-100 km/h: 6,7 secondi
      • Coefficiente di resistenza aerodinamica: 0,258 Cd
    • Versione EREV:
      • Motore elettrico: 238 CV
      • Motore termico: 1.5 litri da 95 CV
      • Autonomia elettrica (CLTC): 121 km o 200 km a seconda della batteria
      • Consumo di carburante: 4,95 L/100 km

    Entrambe le versioni sono equipaggiate con batterie CATL, leader mondiale nella produzione di celle agli ioni di litio. La versione EREV utilizza il pacchetto batterie ShenXing da 39,05 kWh, mentre la versione EV supporta la ricarica rapida, con un passaggio dal 30% all’80% in soli 15 minuti.

    Interessante feature introdotta nel modello cinese è il sistema di guida autonoma “Qiankun Smart Driving” ADS SE di Huawei, basato su una soluzione visiva che permette di gestire scenari complessi come autostrade, strade urbane e parcheggi (paralleli, verticali e diagonali).

    Il sistema offre funzionalità avanzate come:

    • Assistenza al cambio di corsia
    • Evitamento ostacoli
    • Assistenza al parcheggio

    In arrivo anche la Deepal S05

    Ma non è tutto. Changan ha annunciato che presto arriverà in Europa un altro modello: la Deepal S05. Questa SUV più compatta, sempre disegnata a Torino e costruita in Cina, sarà rivolta a un pubblico più giovane e dinamico. Con un design sportivo e una tecnologia all’avanguardia, la S05 promette di essere un’alternativa interessante nel segmento dei SUV urbani, con dimensioni ridotte e un prezzo più accessibile, pensato per attrarre un pubblico più ampio.

    L’arrivo della Deepal S07 in Europa segna un momento importante per il mercato automobilistico. Questo modello, frutto della collaborazione tra stile italiano e manifattura cinese, dimostra come la globalizzazione stia ridefinendo l’industria dell’auto. Con un design accattivante, una tecnologia avanzata e un prezzo competitivo, la S07 ha tutte le carte in regola per conquistare il pubblico europeo.

  • Lada Niva: l’inarrestabile fuoristrada russo che ha scritto la storia dei SUV

    Lada Niva: l’inarrestabile fuoristrada russo che ha scritto la storia dei SUV

    Quando si parla di fuoristrada leggendari, la Lada Niva occupa un posto d’onore. Nata nel 1977, questa piccola e robusta auto russa è stata la prima vera SUV della storia, anticipando di decenni tendenze che oggi dominano il mercato automobilistico. Con la sua scocca portante (anziché il classico telaio a longheroni), la trazione integrale permanente e le ridotte da vero fuoristrada, la Niva ha rivoluzionato il concetto di veicolo fuoristrada, diventando un’icona della mobilità su terreni difficili. Nonostante i suoi 47 anni di produzione, la Niva è ancora in listino, dimostrando che un design semplice, robusto ed efficace non passa mai di moda.


    La nascita di un’icona: la progettazione su base Fiat

    La Lada Niva, conosciuta in Russia come VAZ-2121, è stata progettata dall’ingegnere Pyotr Prusov e dal suo team presso la fabbrica AvtoVAZ di Togliatti. Il progetto partì da una collaborazione con Fiat, che negli anni ’60 aveva aiutato l’Unione Sovietica a costruire lo stabilimento di Togliatti, dove veniva prodotta la Lada 1200 (basata sulla Fiat 124). Tuttavia, a differenza della 1200, la Niva è stata interamente sviluppata in Russia, con l’obiettivo di creare un veicolo capace di affrontare i terreni più impervi, dalle steppe siberiane alle montagne del Caucaso.

    La scelta della scocca portante, insolita per un fuoristrada dell’epoca, è stata una delle chiavi del successo della Niva. Questa soluzione, oggi comune nei SUV moderni, garantiva una maggiore leggerezza e una migliore abitabilità rispetto ai tradizionali telai a longheroni, senza compromettere la robustezza. Inoltre, la Niva era dotata di trazione integrale permanente e di ridotte, caratteristiche che la rendevano un vero fuoristrada, capace di superare ostacoli che avrebbero fermato molte auto più costose.


    Motori e meccanica: semplicità e affidabilità

    Uno dei segreti della longevità della Niva è la sua meccanica semplice e affidabile. I primi modelli erano equipaggiati con un motore 1.6 litri a benzina da 72 CV, derivato dalla Lada 1200. Nonostante la potenza modesta, il motore era robusto e facile da riparare, caratteristiche fondamentali per un veicolo destinato a operare in condizioni estreme.

    Nel corso degli anni, la Niva ha ricevuto alcuni aggiornamenti, tra cui l’introduzione di un motore 1.7 litri e, in tempi più recenti, di un propulsore 1.8 litri a benzina. Nonostante l’età avanzata, la Niva non ha mai abbandonato la sua filosofia di semplicità e affidabilità, mantenendo una meccanica essenziale e priva di fronzoli tecnologici.


    Un’auto indispensabile per i terreni difficili

    La Lada Niva è diventata un’auto simbolo per chi vive in zone remote e impervie. In Russia, ma anche in molti altri Paesi con strade dissestate o inesistenti, la Niva è un mezzo di trasporto indispensabile. La sua capacità di affrontare fango, neve, rocce e terreni sconnessi l’ha resa popolare non solo tra i civili, ma anche tra le forze armate e le organizzazioni umanitarie.

    La Niva è particolarmente apprezzata nelle steppe siberiane, dove le condizioni climatiche e stradali sono estreme. La sua robustezza, unita a un prezzo accessibile, l’ha resa un’auto ideale per chi cerca un veicolo pratico e affidabile, senza dover spendere una fortuna.


    La Niva oggi: un’icona ancora in produzione

    Nonostante i suoi 47 anni di produzione, la Lada Niva è ancora in listino, nonostante abbia per un periodo cambiato nome trasformandosi in 4x4M quando AutoVaz vendette i diritti del nome a General Motors, riacquistandoli in seguito.
    E’ ancora in vendita con poche modifiche rispetto al modello originale. Questo dimostra che un design efficace e una meccanica affidabile non hanno bisogno di continui aggiornamenti per rimanere rilevanti. La Niva è stata aggiornata nel tempo con piccoli miglioramenti, come l’introduzione di un impianto di riscaldamento più efficiente, freni a disco anteriori e un design leggermente modernizzato, ma l’essenza dell’auto è rimasta invariata.

    Oggi, la Niva è disponibile in diverse versioni, tra cui la Niva Legend (erede diretta del modello originale) e la Niva Travel, una versione leggermente più moderna e confortevole. Inoltre, nel 2020, è stata presentata la Niva Bronto, una versione potenziata con sospensioni rialzate e pneumatici più grandi, pensata per chi cerca prestazioni fuoristrada ancora più estreme.


    Un mito senza tempo

    La Lada Niva è molto più di un’auto: è un simbolo di resistenza, semplicità e adattabilità. Con la sua scocca portante, la trazione integrale e le ridotte, ha anticipato di decenni il concetto di SUV moderno, diventando un’icona della mobilità su terreni difficili. Nonostante i suoi quasi 50 anni di produzione, la Niva continua a essere un’auto apprezzata in tutto il mondo, grazie alla sua robustezza, affidabilità e prezzo accessibile.

    In un’epoca in cui le auto sono sempre più complesse e tecnologiche, la Niva rappresenta un ritorno alle origini, un’auto che non ha bisogno di fronzoli per dimostrare il suo valore. Per chi cerca un mezzo capace di affrontare qualsiasi sfida, la Niva rimane una scelta imbattibile, un vero e proprio mito su quattro ruote.

  • Fiat Grande Panda: ritorna nelle concessionarie la rinascita di un’icona, tra innovazione e tradizione

    Fiat Grande Panda: ritorna nelle concessionarie la rinascita di un’icona, tra innovazione e tradizione

    La Fiat Grande Panda, l’ultima novità del marchio torinese, è stata presentata agli utenti italiani in un tour itinerante che ha toccato le principali città del Paese nel marzo 2025, per concludersi con un grande porte aperte previsto per il 29 e 30 marzo. Un evento attesissimo, che ha permesso agli appassionati di scoprire da vicino questa nuova interpretazione di un’icona automobilistica, la Panda, che dal 1980 ha conquistato il cuore di milioni di automobilisti in tutto il mondo.

    Gli ordini, aperti in Italia già dalla fine di gennaio 2025, stanno procedendo a gonfie vele, segno che la Grande Panda ha saputo catturare l’interesse del pubblico. Con prezzi di lancio vantaggiosi, la versione ibrida parte da 18.900 euro, ma grazie all’offerta promozionale scende a 16.950 euro. La versione elettrica, invece, ha un prezzo di listino di 24.900 euro, ridotto a 22.900 euro con la promozione di lancio. Un’opportunità da non perdere per chi cerca un’auto compatta, versatile e all’avanguardia.


    Un design retro-futuristico che omaggia la storia

    La Grande Panda si presenta come un crossover compatto di segmento B, con una lunghezza di 3,99 metri, ben più grande rispetto alla Panda classica, che rimane comunque in produzione. Il design è un mix tra retro e futuristico, ispirato alla prima generazione della Panda del 1980, ma con linee moderne e dinamiche. Il nome “Panda” è impresso sui lamierati delle portiere e sul portellone, mentre il cruscotto richiama la famosa pista sul tetto dello stabilimento Fiat del Lingotto, simbolo dell’innovazione industriale italiana.

    Gli interni sono pensati per offrire massima praticità e comfort. Il cruscotto include un display da 10 pollici come quadro strumenti e un touchscreen centrale da 10,25 pollici (optional) per il sistema di infotainment, sul cui bordo compare la sagoma della Panda originale. Non mancano i vani portaoggetti, per un totale di 13 litri di spazio, e un bagagliaio capiente di 361 litri.


    Tecnologia e motorizzazioni: ibrida ed elettrica

    La Grande Panda è disponibile in due motorizzazioni: ibrida ed elettrica, entrambe basate sulla piattaforma PSA CMP, condivisa con altri modelli del gruppo Stellantis come la Citroën C3 e l’Opel Frontera.

    Versione ibrida

    • Motore: 3 cilindri da 1.2 litri, con una potenza di 101 CV.
    • Prestazioni: accelerazione 0-100 km/h in 10 secondi e velocità massima di 160 km/h.
    • Consumi ed emissioni5,4 l/100 km (ciclo WLTP) e emissioni di 123 g/km di CO2.
    • Serbatoio: capienza di 44 litri.

    Versione elettrica

    • Motore: sincrono a magneti permanenti da 113 CV.
    • Batteria: al litio ferro fosfato (LFP) da 44 kWh, con un’autonomia di 320 km (ciclo WLTP).
    • Prestazioni: accelerazione 0-100 km/h in 11-11,5 secondi e velocità massima di 132 km/h.
    • Ricarica: il cavo di ricarica è non removibile, una novità per un’auto elettrica.

    La Panda: un’icona dal 1980

    La Panda è un’auto che ha fatto la storia. Nata nel 1980, è stata progettata da Giorgetto Giugiaro come un’auto semplice, economica e versatile, capace di adattarsi a ogni esigenza. Nel corso degli anni, ha conquistato il mercato europeo e mondiale, diventando un simbolo di praticità e affidabilità. Con la Grande Panda, Fiat riprende lo spirito dell’originale, ma lo proietta nel futuro, con tecnologie avanzate e un design che unisce tradizione e innovazione.


    Un’auto per il futuro, con lo spirito del passato

    La Fiat Grande Panda si propone come un’auto ideale per chi cerca un veicolo compattoecologico e tecnologicamente avanzato, senza rinunciare al fascino di un’icona automobilistica. Con il suo design accattivante, le motorizzazioni ibride ed elettriche e un’attenzione alla praticità, è pronta a conquistare sia chi ama la tradizione Fiat sia chi guarda al futuro della mobilità.

    Il tour di presentazione e l’evento porte aperte del 29 e 30 marzo 2025 sono stati un’occasione unica per scoprire questa nuova gemma della casa torinese. E con gli ordini già in crescita, è chiaro che la Grande Panda è destinata a scrivere un nuovo capitolo nella storia automobilistica italiana.

  • Marcello Gandini: il genio del design che ha rivoluzionato l’automobile

    Marcello Gandini: il genio del design che ha rivoluzionato l’automobile

    Il mondo dell’automotive a un’anno dalla sua scomparsa ricorda uno dei suoi più grandi maestri: Marcello Gandini, lo storico designer italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’automobile. Nato il 26 agosto 1938 a Torino, Gandini è stato l’artefice di alcune delle vetture più iconiche e rivoluzionarie del XX secolo, capolavori che hanno ridefinito il concetto di design automobilistico. Tra le sue creazioni più celebri spiccano la Lamborghini Miura, la Countach, la Lancia Stratos e la Fiat X1/9, modelli che hanno fatto sognare intere generazioni di appassionati.


    Gli inizi: da Torino a Bertone

    Marcello Gandini è cresciuto nella capitale dell’automobile italiana, Torino, città che ha plasmato la sua passione per il design. Dopo aver studiato ingegneria, nel 1965 entrò alla Carrozzeria Bertone, uno dei più prestigiosi studi di design dell’epoca. Qui, sotto la guida di Nuccio Bertone, Gandini ebbe l’opportunità di esprimere il suo talento, prendendo il posto di un altro grande nome del design: Giorgetto Giugiaro.

    Fu proprio alla Bertone che Gandini iniziò a dare forma alla sua visione innovativa, caratterizzata da linee aggressive, forme geometriche e un’attenzione maniacale ai dettagli. Il suo stile, audace e futurista, si distaccava dai canoni tradizionali, anticipando tendenze che avrebbero influenzato il design automobilistico per decenni.


    La Miura: la prima supercar della storia

    Il primo capolavoro di Gandini arrivò nel 1966 con la Lamborghini Miura, una vettura che rivoluzionò il concetto di auto sportiva. Con il suo motore V12 montato centralmente e un design sinuoso e aggressivo, la Miura è considerata la prima supercar della storia. Le sue linee fluide, i fari a scomparsa e la carrozzeria bassa e larga la rendevano un’auto da sogno, simbolo di potenza ed eleganza.

    La Miura non fu solo un successo commerciale, ma anche una pietra miliare del design automobilistico, che influenzò generazioni di progettisti. Gandini, con questa creazione, dimostrò di saper coniugare estetica e funzionalità, creando un’auto che era tanto bella da guardare quanto emozionante da guidare.


    La Countach: l’icona degli anni ’80

    Se la Miura aveva segnato un’epoca, la Lamborghini Countach, presentata nel 1971, la superò in termini di impatto visivo e innovazione. Con le sue linee spigolose, le porte ad ali di gabbiano e un design che sembrava uscito da un film di fantascienza, la Countach divenne l’auto dei sogni per gli appassionati degli anni ’80. Gandini aveva creato un’auto che non solo era tecnicamente avanzata, ma che rappresentava anche un’evoluzione radicale del linguaggio stilistico automobilistico.

    La Countach, con il suo motore V12 e le prestazioni da urlo, è ancora oggi considerata una delle auto più iconiche di sempre, un simbolo di un’epoca in cui il design osava sfidare le convenzioni.


    La Lancia Stratos: leggenda dei rally

    Oltre alle supercar, Gandini ha lasciato il segno anche nel mondo delle competizioni. La Lancia Stratos, disegnata nel 1971, è stata una delle auto da rally più vincenti della storia. Con il suo design compatto e aggressivo, la Stratos era un’auto nata per correre, ma che aveva anche un’estetica unica. Il suo profilo basso, il parabrezza inclinato e le forme squadrate la rendevano immediatamente riconoscibile.

    La Stratos dominò i rally negli anni ’70, vincendo tre campionati mondiali consecutivi dal 1974 al 1976. Gandini aveva creato un’auto che non solo era veloce, ma che aveva anche un’anima, un’auto che emozionava sia in pista che su strada.


    La Fiat X1/9: sportività accessibile

    Tra le creazioni di Gandini c’è anche un’auto che ha portato il design sportivo alla portata di tutti: la Fiat X1/9, lanciata nel 1972. Con il suo motore centrale e il design compatto, la X1/9 era un’auto agile e divertente da guidare, che offriva un’esperienza di guida sportiva a un prezzo accessibile. Le sue linee pulite e il tetto targa removibile la rendevano un’auto perfetta per chi cercava un’alternativa alle sportive più costose.


    Gli ultimi anni e l’eredità di Gandini

    Dopo aver lasciato Bertone nel 1980, Gandini continuò a lavorare come designer indipendente, collaborando con diverse case automobilistiche e realizzando progetti innovativi. Tra questi spiccano la Bugatti EB110, l’ultima supercar della casa francese prima della sua rinascita, e la Cizeta-Moroder V16T, un’auto esotica che univa design italiano e tecnologia avanzata.

    Marcello Gandini si è spento il 13 marzo 2024, lasciando un’eredità immensa. Le sue creazioni non sono solo auto, ma opere d’arte che hanno segnato la storia dell’automobile. Con la Miura, la Countach, la Stratos e molte altre, Gandini ha dimostrato che il design può essere rivoluzionario, emozionante e senza tempo.


    Un genio senza tempo

    Marcello Gandini è stato uno dei più grandi designer automobilistici di sempre, un artista che ha trasformato l’automobile in un’icona di stile e innovazione. Le sue creazioni, ancora oggi, continuano a ispirare e a emozionare, dimostrando che il design non è solo forma, ma anche passione, visione e coraggio. Grazie a lui, l’automobile è diventata molto più di un semplice mezzo di trasporto: è diventata un sogno su quattro ruote.

  • Nissan cambia rotta: Ivan Espinosa nuovo CEO al posto di Makoto Uchida

    Nissan cambia rotta: Ivan Espinosa nuovo CEO al posto di Makoto Uchida

    La Nissan sta cercando di voltare pagina dopo un periodo di difficoltà, con un cambio ai vertici che potrebbe segnare una nuova era per il costruttore giapponese. Ivan Espinosa, attuale direttore della pianificazione, è stato nominato nuovo CEO e presidente, sostituendo Makoto Uchida, che lascerà il ruolo di amministratore delegato ad aprile 2025 e quello di direttore a giugno. La decisione arriva in un momento delicato per Nissan, alle prese con risultati finanziari deludenti e con la necessità di rilanciare la propria strategia in un mercato sempre più competitivo, soprattutto nel settore dell’elettrificazione.

    Uchida e il fallimento delle trattative con Honda

    La rimozione di Uchida non è legata esclusivamente ai risultati negativi degli ultimi anni, ma anche al suo ruolo nelle trattative fallite con Honda. Nel 2024, Nissan e Honda avevano annunciato l’intenzione di fondersi per creare un grande gruppo automobilistico giapponese, capace di competere con i colossi globali come Tesla e i costruttori cinesi. Tuttavia, le trattative si sono arenate, principalmente a causa delle divergenze sulle modalità dell’accordo.

    Honda avrebbe voluto che Nissan acquisisse le azioni detenute da Renault, suo storico partner, per evitare la presenza di un “terzo incomodo” nella fusione. Uchida, però, si è opposto a questa proposta, ritenendo che avrebbe svantaggiato Nissan. Inoltre, Honda avrebbe cercato di trasformare Nissan in una sua controllata, una mossa che non è stata ben accolta dal management nipponico. Questo stallo ha portato al congelamento delle trattative, lasciando Nissan in una posizione precaria.

    Le alternative per Nissan: Foxconn e oltre

    Con la fusione con Honda ormai in stallo, Nissan deve cercare altre strade per garantirsi un futuro solido. Una delle opzioni più interessanti è rappresentata da Foxconn, il gigante taiwanese dell’elettronica, già presente in Giappone attraverso Sharp. Foxconn ha sviluppato una piattaforma per veicoli elettrici e sta cercando un partner automobilistico per avviarne la produzione. Una collaborazione con Nissan potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le parti: il costruttore giapponese avrebbe accesso a tecnologie avanzate, mentre Foxconn potrebbe entrare nel mercato delle auto elettriche con un partner di alto profilo.

    Altre opzioni sul tavolo includono possibili accordi con Tesla o la vendita di alcune fabbriche negli Stati Uniti per ridurre i costi e migliorare l’efficienza. Tuttavia, queste soluzioni rimangono al momento solo ipotesi, mentre la collaborazione con Foxconn sembra essere la più concreta.

    Ivan Espinosa: una nuova leadership per Nissan

    Ivan Espinosa, il nuovo CEO, si troverà ad affrontare una sfida complessa. Oltre a rilanciare la redditività dell’azienda, dovrà gestire le relazioni con i partner attuali e futuri. Uno dei suoi primi compiti potrebbe essere quello di riaprire le trattative con Honda, cercando di trovare un accordo più equilibrato e vantaggioso per entrambe le parti.

    Espinosa avrà anche il compito di rivedere la partnership con Renault, che detiene una quota significativa di Nissan. Sebbene l’accordo con il costruttore francese abbia portato benefici in passato, molti in Nissan ritengono che sia giunto il momento di ridurre questa dipendenza, soprattutto alla luce delle nuove opportunità che potrebbero emergere da collaborazioni alternative.

    Riorganizzazione interna e nuove nomine

    Oltre alla nomina di Espinosa, Nissan ha ridefinito il proprio comitato esecutivo, ampliando i ruoli di alcuni dirigenti chiave. Guillaume Cartier, attuale chief performance officer, si occuperà ora anche di marketing ed esperienza cliente. Eiichi Akashi diventerà chief technology officer, mentre Teiji Hirata assumerà il ruolo di chief monozukuri officer, responsabile della produzione e della supply chain. Jeremy Papin, chief financial officer, avrà anche il ruolo di executive officer.

    Queste nomine riflettono l’intenzione di Nissan di rafforzare la propria struttura interna e di affrontare le sfide future con un team più coeso e focalizzato.

    Conclusioni

    Il cambio ai vertici di Nissan segna un momento cruciale per il costruttore giapponese. Con Ivan Espinosa alla guida, l’azienda ha l’opportunità di rilanciarsi, sia attraverso nuove collaborazioni, come quella con Foxconn, sia riaprendo le trattative con Honda in una prospettiva più equilibrata.

    La sfida è enorme, ma Nissan ha dimostrato in passato di saper superare momenti difficili. Con una leadership rinnovata e una strategia chiara, il costruttore nipponico potrebbe tornare a essere un protagonista nel panorama automobilistico globale, soprattutto nel settore dell’elettrificazione, dove la competizione è sempre più agguerrita.

  • Renault 4: il ritorno di un’icona, ora elettrica e pronta a conquistare la città

    Renault 4: il ritorno di un’icona, ora elettrica e pronta a conquistare la città

    La Renault 4, un’auto che ha segnato la storia dell’automobilismo europeo, sta per tornare. Dopo oltre 30 anni di assenza dai listini, la nuova generazione della “4” si prepara a fare il suo debutto entro la metà del 2025, ispirandosi alla sua antenata del passato ma con una veste completamente rinnovata: una crossover urbana elettrica. Come già successo con la nuova Renault 5, il marchio francese guarda al futuro senza dimenticare le sue radici, proponendo un’auto che unisce design retrò e tecnologia all’avanguardia.

    La storia della Renault 4: un’icona popolare

    La Renault 4 originale, lanciata nel 1961, è stata un’autentica rivoluzione nel mondo dell’automobile. Concepita come un’auto pratica ed economica, è diventata rapidamente un simbolo di libertà e accessibilità, conquistando milioni di famiglie in tutto il mondo. Prodotta fino al 1994, la “4” è stata il quarto modello più venduto nella storia Renault, con oltre 8 milioni di unità prodotte.

    La sua formula vincente? Un design semplice ma funzionale, una meccanica robusta e una versatilità senza pari. La Renault 4 era un’auto per tutti: dalle strade di campagna alle città, passando per i mercati emergenti. Con le sue forme squadrate e il suo carattere affidabile, è rimasta nel cuore di intere generazioni.

    La nuova Renault 4: elettrica e moderna

    La nuova Renault 4 E-Tech Electric non è una semplice riedizione del passato, ma un’auto completamente nuova, progettata per le esigenze del mercato moderno. Con una lunghezza di 4,14 metri, una larghezza di 1,80 metri e un’altezza di 1,57 metri, la nuova 4 si presenta come una crossover compatta, ideale per la mobilità urbana.

    Il design è un omaggio alla sua antenata, con elementi che richiamano la Renault 4 originale, come il terzo finestrino posteriore trapezoidale e i fanali “a pillola”. Tuttavia, la nuova generazione introduce dettagli moderni, come il pannello frontale in plastica trasparente che copre fari e mascherina, con il logo Renault illuminato. Le linee laterali scolpite nella carrozzeria ricordano quelle della Renault 4 GTL, mentre il portellone posteriore motorizzato e l’apertura bassa (a soli 61 cm da terra) rendono l’auto pratica e funzionale.

    Interni spaziosi e tecnologia avanzata

    L’abitacolo della nuova Renault 4 è un mix di spazio e tecnologia. Con una plancia ispirata a quella della Renault 5 E-Tech, l’auto offre due schermi: un cruscotto digitale da 7 o 10 pollici e un display touchscreen da 10 pollici per il sistema multimediale con Google integrato. I materiali scelti variano a seconda dell’allestimento, con opzioni che vanno dal grigio scuro al blu denim, fino al motivo pied-de-poule per gli interni più premium.

    Il bagagliaio, con una capienza di 420 litri, è pensato per essere versatile e pratico, grazie a un doppio fondo con aperture separate per i cavi di ricarica. Inoltre, il sedile anteriore reclinabile permette di trasportare oggetti lunghi fino a 2,20 metri.

    Motorizzazione elettrica e prestazioni

    La nuova Renault 4 sarà disponibile con due motorizzazioni elettriche: una da 122 CV e una da 150 CV. La versione più potente promette uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di 8,5 secondi, prestazioni più che dignitose per un’auto urbana.

    Le batterie offrono due opzioni: una da 40 kWh con un’autonomia dichiarata di oltre 300 km e una da 52 kWh che arriva fino a 400 km. La ricarica è possibile fino a 100 kW in corrente continua, con funzionalità avanzate come la ricarica bidirezionale V2L (Vehicle-to-Load), che permette di alimentare dispositivi esterni, e la pompa di calore per migliorare l’efficienza nei mesi freddi.

    Un’auto per la città (e non solo)

    La nuova Renault 4 non è solo un’auto elettrica, ma anche una crossover versatile, con un’altezza da terra di 18,1 cm e un sistema Extended Grip per migliorare la trazione su terreni scivolosi. Con 26 sistemi di assistenza alla guida, l’auto è pronta a offrire sicurezza e comfort sia in città che fuori strada.

    Un ritorno che fa sognare

    La nuova Renault 4 rappresenta un ponte tra passato e futuro, un’auto che guarda avanti senza dimenticare le sue radici. Con il suo design retrò, la sua motorizzazione elettrica e la sua versatilità, la “4” è pronta a conquistare un nuovo pubblico, portando con sé lo spirito dell’icona originale.

    E voi, cosa ne pensate? La nuova Renault 4 riuscirà a ripetere il successo della sua antenata, o pensate che il mercato delle crossover elettriche sia ormai troppo affollato?

  • Tutor 3.0: il futuro del controllo della velocità sulle autostrade italiane

    Tutor 3.0: il futuro del controllo della velocità sulle autostrade italiane

    A partire dal 7 marzo 2025, le autostrade italiane hanno visto l’introduzione di una nuova tecnologia all’avanguardia per il controllo della velocità: il Tutor 3.0. Questo sistema, sviluppato da Autostrade per l’Italia in collaborazione con la Polizia di Stato, rappresenta un significativo passo avanti nella sicurezza stradale, grazie all’utilizzo della piattaforma tecnologica Navigard. Ma come funziona esattamente questo nuovo sistema e quali sono le novità rispetto alle versioni precedenti? Scopriamolo insieme.


    Come funziona il Tutor 3.0?

    Il Tutor 3.0 è un sistema di monitoraggio della velocità che, a differenza dei tradizionali autovelox, non si limita a rilevare la velocità istantanea, ma calcola la velocità media dei veicoli su tratti autostradali specifici. Questo lo rende molto più difficile da eludere o contestare. Il sistema si basa su una rete di sensori e telecamere posizionati su portali lungo le autostrade, che operano in quattro fasi principali:

    1. Identificazione del veicolo: al passaggio sotto il primo portale, i sensori classificano il veicolo (auto, camion, moto, ecc.) e registrano data e ora del transito.
    2. Registrazione del secondo passaggio: quando il veicolo attraversa il secondo portale, viene nuovamente identificato e registrato.
    3. Calcolo della velocità media: un software centrale confronta i tempi di percorrenza tra i due passaggi e calcola la velocità media.
    4. Gestione delle infrazioni: se la velocità media supera i limiti consentiti, il sistema trasmette i dati alla Polizia Stradale per l’eventuale sanzione. Se invece la velocità è conforme, i dati vengono immediatamente cancellati per garantire la privacy degli automobilisti.

    Le novità del Tutor 3.0

    Rispetto alle versioni precedenti, il Tutor 3.0 introduce diverse innovazioni tecnologiche che lo rendono più preciso ed efficiente:

    • Maggiore accuratezza: il sistema è in grado di rilevare i veicoli anche se viaggiano in diagonale, tra corsie o in corsia di emergenza.
    • Identificazione ottimizzata: grazie a telecamere di ultima generazione, il sistema funziona efficacemente anche in condizioni di scarsa visibilità, come notte, pioggia o nebbia.
    • Nuove funzionalità di sicurezza: oltre al controllo della velocità, il Tutor 3.0 può rilevare sorpassi pericolosi, circolazione in contromano e il rispetto dei limiti di massa per i mezzi pesanti.
    • Adattamento ai limiti variabili: il sistema si adegua automaticamente ai limiti di velocità modificati in caso di maltempo o traffico intenso.

    Dove sono installati i Tutor 3.0?

    Attualmente, i nuovi Tutor 3.0 sono operativi su 26 tratte autostradali, coprendo circa 1800 km di rete stradale. Tra le principali tratte monitorate troviamo:

    • A1 Milano-Napoli: tratti tra Chiusi e Monte San Savino, Castelnuovo di Porto-Settebagni e Area di Servizio Tevere-Fabro.
    • A9 Lainate-Como-Chiasso: tra Saronno e Lomazzo Nord.
    • A11 Firenze-Pisa Nord: tra Montecatini e Prato Est.
    • A14 Bologna-Taranto: tra Pesaro e Rimini Sud.
    • A27 Mestre-Belluno: tra il bivio con la A4 e lo svincolo con la Pedemontana.

    La presenza del Tutor è sempre segnalata da cartelli verdi lungo l’autostrada, e il sistema rimane operativo in qualsiasi condizione atmosferica.


    Sanzioni: cosa rischia chi supera i limiti?

    Le sanzioni per chi supera i limiti di velocità con il Tutor 3.0 sono severe e variano in base all’entità dell’infrazione. Ecco una sintesi delle multe previste:

    • Fino a 10 km/h oltre il limite: multa da 42 a 170,73 euro.
    • Tra 10 e 40 km/h oltre il limite: multa da 173 a 694 euro, con decurtazione di 2 punti dalla patente.
    • Tra 40 e 60 km/h oltre il limite: multa da 543 a 2.170 euro, con sospensione della patente da 1 a 3 mesi.
    • Oltre 60 km/h: multa da 847 a 3.389 euro, con sospensione della patente da 6 a 12 mesi.

    Inoltre, il sistema applica una tolleranza del 5% sulla velocità massima consentita, ma è sempre consigliabile rispettare i limiti per evitare sanzioni.


    La tecnologia Navigard e l’intelligenza artificiale

    Il Tutor 3.0 si basa sulla piattaforma Navigard, sviluppata da Movyon, che integra telecamere, radar e server periferici collegati a un sistema centrale. Grazie all’uso di algoritmi avanzati e intelligenza artificiale, il sistema è in grado di incrociare dati e immagini in tempo reale, garantendo un monitoraggio continuo e preciso del traffico.

    Tra le funzionalità aggiuntive, il Tutor 3.0 può rilevare:

    • Sorpassi pericolosi dei mezzi pesanti.
    • Veicoli contromano o in corsie non consentite.
    • Rispetto dei limiti di massa per i camion.

    Obiettivo: sicurezza stradale

    L’obiettivo principale del Tutor 3.0 è rendere le autostrade più sicure, contrastando comportamenti di guida pericolosi e riducendo il numero di incidenti. Come sottolineato da Federconsumatori, l’impiego di tecnologie avanzate come questa non solo migliora la sicurezza, ma può anche aiutare a monitorare situazioni critiche, come malori degli autisti o guida in stato di ebbrezza.


    Il Tutor 3.0 rappresenta una svolta nel controllo della velocità e nella sicurezza stradale. Con una tecnologia più precisa, una copertura estesa e sanzioni severe per chi non rispetta i limiti, questo sistema si propone di ridurre gli incidenti e migliorare la gestione del traffico. Per gli automobilisti, il messaggio è chiaro: rispettare i limiti di velocità non è solo una questione di multe, ma soprattutto di sicurezza per sé stessi e per gli altri.

  • Ford Focus: l’addio a un’icona che segna la fine di un’era

    Ford Focus: l’addio a un’icona che segna la fine di un’era

    La Ford Focus, una delle auto più amate e iconiche degli ultimi decenni, si prepara a lasciare il mercato. Dopo 26 anni di successi, la produzione della Focus terminerà a novembre 2025, segnando la fine di un’epoca per il marchio dell’Ovale Blu. Con la scomparsa della Focus, Ford chiude un capitolo importante della sua storia, cancellando uno degli ultimi modelli che l’hanno resa celebre in Europa, dopo il ritiro della Fiesta nel 2023 e della Mondeo nel 2022.

    Un’eredità gloriosa

    La Focus ha debuttato nel 1998, sostituendo l’altrettanto iconica Escort. Sin dal suo lancio, si è distinta per il design innovativo, le prestazioni dinamiche e la versatilità, diventando un punto di riferimento nel segmento delle berline compatte e delle station wagon. Con le sue numerose versioni, tra cui la sportiva ST e la pratica Wagon, la Focus ha conquistato milioni di clienti in tutto il mondo, diventando un’auto di culto per gli appassionati di guida.

    La prima generazione, progettata sotto la guida di Richard Parry-Jones, è stata un’autentica rivoluzione, offrendo un’esperienza di guida brillante e un comfort superiore alla media. Nel corso degli anni, la Focus ha continuato a evolversi, mantenendo sempre un forte legame con le sue radici sportive e pratiche.

    Perché Ford dice addio alla Focus?

    La decisione di interrompere la produzione della Focus rientra in una strategia più ampia di Ford, che sta abbandonando i segmenti delle utilitarie e delle berline medie per concentrarsi su SUVcrossover e veicoli elettrici. Modelli come il Bronco, il Tremor, il Raptor e la Mustang Mach-E rappresentano il futuro del marchio, con l’obiettivo di puntare su auto più redditizie e “iconiche”.

    Tuttavia, questa scelta ha un prezzo: i veicoli elettrici e i grandi SUV hanno listini ben più alti rispetto alle auto tradizionali, rendendoli meno accessibili per il cliente medio Ford. Questo ha portato molti appassionati a rivolgersi alla concorrenza, con marchi come VolkswagenToyota e Hyundai che continuano a offrire modelli compatti e berline a prezzi più contenuti.

    I numeri parlano chiaro

    La scomparsa della Focus arriva in un momento difficile per Ford in Europa. Nel 2024, il primo anno completo senza la Fiesta, le vendite del marchio sono calate del 17%, con una quota di mercato scesa al 3,3%. La Focus, nonostante il suo successo, non è riuscita a invertire questa tendenza, soprattutto in un mercato sempre più dominato da SUV e crossover.

    Con la chiusura dello stabilimento di Saarlouis, in Germania, Ford si prepara a dire addio a uno dei suoi modelli più rappresentativi, lasciando un vuoto nel cuore degli appassionati.

    Il futuro di Ford: elettrico e SUV

    Il futuro di Ford in Europa si baserà su modelli come la Puma, la Kuga e i veicoli elettrici Mustang Mach-EExplorer EV e Capri. Questi veicoli, sebbene tecnologicamente avanzati e ricchi di fascino, rappresentano una svolta radicale rispetto alla tradizione del marchio, che ha sempre puntato su auto accessibili e divertenti da guidare.

    La strategia di Ford riflette una tendenza più ampia del settore automobilistico, dove utilitarie e berline stanno scomparendo per fare spazio a SUV e crossover, spesso a prezzi proibitivi. Questo cambiamento, tuttavia, rischia di alienare una parte consistente della clientela, costretta a cercare alternative più economiche.

    Un addio amaro per gli appassionati

    La scomparsa della Focus non è solo la fine di un modello, ma la fine di un’era. Con il ritiro di auto come la Fiesta, la Mondeo e ora la Focus, Ford sta rinunciando a una parte importante della sua identità, lasciando molti appassionati con un senso di nostalgia e disillusione.

    E voi, cosa ne pensate? La Focus ha segnato la vostra vita automobilistica? Credete che Ford stia facendo la scelta giusta puntando su SUV e veicoli elettrici, o pensate che stia perdendo il contatto con la sua base di clienti storici?

  • Parte la Formula 1, bene Norris, rivelazione Antonelli e delusione Ferrari.

    Parte la Formula 1, bene Norris, rivelazione Antonelli e delusione Ferrari.

    La formula 1 inizia la stagione 2025 dall’Australia, con la solita levataccia per gli appassionati europei che regala peró una gara ricca di colpi di scena, con pioggia, molte vetture a muro e diverse safety car.

    Il muro protagonista

    E il primo a finire a muro é Hadjar durante il giro di formazione che richiede che la partenza venga posticipata, ma al primo giro é il turno di un altro rookie di andare a muro, Doohan con conseguente safety car.

    Ma il muro non ha finito di mietere vittime visto che anche Sainz va a sbattere subito dopo in regime di safety car: la pioggia in pista si fá sentire.

    Ma dopo qualche giro nuova vettura a muro, quella di Alonso e nuova safety car, con la Ferrari di Leclerc che non approfitta della situazione per il pit stop.

    Dopo qualche giro l’ingresso ai pit stop da l’illusione a Hamilton di essere in testa, ma in realtá la gara davanti é tra le McLaren e Verstappen.

    Ma il muro non ha finito di mietere vittime perche dopo pochi giri é il turno di Lawson, che richiede l’intervento della safety car e di Bortoleto che riesce a stamparsi in regime di sicurezza.

    La safety

    La lotta alla fine é tra Norris che dopo la safety rischia di cedere la posizione di testa a Verstappen che si fa minaccioso, mentre Piastri a causa di un uscita di pista ha perso tempo e diverse posizioni.

    Antonelli

    Ma la posizione piú interessante é quella di Antonelli, quinto, l’unico rookie che é riuscito a portare a casa punti pesanti nonostante partisse dalle retrovie e una penalitá per unsafe release.

    Ferrari

    Inconsistente la Ferrari , che tra qualche esitazione a livello di strategia e prestazioni non ancora ai livello dei motorizzati Mercedes finiscono ottava e decima, con Hamilton che riesce a portare a casa solo un misero punticino.

    Alla fine salgono sul podio Norris, Verstappen e Russel. A punti anche Albon , Antonelli, Stroll, Hulkenberg, Leclerc, Piastri, Hamilton.

    Aggiornamento

    Alla fine la penalizzazione di Antonelli per unsafe release, dopo il ricorso di Mercedes a fine gara, è stata annullata restituendo all’italiano la quarta posizione.

  • Volkswagen Bulli: 75 anni di storia, mito e successo senza tempo

    Volkswagen Bulli: 75 anni di storia, mito e successo senza tempo

    Il Volkswagen Bulli, conosciuto anche come Transporter, è uno dei veicoli commerciali più longevi e iconici della storia dell’automobile. Dal suo esordio nel 1950 a oggi, il Bulli ha attraversato epoche, mode e generazioni, diventando un simbolo di libertà, praticità e stile. Nel 2025, Volkswagen Veicoli Commerciali celebra i 75 anni di questo modello leggendario, che con le sue numerose declinazioni – dal Multivan al California, passando per il Caravelle – continua a conquistare il mercato e il cuore degli appassionati.

    T1: l’inizio di una leggenda

    L’8 marzo 1950, mentre l’Europa si rialzava dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, Volkswagen presentava il T1, il primo Transporter. Conosciuto anche come Typ 2, questo furgone rivoluzionario era basato sulla meccanica del Maggiolino e offriva una soluzione pratica ed economica per le esigenze delle aziende dell’epoca. Con una lunghezza di 4,10 metri e un motore boxer da 25 CV, il T1 poteva trasportare fino a 4,5 metri cubi di carico, raggiungendo una velocità massima di 80 km/h.

    Ma il T1 non era solo un veicolo commerciale: con l’introduzione del Samba Bus, una versione con 23 finestrini e tetto panoramico, diventò un’icona degli anni ’60, amata dagli hippie e dai viaggiatori avventurosi. Prodotto fino al 1967, il T1 ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, tanto che oggi gli esemplari ben conservati possono raggiungere valutazioni a sei cifre.

    T2: l’evoluzione degli anni ’70

    Nel 1967 arrivò il T2, una versione più moderna e spaziosa del Bulli. Con un design rinnovato, un parabrezza unico e una porta scorrevole di serie, il T2 diventò il veicolo preferito di famiglie, artigiani e viaggiatori. La sua versione camper, in particolare, si trasformò in un simbolo di libertà e avventura, capace di attraversare continenti e generazioni.

    Prodotto fino al 1979 in Germania e fino al 2013 in Brasile, il T2 ha dimostrato una longevità straordinaria, diventando un vero e proprio evergreen nel panorama automobilistico.

    T3 e T4: innovazione e rivoluzione

    Con il T3, introdotto nel 1979, il Bulli diventò più spigoloso e tecnologicamente avanzato. Questa generazione vide l’arrivo del primo California e del primo Multivan, modelli che avrebbero definito il futuro della gamma. Il T4, lanciato nel 1990, rappresentò invece una vera e propria rivoluzione: per la prima volta, il motore venne spostato anteriormente, abbandonando la tradizionale architettura posteriore.

    T5 e T6: modernità e comfort

    Il T5, presentato nel 2003, e il T6, arrivato nel 2015, hanno portato il Bulli nell’era moderna, con design più curati, tecnologie avanzate e motori sempre più efficienti. Con l’introduzione della trazione 4MOTION e dei sistemi di infotainment connessi, il Transporter si è confermato come un veicolo versatile e adatto a ogni esigenza, dal lavoro al tempo libero.

    L’era elettrica: il futuro del Bulli

    Nel 2021, Volkswagen ha segnato l’inizio di una nuova era con il Multivan ibrido plug-in, seguito nel 2022 dall’ID. Buzz, il primo Bulli completamente elettrico. Con il suo design retro-futurista e la sua piattaforma modulare MEB, l’ID. Buzz rappresenta un ponte tra il passato glorioso del Bulli e un futuro sostenibile.

    Un mito senza tempo

    Oggi, dopo oltre 12,5 milioni di unità prodotte, il Bulli rimane un veicolo cult, amato da collezionisti, famiglie e avventurieri. Nonostante le valutazioni alle stelle per i modelli d’epoca, il fascino del Bulli non conosce confini, dimostrando che alcune icone non invecchiano mai.

    E voi, avete un ricordo speciale legato al Bulli? Condividetelo con noi nei commenti!