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  • Alfa Romeo Stelvio 2026: Addio al Pianale Giorgio, più moderna ma banale.

    Alfa Romeo Stelvio 2026: Addio al Pianale Giorgio, più moderna ma banale.

    Una Rivoluzione (Non Solo Estetica)

    La Alfa Romeo Stelvio è stata, fin dal suo debutto nel 2015, un simbolo di sportività e carattere italiano. Con il suo pianale Giorgio, condiviso con la Giulia, ha conquistato gli alfisti più puristi grazie a un’impostazione dinamica e un’esclusività meccanica che la distingueva dalla concorrenza.

    Ora, però, la nuova generazione 2026 segna una svolta radicale: addio al pianale Giorgio, sostituito dalla piattaforma STLA Large di Stellantis, già utilizzata su modelli come la Dodge Charger e la Jeep Wagoneer S. Una scelta che riduce l’unicità della Stelvio, allineandola a SUV più mainstream del gruppo.

    Design: Sportività e Influenze Junior

    Dai brevetti trapelati, il design della nuova Stelvio mantiene un’impostazione aggressiva, con:

    • Linea di cintura alta e tetto spiovente, per un profilo slanciato nonostante le dimensioni (circa 4,80 metri).
    • Fari sottili e scudetto frontale riveduto, simile a quello della Junior, con prese d’aria triangolari.
    • Coda inedita, con fanali a LED a forma di scudetto, che richiama il frontale.
    • Linea più banale, con un montante C che ricorda alcune concorrenti asiatiche perdendo in riconoscibilità.

    Un’estetica moderna, ma che perde parte del DNA distintivo delle Alfa Romeo più recenti, avvicinandosi allo stile di altri modelli Stellantis.

    Piattaforma STLA Large: Fine di un’Era Esclusiva

    La grande novità (e per molti, la grande delusione) è l’abbandono del pianale Giorgio, celebre per la sua guida brillante e l’architettura posteriore a multilink. Al suo posto, arriva la STLA Large, una piattaforma multi-energia sviluppata per modelli elettrici e ibridi.

    Cosa cambia?

    ✔ Sospensioni più semplici (quadrilatero alto anteriore invece del doppio wishbone, multilink posteriore).
    ✔ Condivisione con altri SUV Stellantis (meno esclusività).
    ✔ Maggiore spazio interno e adattabilità alle batterie per la versione elettrica.

    Una scelta dettata dai costi, ma che rischia di smorzare il carattere sportivo della Stelvio, come già accaduto con la Junior, la piccola del biscione, che è praticamente una Peugeot 2008 ricarrozzata e per giunta prodotta fuori dai confini nazionali, tanto da essere costretta a cambiare nome dall’originale Milano.

    Motori: Elettrica al Top, ma Tornano i Benzina

    La Stelvio 2026 sarà disponibile in diverse motorizzazioni:

    • Full Electric: Probabile una versione ad alte prestazioni con fino a 1.000 CV (erede della Quadrifoglio).
    • Ibrida Plug-in: Per chi non è pronto al full electric.
    • Benzina Turbo 2.0: Forse in versione mild hybrid, mentre i diesel sono esclusi al momento, anche se potrebbero esserci dei ripensamenti in futuro, visto che sulla versione attuale il diesel è molto apprezzato.

    L’incertezza sulle vendite delle elettriche ha spinto Alfa Romeo a mantenere i motori termici, ma senza il V6 BiTurbo della attuale Quadrifoglio, che potrebbe lasciare il posto a un propulsore elettrico ad alte prestazioni.

    Interni: Più Schermi, Meno Atmosfera “Driver-Oriented”?

    Gli interni non sono ancora stati svelati, ma ci si aspetta:

    • Doppio display digitale (come sui modelli Stellantis più recenti).
    • Materiali premium, ma con un design meno “alfista” e più in linea con il gruppo.
    • Bagagliaio spazioso, grazie alla piattaforma modulare.
    • Infotainment più al passo coi tempi, visto che è sempre stato un punto debole di Stelvio e Giulia rispetto alla concorrenza.

    La sfida sarà conservare il feeling sportivo che ha sempre caratterizzato Alfa Romeo, evitando di diventare un clone di altri SUV del gruppo.

    Progresso o Addio all’Esclusività?

    La nuova Alfa Romeo Stelvio 2026 segna un cambio di rotta epocale: più tecnologia, elettrificazione e costi ridotti, ma a scapito dell’unicità meccanica che l’ha resa amata dagli alfisti.

    Come per la Junior, prodotta in Polonia sulla base della Peugeot 2008, con pianale e motori francesi, il rischio è che diventi un altro SUV globalizzato, perdendo quell’anima italiana e quel piacere di guida che da sempre la distingueva.

  • Toyota RAV4 2025: Anteprima della Nuova Generazione di un Best Seller Globale

    Toyota RAV4 2025: Anteprima della Nuova Generazione di un Best Seller Globale

    La Toyota RAV4 è da oltre 30 anni un punto di riferimento nel mondo dei SUV, un modello che ha saputo evolversi mantenendo intatta la sua essenza: versatilità, affidabilità e tecnologia. Lanciata nel 1994, è stata una delle prime SUV compatte a conquistare il mercato globale, diventando oggi un vero e proprio best seller con oltre 1 milione di unità vendute solo nel 2024.

    E il successo mondiale è strabiliante, essendo riuscito, dopo anni, a scalzare il pickup Ford F150 dalla classifica delle auto più vendute negli Stati Uniti e con vendite alle stelle in tutto il mondo, dai paesi arabi al Giappone, dall’ Australia all’Europa.

    Dopo sei generazioni, la RAV4 si prepara a debuttare nella sua nuova versione 2025, che arriverà nei concessionari entro la fine dell’anno. Pur mantenendo la sua identità robusta e pratica, la prossima generazione porterà con sé nuovi dettagli stilistici e tecnologici, confermando la sua posizione di leader nel segmento.

    Design: Più Personalità e Un Tocco Moderno

    Dalle prime immagini trapelate, la nuova Toyota RAV4 2025 avrà un design più marcato e distintivo, con un frontale dominato da fari a “C” (simili a quelli di altri modelli Toyota) e una calandra esagonale abbinata al colore della carrozzeria. Le linee saranno squadrate e muscolose, con fiancate dinamiche grazie a nervature pronunciate e protezioni in plastica nella zona inferiore.

    Come nella generazione attuale, sarà disponibile l’opzione del tetto bicolore, che aggiunge un tocco sportivo al profilo. Le maniglie delle portiere rimarranno tradizionali, a conferma di un approccio pratico e funzionale.

    Meccanica: Ibrida Confermata, Elettrica in Arrivo?

    La sesta generazione della RAV4 continuerà a basarsi sulla piattaforma TNGA-K, già utilizzata dall’attuale modello. Sul fronte motorizzazioni, Toyota conferma le versioni full hybrid e plug-in hybrid:

    • 2.5 Full Hybrid (con trazione anteriore o integrale)
    • Plug-in Hybrid (oltre 300 CV e autonomia elettrica di circa 100 km)

    La grande novità potrebbe essere l’arrivo di una versione completamente elettrica, che condividerebbe la meccanica con la bZ4X. In questo caso, la RAV4 elettrica potrebbe offrire:

    • Batterie da 57,7 o 73,1 kWh
    • Trazione anteriore o integrale bimotore
    • Potenza fino a 343 CV

    Interni: Tecnologia e Spazio Senza Rivoluzioni

    Gli interni della nuova RAV4 2025 non dovrebbero stravolgere l’impostazione attuale, mantenendo uno stile sobrio e razionale, tipico di Toyota. Tra le novità attese:

    • Doppio display da 12,3 pollici (per la strumentazione e l’infotainment)
    • Materiali di qualità e spazio abbondante
    • Bagagliaio generoso, grazie alle dimensioni contenute (circa 4,6 metri di lunghezza)

    Conclusioni: Evoluzione, Non Rivoluzione

    La Toyota RAV4 2025 si conferma un SUV solido, tecnologico e adatto a ogni esigenza, con un’offerta che spazia dall’ibrido alla possibile variante elettrica. Il suo successo globale è destinato a continuare, grazie a un mix vincente di design riconoscibile, efficienza e affidabilità.

  • Le SUV più economiche del 2025: guida all’acquisto senza spendere una fortuna

    Le SUV più economiche del 2025: guida all’acquisto senza spendere una fortuna


    Negli ultimi anni, il mercato automobilistico ha visto un costante aumento dei prezzi, tanto che persino alcune citycar superano i 20.000 €. Se desideri un’auto più spaziosa e moderna, ma senza spendere una fortuna, le SUV e crossover economiche possono essere la soluzione perfetta.

    Ma trovare una SUV nuova a meno di 20.000 euro sembra quasi impossibile, eppure esistono ancora modelli interessanti che uniscono praticità, spazio e design moderno a prezzi contenuti.

    Ecco una selezione delle proposte più vantaggiose attualmente disponibili in Italia, tutte con prezzi che partono da meno di 20.000 €.

    Ovviamente per alcune si tratta del prezzo di partenza, al quale aggiungere eventuali optional e ricordando che spesso il prezzo scontato è vincolato a dei finanziamenti e/o alla rottamazione di un veicolo di nostra proprietà.

    1. Dacia Duster – Da 19.900 €

    Storia e caratteristiche:
    La Dacia Duster, lanciata nel 2010, ha rivoluzionato il mercato delle SUV economiche. Nata dal gruppo Renault, combina robustezza e semplicità meccanica. La terza generazione (2024) mantiene la formula vincente con un design più moderno.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,34 m
    • Bagagliaio: 445 litri (1.622 litri con sedili abbattuti)
    • Motore: 1.0 TCe 100 CV (benzina/GPL)
    • Trasmissione: manuale 6 marce

    Perfetta per: chi cerca un’SUV affidabile e spaziosa con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

    2. Kia Stonic – Da 19.950 €

    Storia e caratteristiche:
    Introdotta nel 2017, la Stonic rappresenta l’ingresso di Kia nel segmento B-SUV. Il restyling 2023 ha migliorato tecnologie e design, mantenendo la giovialità che la caratterizza.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,14 m
    • Bagagliaio: 352 litri (1.155 litri)
    • Motore: 1.2 MPI 84 CV
    • Dotazioni: cruise control, telecamera posteriore

    Perfetta per: giovani e famiglie che vogliono un’SUV compatta ma ben equipaggiata.

    3. Citroën C3 Aircross – Da 19.090 €

    Storia e caratteristiche:
    Presentata nel 2017 come evoluzione della C3 Picasso, unisce comfort tipico Citroën e versatilità. Il restyling 2022 ha accentuato il carattere crossover, differenziandosi dalla C3 berlina che ha caratteristiche più cittadine.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,32 m
    • Bagagliaio: 410 litri (modulabile)
    • Motore: 1.2 PureTech 101 CV
    • Altezza da terra: 195 mm

    Perfetta per: chi cerca comfort e modularità in dimensioni compatte.

    4. DR 5.0 – Da 19.900 €

    Storia e caratteristiche:
    Prodotta dalla DR Automobiles in Molise su base cinese Chery Tiggo 5x, rappresenta una delle poche “auto italiane” in questo segmento.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,50 m
    • Bagagliaio: 420 litri
    • Motore: 1.5 turbo 117 CV
    • Garanzia: 3 anni

    Perfetta per: chi vuole dimensioni generose a prezzo contenuto.

    5. Cirelli 1 – Da 18.800 €

    Storia e caratteristiche:
    Importata e rimarchiata dall’azienda lombarda Cirelli, è basata sulla cinese SWM G03F. Offre 7 posti veri a un prezzo imbattibile, anche se l’aspetto da fuoristrada squadrata non deve trarre in inganno: la trazione è solo anteriore.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,61 m
    • Bagagliaio: 350 litri (che diventano ben 1.600 abbattendo i sedili)
    • Motore: 1.5 benzina 110 CV

    Perfetta per: famiglie numerose con budget limitato.

    6. MG ZS Classic – Da 17.990 €

    Storia e caratteristiche:
    MG, storico marchio britannico, ma di proprietà cinese, mantiene in listino la precedente generazione della ZS, un suv gradevole e ben realizzato che ha saputo farsi conoscere sia per il prezzo che per la sua linea moderna, come “ZS Classic”, garantendo un prezzo aggressivo e mantenendo i 5 anni di garanzia.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,32 m
    • Bagagliaio: 448 litri
    • Motore: 1.5 106 CV

    Perfetta per: chi cerca sicurezza e garanzia a lungo termine.

    7. DFSK Glory 500 – Da 17.988 €

    Storia e caratteristiche:
    Marchio cinese poco conosciuto in Europa, offre un design ispirato alle europee con tecnologie essenziali, ma pecca un pò su infotainment e sicurezza.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,39 m
    • Bagagliaio: 390 litri
    • Motore: 1.5 106 CV
    • Dotazioni: clima automatico

    Perfetta per: chi cerca solo l’essenziale a prezzo minimo.

    8. Evo 4 – Da 17.900 €

    Storia e caratteristiche:
    Altro modello DR Automobiles basato su meccaniche cinesi (JAC Refine S3), con finiture migliorate per il mercato italiano.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,33 m
    • Bagagliaio: 420 litri
    • Motore: 1.6 114 CV
    • Dotazioni: tetto apribile

    Perfetta per: chi apprezza il design crossover sportivo.

    9. Evo 5 – Da 17.900 €

    Sempre in casa Evo, allo stesso prezzo della 4 un modello con differente stile e derivazione (Beijing X3), ma disponibile allo stesso prezzo.

    Differenze con Evo 4:

    • Linee più aggressive
    • Motore 1.5 turbo 126 CV
    • 2 cm più corta
    • Interni sportivi

    Perfetta per: chi vuole un look più dinamico a parità di prezzo.

    10. DR 3.0 – Da 16.400 €

    Storia e caratteristiche:
    Basata sulla Chery Tiggo 3x, è una delle prime importazioni DR Automobiles, con un restyling italiano, risulta più compatta delle sue sorelle con i marchi del costruttore molisano. Di serie tetto apribile e vernice metallizzata.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,17 m
    • Bagagliaio: 380 litri
    • Motore: 1.5 117 CV

    Perfetta per: chi cerca dimensioni compatte.

    11. EMC Quattro – Da 17.700 €

    Storia e caratteristiche:
    Importata sulla base dalla cinese Livan X3 (gruppo Geely), è una delle SUV più compatte sul mercato, anche se pecca sulla sicurezza dato che nella versione base è dotata solo di due airbag.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,01 m
    • Bagagliaio: 400 litri
    • Motore: 1.5 103 CV

    Perfetta per: chi cerca la massima maneggevolezza in città.

    12. Evo 3 – Da 16.400 €

    Storia e caratteristiche:
    La più economica in assoluto, anche lei basata su meccaniche cinesi con adattamenti per il mercato europeo. Ha un display da 9 pollici, ma pecca sugli aiuti alla guida.

    Dati tecnici:

    • Lunghezza: 4,14 m
    • Bagagliaio: 360 litri
    • Motore: 1.5 113 CV

    Perfetta per: chi cerca il prezzo più basso a tutti i costi.

  • Lancia Ypsilon: il primo passo del rinascimento del brand torinese?

    Lancia Ypsilon: il primo passo del rinascimento del brand torinese?

    La nuova Lancia Ypsilon segna l’inizio di una nuova era per lo storico marchio torinese. Dopo anni di assenza dai mercati internazionali, Lancia torna con un modello che fonde tradizione e innovazione, anticipando l’arrivo della gamma Gamma nel 2026 e il ritorno alle competizioni con la versione Rally4 presentata dal leggendario Miki Biasion.

    Design: un tributo alla storia con lo sguardo al futuro

    La Ypsilon abbandona le forme della precedente generazione (in produzione dal 2011 e appena uscita di produzione) per adottare un linguaggio contemporaneo:

    • Linea del tetto discendente che richiama le berline anni ’60
    • Fari circolari modernizzati con tecnologia LED che rimandano alla Stratos
    • Calandra cromata con nuovo logo Lancia
    • Dimensioni aumentate: +24 cm (ora 4,08 m)

    Abbiamo voluto creare un’auto che parli italiano” spiega Jean-Pierre Ploué, responsabile design di Stellantis. “Ogni dettaglio racconta la nostra eredità“.

    Tecnologia e motorizzazioni

    La gamma si presenta con:

    • Versione elettrica da 156 CV (115 kW)
      • Batteria da 48 kWh
      • Autonomia 403 km (WLTP)
      • Ricarica fino a 100 kW in DC (30-80% in 24 minuti)
    • 1.2 Turbo Hybrid da 101 CV
    • Sportiva HF  con 280 CV elettrici

    Prezzi a partire da  24.900 euro per la ibrida, 34.900€ per la base elettrica, fino ai 39.500€ per l’Edizione Limitata Cassina elettrica e i 48.000€ della HF elettrica .

    Interni: la firma italiana del lusso

    L’abitacolo rappresenta il vero punto di forza:

    • Tavolino centrale sostituisce la leva del cambio
    • Display da 10,25″ con sistema S.A.L.A. (8 combinazioni colori)
    • Materiali premium ispirati alla tradizione torinese
    • Sedili in tessuto riciclato che omaggiano il “panno Lancia”

    Abbiamo studiato ogni millimetro” commenta Rossella Guasco, responsabile color&trim. “Persino le bocchette dell’aria sono pezzi unici“.

    Il ritorno alle corse: la Ypsilon Rally4 HF

    Presentata dal due volte campione del mondo Miki Biasion, la versione da rally:

    • Motore 1.2 Turbo da 212 CV (non elettrico)
    • Trazione anteriore con differenziale autobloccante
    • Prezzo 74.500€ per team privati
    • Debutto nel 2025 nel campionato Rally4

    Finalmente rivediamo una Lancia nelle speciali” ha commentato Biasion durante la presentazione. “È l’inizio di un nuovo capitolo“.

    La strategia di rilancio

    La Ypsilon rappresenta solo il primo passo di un piano che prevede:

    1. Espansione internazionale (Germania, Francia, Belgio già nel 2024)
    2. Arrivo della Gamma (2026) – berlina di segmento D
    3. Elettrificazione completa dal 2028
    4. Ritorno in USA entro il 2030

    Carlos Tavares, CEO di Stellantis, è chiaro: “Lancia deve tornare premium. Ypsilon è solo l’inizio“.

    Verdetto: più di un’auto, una dichiarazione d’intenti

    Con la nuova Ypsilon, Lancia:
    ✅ Riporta l’attenzione sul design italiano
    ✅ Introduce tecnologie competitive
    ✅ Preparala strada a modelli più ambiziosi
    ✅ Ritrova un’identità internazionale

    Rimangono sfide:
    ⚠ Rete vendita da potenziare, sopratutto fuori da Italia e Francia, uniche nazioni dove la vecchia versione era in vendita
    ✔ Affidabilità da dimostrare

    Per gli appassionati è comunque un momento storico: dopo anni di declino, la Lancia del futuro è finalmente qui. E promette di essere solo l’antipasto.

    I dubbi però, dati dai prezzi di listino particolarmente elevati, il riscontro del mercato meno favorevole rispetto alla Ypsilon precedente e la eccessiva parentela con Opel Corsa e Peugeot 208, che escono dallo stesso stabilimento spagnolo e che condividono la meccanica lasciano qualche perplessità sul successo del rilancio.

    E un mancato successo potrebbe ammazzare per sempre il marchio, dato che le vendite di Lancia, come quelle di DS , Alfa e Maserati sono esigue rispetto a quelle di altri marchi del gruppo Stellantis, che potrebbe approfittarne per dare una sforbiciata al proprio portafoglio dei brand, mandando in pensione lo storico marchio nato dal genio di Vincenzo Lancia.

  • Fiat 500 Ibrida: la svolta di Mirafiori che unisce elettrico e termico

    Fiat 500 Ibrida: la svolta di Mirafiori che unisce elettrico e termico

    Torino si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia automobilistica. Dall’autunno, Mirafiori inizierà la produzione della Fiat 500 Ibrida, una mossa strategica per:

    • Salvare la produzione nello stabilimento simbolo
    • Rilanciare i volumi con oltre 100.000 unità annue previste
    • Offrire un’alternativa accessibile alla 500e elettrica

    Tecnologia: il meglio di due mondi

    La nuova 500 Ibrida rappresenta un esempio di ingegneria flessibile:

    • Piattaforma STLA City della versione elettrica adattata al termico
    • Motore 1.0 FireFly a 3 cilindri da 71 CV (già collaudato sulla Pandina Hybrid)
    • Sistema ibrido leggero (Batteria 12V e motore elettrico da 20 CV)

    “Abbiamo scelto di innestare il propulsore della Panda sulla piattaforma elettrica per contenere costi e tempi di sviluppo” spiega un manager Fiat sotto condizione di anonimato.

    Prezzi e posizionamento: l’arma per riconquistare il mercato

    La mossa risponde a precise esigenze di mercato:

    • Listino atteso sotto i 20.000€ (vs i 30.000€ della 500e)
    • Autonomia adatta all’uso urbano (40-50 km in modalità elettrica)
    • Manutenzione economica grazie alla meccanica semplice

    Il confronto con la concorrenza:

    ModelloPrezzo basePotenzaAlimentazione
    500 Ibrida~19.990€71 CVIbrida
    500e~29.900€118 CVElettrica
    Toyota Aygo X~18.490€72 CVBenzina

    Le sfide da superare

    Non mancano i punti interrogativi:

    • Peso aumentato (+150 kg circa vs versione termica)
    • Prestazioni modeste (0-100 km/h in ~14 secondi)
    • Spazio limitato dalla batteria aggiuntiva

    Jean-Philippe Imparato, AD di Fiat, rassicura: “Non stiamo cercando di creare una sportiva, ma la city car perfetta per chi cerca efficienza a basso costo”.

    Impatto occupazionale: una boccata d’ossigeno per Mirafiori

    La decisione arriva dopo anni difficili:

    • Riavvio di 2 linee di produzione
    • Assunzione di 500 nuovi operai
    • Fine della cassa integrazione per gran parte del personale

    “Finalmente vediamo luce dopo anni di incertezze” commenta Marco Lombardi, rappresentante sindacale FIOM.

    La strategia Stellantis: elettrico sì, ma con gradualità

    La 500 Ibrida rappresenta un ponte tecnologico:

    • Mantiene viva la piattaforma elettrica (utilizzo solo al 30% della capacità)
    • Soddisfa la domanda di chi non è pronto al full-electric
    • Prepara il mercato alla transizione completa

    I prossimi passi:

    • Lancio previsto novembre 2025
    • Produzione iniziale di 1.200 unità/settimana
    • Espansione ai mercati Sud America e Nord Africa dal 2025

    Con questa mossa, Fiat dimostra di saper coniugare innovazione e tradizione, offrendo una soluzione concreta sia ai consumatori che ai lavoratori di Mirafiori. La sfida ora è convincere il mercato che questa “mezza via” tra elettrico e termico rappresenti davvero il futuro prossimo della mobilità urbana.

    Il problema sarà capire se lavorare su un pianale elettrico che non prevedeva il motore termico all’origine porti a delle prestazioni scarse per via del peso e della limitata potenza del motore termico scelto, ovviamente un passo falso potrebbe essere molto pericoloso non solo per il modello 500 che per il futuro dell’intero stabilimento di Mirafiori.

  • KGM Actyon: il ritorno di un’icona coreana con un nuovo nome e look moderno

    KGM Actyon: il ritorno di un’icona coreana con un nuovo nome e look moderno

    Dopo anni di difficoltà finanziarie che hanno portato alla messa in liquidazione di SsangYong nel 2020, il marchio coreano rinasce sotto nuova gestione. Il KG Group, conglomerato industriale sudcoreano attivo in settori dall’acciaio all’energia, ha completato l’acquisizione nel 2023 ribattezzando la società KGM (KG Mobility).

    Questo cambio di identità segna anche il ritorno di un nome storico: l’Actyon, SUV che tra il 2006 e il 2018 aveva rappresentato l’offerta più sportiva del catalogo SsangYong. La nuova generazione debutta ora in Germania a partire da 35.790 euro, dimostrando l’intenzione di KGM di riconquistare il mercato europeo.

    Design: evoluzione di uno stile distintivo

    Il nuovo Actyon mantiene la filosofia SUV-coupé del predecessore ma con un linguaggio stilistico completamente rinnovato:

    • Linea del tetto discendente che dona un profilo dinamico
    • Frontale massiccio con calandra nera a nido d’ape
    • Barre sul tetto e spoiler integrato per un look sportivo
    • Cerchi in lega da 20 pollici di serie sugli allestimenti superiori

    Con i suoi 4,74 metri di lunghezza, si posiziona tra i midsize SUV, competendo direttamente con:

    • Skoda Kodiaq (4,76 m)
    • Volkswagen Tayron (4,77 m)

    Interni e tecnologia: il salto generazionale

    L’abitacolo rappresenta un netto miglioramento rispetto alle generazioni SsangYong:

    • Doppio display da 12,3 pollici (strumentazione + infotainment)
    • Sistema multimediale con Apple CarPlay/Android Auto
    • Materiali più premium e assemblaggi di qualità superiore

    Lo spazio risulta generoso:

    • Bagagliaio da 668 litri (fino a 1.120 litri abbattendo i sedili)
    • Ampio spazio per passeggeri posteriori

    Meccanica: solo benzina (per ora)

    L’offerta motori al lancio prevede un’unica opzione:

    • 1.5 turbo benzina da 163 CV
    • Trazione anteriore o integrale (+2.200 €)
    • Cambio manuale o automatico a 6 marce

    Nota: Al momento non sono previste versioni ibride o elettriche, ma fonti interne lasciano intendere che arriveranno entro il 2025.

    Allestimenti e prezzi in Germania

    KGM propone tre livelli di equipaggiamento:

    1. Core (da 35.790 €):
      • Sedili in pelle riscaldati (anteriori e posteriori)
      • Ventilazione sedili anteriori
      • Sensori parcheggio posteriori
    2. Bliss (da 39.450 €):
      • Cambio automatico
      • Monitoraggio angolo cieco
      • Accesso keyless
    3. Lux (da 42.250 €):
      • Telecamera 360°
      • Cruise control adattivo
      • Portellone elettrico

    E in Italia?

    Attualmente non ci sono annunci ufficiali per il mercato italiano. Tuttavia, considerando l’interesse di KGM per l’Europa, un debutto nel 2025 appare probabile, soprattutto se le vendite tedesche andranno bene.

    Conclusioni: un ritorno promettente

    Il nuovo Actyon dimostra come KGM stia cercando di:

    • Mantenere l’identità del marchio SsangYong
    • Migliorare drasticamente qualità e tecnologia
    • Posizionarsi come alternativa più economica ai grandi marchi

    Resta da vedere se i clienti europei saranno pronti a dare una chance a questo “nuovo” marchio coreano. Una cosa è certa: la strada per la rinascita è iniziata.

  • Classifica vendite auto in Italia a marzo 2025: chi cresce e chi arretra

    Classifica vendite auto in Italia a marzo 2025: chi cresce e chi arretra

    Il mercato automobilistico italiano a marzo 2025 ha invertito la tendenza negativa dei mesi precedenti, registrando una crescita del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, con 172.223 immatricolazioni. Tuttavia, il primo trimestre chiude in calo dell’1,6%, confermando un mercato ancora in difficoltà rispetto ai livelli pre-pandemici (-17,5% rispetto al 2019).

    Tra le tendenze più significative:

    • SUV in crescita, soprattutto nei segmenti B e C.
    • Auto elettriche (BEV) in aumento (5,4% di quota, +2,1 punti rispetto a marzo 2024).
    • Ibride (HEV e PHEV) dominano, raggiungendo quasi il 50% del mercato.
    • Diesel e benzina in declino, con il gasolio ormai sotto l’11% di quota.

    Vediamo ora le performance per segmento, evidenziando i marchi in ascesa e quelli in difficoltà.


    Segmento A (City car): Fiat Panda regina, ma il segmento perde terreno

    La Fiat Panda domina con 12.587 unità vendute a marzo (+6,8% rispetto al 2024), confermandosi l’auto più venduta in Italia. Tuttavia, il segmento A nel suo complesso cala dell’8,9%, segno che le piccole berline perdono appeal a favore dei crossover.

    Le più vendute del segmento restano la Fiat Panda, la Toyota Aygo X e le coreane Hyundai i10 e Kia Picanto sopra i 1.000 pezzi/mese.

    Chi cresce:

    • Hyundai i10 (+15,1%) e Kia Picanto (+20,5%) guadagnano posizioni.
    • Leapmotor T03 (168 vendite) debutta con numeri interessanti nel segmento elettrico.

    Chi arretra:

    • Fiat 500 (-92,3%) crolla, penalizzata dalla fine della vendita della versione termica.
    • Renault Twingo (-99%) e Abarth 500 (-84,4%) in forte difficoltà, sono praticamente sparite dal mercato.

    Segmento B (Utilitarie e crossover compatti): SUV in crescita, berline in calo

    Il segmento B-SUV avanza (+2,6%), mentre le berline tradizionali perdono il 13,5%.

    La vendite vedono in testa l’immancabile Dacia Sandero, seguita da Citroen C3,Jeep Avenger, Peugeot 208, Toyota Yaris, MG ZS, Toyota Yaris Cross, Opel Corsa, Renault Clio, Renault Captur, Ford Puma, Dacia Duster, Fiat 600 tra le vetture che hanno immatricolato almeno 2.500 pezzi nel mese.

    Chi cresce:

    • Citroën C3 (5.097 vendite) domina il segmento B-SUV grazie alla versione elettrica.
    • Jeep Avenger (+51,8%) fa un exploit di vendite, ma non riesce a dominare il suo segmento
    • MG ZS (+36,7%) e MG 3 confermano il successo del brand cinese.
    • Fiat 600 (2.707 vendite) inizia a scalare posizioni in classifica.

    Chi arretra:

    • Lancia Ypsilon (-77,1%) quasi sparisce dai radar a causa dell’uscita di scena del vecchio modello e dallo scarso appeal del nuovo, decisamente più costoso.
    • Volkswagen T-Roc (-25%) e T-Cross (-15,5%) perdono appeal.

    Segmento C (Medie e SUV compatti): Nissan Qashqai e Kia Sportage in testa

    SUV di segmento C volano (+18,9%), mentre le berline tradizionali (Golf, A3, Serie 1) tengono botta ma a debita distanza dai SUV.

    Dominano le vendite Nissan Qashqai, Kia Sportage, BMW X1, Volkswagen Tiguan tra le auto che vendono almeno 2.000 pezzi /mese

    Chi cresce:

    • Nissan Qashqai (+30,2%) riconquista la leadership.
    • BMW X1 (+26%) e Alfa Romeo Tonale (+12,9%) performano bene.
    • Sale il Volkswagen Tiguan che totalizza quasi 1000 immatricolazioni in più rispetto allo stesso mese del 2024

    Chi arretra:

    • Mercedes GLA (-10%) e Jeep Compass (-16,1%) mostrano segni di stanchezza
    • Hyundai Tucson (+1,4%) cresce meno del previsto.

    Segmento D (Auto grandi e SUV premium): BYD Seal U sorprende

    SUV premium in crescita (+11%), mentre le berline si mantengono in salute solo grazie a Tesla Model 3, con il resto delle berline che faticano a vendere un centinaio di pezzi sul mese .

    Dominano Tesla Model 3 e BYD Seal U, intorno ai 1.500 pezzi/mese seguiti a distanza dai suv Mercedes GLC, Tesla Model Y, BMW X3 unici sopra i 500 pezzi.

    Chi cresce:

    • BYD Seal U (1.460 vendite) diventa leader tra i SUV di grandi dimensioni.
    • Tesla Model 3 (+157%) domina tra le berline elettriche con 1.565 pezzi nonostante le recenti proteste.
    • Mercedes GLC (+34,4%) e Tesla Model Y (-17,6%, ma ancora forte).

    Chi arretra:

    • Alfa Romeo Stelvio (-52,8%) in forte crisi, dimezza rispetto allo stesso periodo del 2024.
    • Toyota Corolla Cross (-34,2%) perde appeal.

    Conclusioni: elettrificazione in crescita, ma il mercato è ancora fragile

    • I SUV dominano, soprattutto nei segmenti B e C.
    • Le elettriche avanzano, ma lentamente (5,4% di quota).
    • Ibride (HEV + PHEV) valgono quasi il 50% del mercato.
    • Diesel sotto l’11%, benzina al 26,7%.

    Marchi da tenere d’occhio:

    • MG e BYD stanno conquistando spazio con modelli elettrici e ibridi competitivi.
    • Jeep e Citroën crescono grazie ai SUV.
    • Fiat resiste con Panda e 600, ma la 500 crolla.

    Il 2025 sarà un anno di transizione, con l’Europa che dovrà decidere come rispondere ai dazi USA e il mercato italiano in attesa di nuovi incentivi per l’elettrico. Intanto, i SUV e le ibride continuano a dettare legge.

    Fonte: UNRAE, dati marzo 2025.

  • Dazi sulle auto importate negli USA: quali conseguenze per il mercato globale e l’Italia?

    Dazi sulle auto importate negli USA: quali conseguenze per il mercato globale e l’Italia?

    Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per introdurre dazi permanenti del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, una mossa che potrebbe avere ripercussioni su centinaia di miliardi di dollari di scambi commerciali.

    Convinto di poter incassare oltre mille miliardi grazie a queste nuove tariffe, il presidente americano deve però valutare attentamente le possibili conseguenze: ritorsioni commerciali, inflazione, interruzioni nelle catene di approvvigionamento e, paradossalmente, un calo delle stesse importazioni che intende tassare.


    Infatti gli USA siano legati economicamente ai loro partner internazionali, prima ancora che politicamente, ma la mossa è una pedina importante delle politiche economiche di Trump che puntano ad abbassare i tassi di interesse, stimolando la produzione e razionalizzando le spese per compensare un debito andato fuori controllo con la precedente amministrazione.

    Messico, Canada e Germania: i principali fornitori di auto per gli USA

    Secondo i dati del Dipartimento del Commercio USA, nel 2024 il Messico è stato il principale esportatore di auto verso gli Stati Uniti, con 78,5 miliardi di dollari di valore e quasi 3 milioni di veicoli spediti. Al secondo posto c’è il Giappone (39,7 miliardi, 1,4 milioni di auto), seguito da Corea del Sud (36,6 miliardi, 1,5 milioni) e Canada (31,2 miliardi, 1 milione).

    Un caso particolare è quello della Germania, che pur esportando solo 446.566 veicoli, ha raggiunto un valore di 24,8 miliardi di dollari, con un prezzo medio per auto di oltre 55.600$ – quasi il doppio rispetto agli altri Paesi. Questo perché la Germania si concentra su modelli di lusso e alta gamma.

    Produzione in Nord America: un vantaggio per molti marchi

    Va notato che molte auto vendute negli USA, anche da case automobilistiche americane, sono prodotte in Messico e Canada, dove i costi di produzione sono più bassi e il trasporto verso gli Stati Uniti è economico. Tuttavia, con la fine delle agevolazioni doganali e l’introduzione di nuovi dazi, questo vantaggio potrebbe ridursi, stimolando i produttori a riportare la produzione negli Stati Uniti, magari riuscendo a rivitalizzare città come Detroit che hanno subito grossi contraccolpi economici dallo spostamento della produzione automobilistica.

    Allo stesso tempo, diversi produttori stranieri – come Honda, Toyota, BMW e Volkswagen – hanno stabilimenti negli USA e spesso esportano auto “Made in USA” in tutto il mondo, dimostrando quanto il mercato automobilistico sia ormai globale e interconnesso.

    L’impatto sull’Italia: componentistica e auto di lusso a rischio

    L’Italia, pur non essendo tra i principali esportatori di auto verso gli USA, risente comunque delle nuove tariffe per due motivi:

    1. La filiera della componentistica – Molte parti delle auto tedesche (BMW, Mercedes, Volkswagen) sono prodotte in Italia, tanto che fino al 30% di un’auto assemblata in Germania può avere componenti italiani. La Germania, infatti, assorbe quasi il 20% della produzione italiana del settore. Con i dazi sulle componenti (in vigore dal 2 aprile), l’industria italiana subirà un doppio colpo: diretto (per le esportazioni) e indiretto (per il calo della domanda tedesca).
    2. Le auto di lusso della Motor Valley – Gli USA sono il primo mercato extra-UE per l’Italia, con 65 miliardi di export nel 2023. Tra i settori più importanti ci sono macchinari industriali (12,8 miliardi) e mezzi di trasporto (7,9 miliardi), che includono anche auto di alta gamma. Modena e Bologna (sedi di Ferrari e Lamborghini) da sole esportano 2,6 miliardi di euro in auto verso gli USA, il 75% del totale del settore.

    Sebbene chi compra una Ferrari o una Lamborghini possa permettersi un rincaro, l’aumento dei costi potrebbe comunque frenare le vendite, danneggiando un comparto che per l’Italia rappresenta eccellenza e prestigio internazionale, magari spingendo l’acquirente a scegliere una sportiva a stelle e strisce come una Corvette a una prestigiosa auto europea.

    Conclusioni: una guerra commerciale con effetti a catena

    La decisione di Trump rischia di innescare una nuova guerra commerciale, con ripercussioni non solo sui Paesi esportatori, ma anche sulle stesse case automobilistiche americane e sulle filiere globali. L’Italia, pur non essendo in prima linea, potrebbe subire danni significativi, sia per la componentistica che per il lusso automobilistico, settori in cui il Made in Italy è leader mondiale.

    Con l’aumento dei dazi e possibili ritorsioni, il mercato automobilistico globale potrebbe trovarsi di fronte a una nuova era di protezionismo, con costi più alti per produttori e consumatori, e l’andamento fiacco in borsa dei titoli automotive, con il valore delle azioni che già scontavano i problemi dell’adozione forzata dell’elettrico si troveranno a fronteggiare anche le mancate vendite della politica dei dazi che potrebbero travolgerle.

    E all’orizzonte la soluzione che si prospetta in Europa è pure più preoccupante, visto che si pensa a un piano di riarmo europeo come strumento per far funzionare le fabbriche automobilistiche, principalmente tedesche, in difficoltà.

  • Addio ai motori a benzina di Alfa Romeo Giulia e Stelvio: fine di un’era

    Addio ai motori a benzina di Alfa Romeo Giulia e Stelvio: fine di un’era

    Il 31 maggio 2025 segnerà una data storica, ma anche malinconica, per gli appassionati di Alfa Romeo. Da quel giorno, le versioni a benzina di Giulia e Stelvio non saranno più ordinabili, lasciando spazio solo al motore 2.2 turbodiesel. Una decisione dettata dalle normative sulle emissioni di CO2, che hanno costretto il marchio del Biscione a dire addio ai propulsori più sportivi e amati, come il 2.0 turbo benzina da 280 CV e il mitico 2.9 V6 da 520 CV della Quadrifoglio. Un colpo al cuore per chi ha sempre visto in Alfa Romeo un simbolo di passione, sportività e tradizione automobilistica.


    Il pianale Giorgio: un sogno incompiuto

    La Giulia e la Stelvio rappresentano qualcosa di più di due semplici modelli: sono il frutto del pianale Giorgio, una piattaforma progettata per riportare Alfa Romeo alle sue radici, con trazione posteriore e un’impostazione meccanica pensata per chi ama la guida sportiva. Presentato nel 2015, il pianale Giorgio è stato osannato dalla critica per le sue doti dinamiche, la leggerezza e l’equilibrio, caratteristiche che hanno fatto sognare gli appassionati. Purtroppo, però, non è riuscito a conquistare il mercato come avrebbe meritato.

    Nonostante la qualità tecnica e le prestazioni, le vendite di Giulia e Stelvio sono rimaste modeste, soprattutto se confrontate con quelle di modelli più pragmatici come la Alfa Romeo Tonale o la Junior, quest’ultima costruita in Polonia su piattaforma e motori di origine Peugeot. Un paradosso per un marchio che ha sempre fatto della sportività e dell’eleganza italiana il suo tratto distintivo.


    La fine delle Quadrifoglio: un addio anticipato

    Le prime a lasciare la scena saranno le versioni Quadrifoglio, le più potenti e iconiche della gamma col famoso V6 di origine Ferrari. La Giulia Quadrifoglio non sarà più ordinabile già dal 31 marzo 2025, seguita dalla Stelvio Quadrifoglio, disponibile fino al 30 aprile. Poi, per tutto maggio, sarà ancora possibile ordinare le versioni a benzina della Giulia e della Stelvio con il 2.0 turbo da 280 CV, negli allestimenti SprintVeloce e Intensa. Dal 1° giugno, però, rimarrà solo il 2.2 turbodiesel, con emissioni di CO2 più contenute (130-144 g/km) rispetto ai propulsori a benzina (175-228 g/km).


    Verso un futuro elettrico: sportività a rischio?

    La decisione di eliminare i motori a benzina è solo l’inizio di un cambiamento più radicale. Giulia e Stelvio si avviano infatti verso la fine del loro ciclo di vita, con nuove generazioni già in programma. La nuova Stelvio verrà svelata a fine anno, seguita dalla nuova Giulia nel 2026. Entrambe saranno basate sulla piattaforma STLA Large di Stellantis, progettata per accogliere motori elettrici e ibridi.

    Peccato, però, che queste nuove versioni saranno inevitabilmente più grandi e pesanti rispetto alle attuali, perdendo parte di quella leggerezza e agilità data dal pianale Giorgio, che hanno reso Giulia e Stelvio così speciali. La sportività, insomma, rischia di essere sacrificata sull’altare dell’elettrificazione e delle normative ambientali.


    Un tocco di malinconia: addio ai motori giusti

    C’è un velo di tristezza nel vedere scomparire i motori a benzina di Giulia e Stelvio, soprattutto perché rappresentano l’essenza di Alfa Romeo: passione, prestazioni e un’emozione unica al volante. I propulsori turbo benzina, con il loro sound avvolgente e la risposta immediata, sono stati un faro per chi cercava un’auto sportiva ma quotidiana. E mentre il mondo si prepara a un futuro elettrico, fatto di batterie pesanti e accelerazioni silenziose, è difficile non provare un po’ di nostalgia per un’era che sta per finire.


    Conclusioni: un capitolo che si chiude

    La scomparsa delle versioni a benzina di Giulia e Stelvio segna la fine di un capitolo importante per Alfa Romeo. Il pianale Giorgio, con la sua trazione posteriore e la sua anima sportiva, rimarrà un punto di riferimento per gli appassionati, anche se non è riuscito a conquistare il mercato come avrebbe meritato. Ora, il futuro del marchio è nelle mani dell’elettrificazione, con nuove sfide e opportunità.

    Ma per chi ha amato le Alfa Romeo “vere”, quelle con il motore a benzina e il cuore sportivo, il 31 maggio 2025 sarà una data da ricordare con un po’ di malinconia. Perché, come diceva un vecchio slogan, “Alfa Romeo, la meccanica delle emozioni”. E quelle emozioni, purtroppo, non torneranno più.

  • Deepal S07: il SUV cinese disegnato a Torino arriva in Europa

    Deepal S07: il SUV cinese disegnato a Torino arriva in Europa

    Il futuro dell’automotive è sempre più globale, e la nuova Deepal S07 ne è la prova. Questo SUV, frutto della collaborazione tra il design italiano e la tecnologia cinese, sta per fare il suo debutto in Europa. Progettato a Torino e costruito in Cina dal costruttore Changan, il Deepal S07 rappresenta un ponte tra due mondi, unendo stile europeo e innovazione asiatica.

    L’arrivo in Europa: un piano ambizioso

    La Deepal S07 inizierà il suo viaggio europeo in Germania, dove sarà disponibile in vendita a partire dalla fine di marzo 2025. Subito dopo, il modello arriverà nel Regno Unito, in Olanda e nei paesi scandinavi entro la fine dello stesso anno. Per Italia e Spagna, invece, bisognerà attendere il 2026, ma il gioco vale sicuramente la candela.

    Con un prezzo di partenza di 45.000 euro, la Deepal S07 si posiziona come un’opzione competitiva nel segmento dei SUV elettrici. La dotazione di serie è ricca e include gli ADAS di livello 2, che garantiscono sicurezza e comfort alla guida. Non a caso, la vettura ha già ottenuto le 5 stelle EuroNCAP, un riconoscimento che ne attesta l’eccellenza in termini di sicurezza.

    Design italiano, tecnologia cinese

    La Deepal S07 è il risultato di un lavoro sinergico tra il centro stile di Torino e gli ingegneri cinesi di Changan. Il design è stato guidato dal Design Director Bertrand Bach e dal responsabile del design esteriore Georgios Koukos, mentre l’interno è stato curato da Jaromir Chech. Il risultato è un SUV dalle linee moderne e sofisticate, con un abitacolo spazioso e tecnologico.

    L’interno della vettura è dominato da un display centrale orientato orizzontalmente, che ospita il sistema di infotainment Harmony OS di Huawei, alimentato dal chip Snapdragon 8155. A completare l’esperienza di guida c’è un head-up display (HUD) da 12,3 pollici, che proietta le informazioni essenziali direttamente sul parabrezza.

    Due versioni: elettrica e ibrida

    La Deepal S07 è disponibile in due versioni: elettrica (EV) e ibrida a ricarica estesa (EREV).

    • Versione EV:
      • Potenza: 218 CV o 258 CV
      • Autonomia (ciclo CLTC): 520 km o 620 km per la variante a lungo raggio
      • Accelerazione 0-100 km/h: 6,7 secondi
      • Coefficiente di resistenza aerodinamica: 0,258 Cd
    • Versione EREV:
      • Motore elettrico: 238 CV
      • Motore termico: 1.5 litri da 95 CV
      • Autonomia elettrica (CLTC): 121 km o 200 km a seconda della batteria
      • Consumo di carburante: 4,95 L/100 km

    Entrambe le versioni sono equipaggiate con batterie CATL, leader mondiale nella produzione di celle agli ioni di litio. La versione EREV utilizza il pacchetto batterie ShenXing da 39,05 kWh, mentre la versione EV supporta la ricarica rapida, con un passaggio dal 30% all’80% in soli 15 minuti.

    Interessante feature introdotta nel modello cinese è il sistema di guida autonoma “Qiankun Smart Driving” ADS SE di Huawei, basato su una soluzione visiva che permette di gestire scenari complessi come autostrade, strade urbane e parcheggi (paralleli, verticali e diagonali).

    Il sistema offre funzionalità avanzate come:

    • Assistenza al cambio di corsia
    • Evitamento ostacoli
    • Assistenza al parcheggio

    In arrivo anche la Deepal S05

    Ma non è tutto. Changan ha annunciato che presto arriverà in Europa un altro modello: la Deepal S05. Questa SUV più compatta, sempre disegnata a Torino e costruita in Cina, sarà rivolta a un pubblico più giovane e dinamico. Con un design sportivo e una tecnologia all’avanguardia, la S05 promette di essere un’alternativa interessante nel segmento dei SUV urbani, con dimensioni ridotte e un prezzo più accessibile, pensato per attrarre un pubblico più ampio.

    L’arrivo della Deepal S07 in Europa segna un momento importante per il mercato automobilistico. Questo modello, frutto della collaborazione tra stile italiano e manifattura cinese, dimostra come la globalizzazione stia ridefinendo l’industria dell’auto. Con un design accattivante, una tecnologia avanzata e un prezzo competitivo, la S07 ha tutte le carte in regola per conquistare il pubblico europeo.