Quello che un tempo era il faro indiscusso della mobilità elettrica oggi mostra crepe preoccupanti. I dati del primo trimestre 2025 parlano chiaro: utili netti a 409 milioni di dollari (-71% su base annua), ricavi automobilistici in calo del 20% (12,9 miliardi) e un bilancio che sarebbe andato in rosso senza i 595 milioni ricavati dalla vendita di crediti emissivi. Numeri che raccontano la crisi più profonda della casa di Austin dai tempi bui del 2018, quando il Model 3 rischiò di affondare l’azienda.

Da pionieri a follower: Tesla perde terreno contro i cinesi
Mentre BYD, Nio , Xiaomi e i vari produttori cinesi sfornano 4-5 nuovi modelli l’anno con tecnologie sempre più avanzate, Tesla non lancia un veicolo completamente nuovo dal 2020 , Cybertruck a parte, che però soffre di problemi di produzione e a causa del suo peso non può essere omologato come autovettura rendendolo invendibile in Europa. La gamma invecchia:
- Model Y (2019) – solo restyling minori
- Model 3 (2017) – aggiornato superficialmente nel 2023
- Model S/X – vendite marginali ormai da anni
“È la sindrome BlackBerry” commentano gli analisti. “Hanno dominato quando il mercato era giovane, ma ora che è maturo servono più prodotti e più innovazione”.
I tre talloni d’Achille di Tesla

1. L’effetto Musk: quando il CEO diventa un problema
Da quando è sceso in politica a sostegno di Donald Trump, organizzando comizi nei suoi stabilimenti, finanziandone la campagna elettrorale per poi dirigire il DOGE, ente governativo per la riduzione dei costi che ha pestato i piedi a molta gente, Musk ha alienato parte della sua base di clienti tradizionalmente progressisti e ambientalisti. Un recente sondaggio mostra che:
- Il 44% dei potenziali acquirenti EV under-35 considera Musk “un deterrente” all’acquisto
- Solo il 27% lo associa ancora a “innovazione verde”, contro il 63% del 2020
Addirittura diversi possessori hanno dovuto rimuovere i loghi dalle auto per evitare atti vandalici, come accaduto nel concessionario di Roma dove sono state mandate a fuoco ben 17 vetture, e questo sicuramente non aiuta le vendite.
2. Prezzi tagliati, margini evaporati
La strategia dei ripetuti tagli di prezzo (Model 3 oggi parte da 38.990€ vs 44.990€ del 2022) ha:
✅ Aumentato le consegne (+13% volumi YoY)
❌ Azzerato i margini (scesi al 5,5% vs 17% del 2022)
3. L’incubo produzione: la fabbrica di Grünheide ferma a singhiozzo
Lo stabilimento tedesco, fiore all’occhiello europeo, ha subito:
- 3 stop produttivi nel Q1 per atti vandalici
- Rallentamenti dovuti all’upgrade per la Model Y “Juniper”

La scommessa Robotaxi: ultima carta per risollevarsi?
Musk punta tutto sul Cybercab, il robotaxi senza volante che dovrebbe debuttare:
- Estate 2025: servizio pilota ad Austin
- 2026: produzione in serie
Ma gli analisti sono scettici:
- “Nessuna città ha ancora approvato leggi per veicoli completamente autonomi” (Reuters)
- Waymo e Cruise hanno già fallito progetti simili
- La FSD (Full Self-Driving) versione 12 rimane Livello 2+, lontana dalla vera autonomia

Conclusioni: fine di un’era?
Tesla sembra aver perso quel fattore cool che l’ha resa dominante. Tra:
- Design immutati da anni
- Qualità costruttive ancora inferiori alle europee
- Concorrenti cinesi più tecnologici e meno cari
La domanda ora è: riesce Musk a ripetere il miracolo del 2018 o Tesla diventerà un altro caso di “innovatore superato”? Il 2025 potrebbe essere l’anno della verità.
Sicuramente il ritorno sulla scrivania di CEO, limitando l’impegno al DOGE aiuterà l’azienda a riprendersi, ma forse dovrà reinventarsi o puntare su prodotti o servizi che offre solo come contorno come i sistemi di accumulo di energia o le stazioni di ricarica.

Cosa ne pensate? Tesla tornerà grande o è destinata al declino? Diccelo nei commenti!
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