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  • Jaecoo 7 Super Hybrid: il SUV cinese che sfida l’Europa con tecnologia e prezzo

    Jaecoo 7 Super Hybrid: il SUV cinese che sfida l’Europa con tecnologia e prezzo

    Il gruppo cinese Chery lancia sul mercato italiano la Jaecoo 7 Super Hybrid, un SUV compatto che promette di rivoluzionare il segmento con una tecnologia ibrida avanzata e un listino aggressivo a partire da 38.900 euro. Questo modello condivide la piattaforma con l’Omoda 5 ma introduce un innovativo sistema di propulsione che lo differenzia dalle tradizionali ibride plug-in.

    Design: eleganza ispirata ai premium europei

    Esternamente la Jaecoo 7 colpisce per uno stile sofisticato che ricorda modelli premium:

    • Calandra a listelli verticali cromati
    • Fari LED sottili con grafica a pixel
    • Profilo dinamico con tetto a contrasto
    • Dimensioni generose: 4,5 m di lunghezza x 1,87 m di larghezza

    Gli unici elementi che tradiscono la natura ibrida sono:

    • Badge “PHEV” sul portellone
    • Secondo sportello per la ricarica
    • Decorazioni specifiche sulle portiere

    Interni: tecnologia e qualità a sorpresa

    L’abitacolo rappresenta uno dei punti di forza:

    • Display centrale da 14,8″ verticale con processore Qualcomm 8155
    • Quadro strumenti digitale ad alta risoluzione
    • Materiali premium con accostamenti originali
    • Sistema telecamere 540° con vista sottoscocca
    • Bagagliaio da 500 a 1.300 litri

    La rivoluzione Super Hybrid: come funziona?

    Il cuore tecnologico è un sistema ibrido complesso che combina:

    • Motore termico 1.5 Miller da 143 CV
    • Motore elettrico principale da 204 CV
    • Secondo motore elettrico per la gestione energetica
    • Batteria da 18,3 kWh

    Prestazioni e consumi:

    • Potenza combinata: 347 CV / 525 Nm
    • 0-100 km/h: 8,5 secondi
    • Autonomia elettrica: fino a 130 km (ciclo urbano)
    • Autonomia totale: ~1.200 km
    • Consumi medi: 4,4 l/100 km (test su strada)

    La particolarità sta nella capacità di viaggiare principalmente in elettrico, con il termico che interviene solo oltre i 110 km/h o in accelerazioni intense. La ricarica veloce a 40 kW consente di passare dal 30 all’80% in circa 20 minuti.

    Dotazioni e prezzi: l’asso nella manica

    La Jaecoo 7 Super Hybrid è disponibile in due versioni:

    Premium (da 38.900€) include:

    • Fari full LED
    • Sedili in ecopelle elettrici
    • Android Auto/Apple CarPlay wireless
    • Telecamera 540°

    Exclusive (da 40.900€) aggiunge:

    • Volante e sedili riscaldati
    • Tetto panoramico
    • Head-up display
    • Audio Sony 8 altoparlanti

    Garanzia e servizi

    Chery offre una copertura estesa:

    • 7 anni/150.000 km per la vettura
    • 8 anni/160.000 km per i componenti elettrici

    Verdetto: una seria concorrente?

    La Jaecoo 7 Super Hybrid rappresenta una interessante alternativa nel segmento dei SUV ibridi, con:
    ✅ Tecnologia ibrida innovativa
    ✅ Qualità costruttiva sorprendente
    ✅ Prezzo aggressivo

    Rimangono da verificare:
    ⚠ Affidabilità a lungo termine
    ✔ Network assistenza in espansione

    Per chi cerca una soluzione ibrida avanzata senza spendere come per un modello premium europeo, la Jaecoo 7 merita senz’altro un’occhiata. La sfida ora sarà convincere gli scettici sul valore dei brand cinesi nel mercato europeo.

    Per chi invece non ha necessità di una motorizzazione ibrida, Jaecoo 7 è disponibile con un motore 1.6 turbo benzina da 147 cavalli , disponibile con trazione anteriore a 33.900 euro e a trazione integrale a 37.900 che ne fanno uno dei suv 4×4 più convenienti del mercato.

  • CFMoto: l’ascesa del produttore cinese nel mondo delle due ruote

    CFMoto: l’ascesa del produttore cinese nel mondo delle due ruote

    CFMoto (Chunfeng Power) è uno dei produttori motociclistici cinesi più dinamici e innovativi, con una presenza sempre più significativa a livello globale. Fondata nel 1989 a Hangzhou, in Cina, l’azienda ha iniziato producendo motori per veicoli leggeri, per poi espandersi nella produzione di motocicli, quad e side-by-side. Oggi, CFMoto è riconosciuta per la sua gamma di modelli moderni, accessibili e tecnologicamente avanzati, oltre che per il suo impegno nel motorsport, con partecipazioni in Moto2 e Moto3.

    Cenni storici: dalle origini alla crescita globale

    CFMoto è nata come azienda specializzata nella produzione di motori per veicoli leggeri, ma già nei primi anni 2000 ha iniziato a diversificare la sua offerta, entrando nel mercato delle motociclette e dei veicoli off-road. Grazie a una combinazione di design accattivante, tecnologia avanzata e prezzi competitivi, CFMoto ha rapidamente conquistato quote di mercato in Asia, Europa e Nord America.

    Uno dei punti di forza dell’azienda è stata la capacità di collaborare con partner internazionali. Nel 2013, CFMoto ha stretto un accordo con KTM, diventando il produttore ufficiale dei modelli KTM per il mercato cinese. Questa partnership ha permesso a CFMoto di accedere a tecnologie avanzate e di migliorare la qualità dei suoi prodotti.

    La gamma attuale: moto, quad e side-by-side

    CFMoto offre una gamma di prodotti che spazia dalle motociclette stradali ai veicoli off-road, con un’attenzione particolare al design e alla tecnologia. Ecco alcuni dei modelli più significativi attualmente in produzione:

    Motociclette stradali

    • CFMoto SR-S: una sportiva compatta e accessibile, ideale per i giovani rider. Disponibile in cilindata di 450 e 675cc.
    • CFMoto NK: una naked bike perfetta per chi cerca un’esperienza di guida dinamica e confortevole. disponibile in configurazione da 125, 300, 450 e 800 cc
    • CFMoto 700CL-X: una moderna neo-retro con motore bicilindrico da 693 cc, che unisce stile vintage e tecnologia avanzata. Disponibile anche in versione da 300cc.
    • CFMoto 800MT: un’avventuriera di fascia alta, con motore bicilindrico da 799 cc, ideale per viaggi lunghi e fuoristrada leggero. La multi terrain ha anche delle sorelle minori con cilindrata di 700 e 450cc.

    Motociclette da turismo

    • CFMoto 650GT: una tourer sportiva basata sulla 650NK, con un design più elegante e una posizione di guida comoda per i viaggi.

    Quad e side-by-side

    • CFMoto ZForce: una gamma di side-by-side progettati per l’off-road, con motori potenti e sospensioni di alta qualità.
    • CFMoto CForce: quad versatili, adatti sia per il lavoro che per il divertimento off-road.

    L’impegno nel motorsport: Moto2 e Moto3

    CFMoto ha dimostrato di credere nello sviluppo tecnologico attraverso la competizione. Nel 2022, l’azienda ha fatto il suo ingresso nel campionato mondiale di motociclismo, entrando in Moto3 . Nel 2023, CFMoto ha ampliato il suo impegno, entrando anche nella classe Moto2 dove attualmente collabora con il team Aspar.

    Queste partecipazioni non solo aumentano la visibilità del marchio a livello globale, ma permettono a CFMoto di testare e sviluppare tecnologie che verranno poi integrate nei modelli di serie.

    Innovazione e sostenibilità

    CFMoto sta investendo anche nella mobilità elettrica, con l’obiettivo di lanciare modelli a zero emissioni nei prossimi anni. L’azienda ha già presentato alcuni prototipi di moto elettriche, dimostrando di voler essere al passo con le tendenze del mercato e le esigenze ambientali.

    Conclusioni: un futuro promettente

    CFMoto rappresenta una delle realtà più interessanti nel panorama motociclistico globale. Con una gamma di prodotti sempre più ampia e tecnologicamente avanzata, un impegno crescente nel motorsport e una visione orientata al futuro, l’azienda cinese è pronta a conquistare nuovi mercati e a competere con i grandi nomi del settore.

    Che si tratti di una sportiva compatta, di un’avventuriera di fascia alta o di un side-by-side per l’off-road, CFMoto offre soluzioni per ogni tipo di rider, mantenendo un rapporto qualità-prezzo molto competitivo. Con il suo spirito innovativo e la sua ambizione, CFMoto è destinata a diventare un protagonista sempre più importante nel mondo delle due ruote.

  • Fiat Multipla: storia di un’icona controversa e il suo possibile ritorno

    Fiat Multipla: storia di un’icona controversa e il suo possibile ritorno

    La Fiat Multipla è stata una delle auto più discusse e innovative degli ultimi decenni. Nata nel 1998, ha ereditato il nome e lo spirito pratico dalla sua antenata, la Fiat 600 Multipla degli anni ’50, ma ne ha rivoluzionato il concetto, diventando un simbolo di creatività e funzionalità. Oggi, dopo anni di assenza, c’è la concreta possibilità di un suo ritorno, anche se non esattamente come molti si aspettavano.

    Le origini: la Fiat 600 Multipla (1956-1967)

    Prima di parlare della Multipla moderna, è doveroso ricordare la sua progenitrice, la Fiat 600 Multipla, presentata nel 1956. Basata sulla Fiat 600, questa versione “allungata” era una monovolume ante litteram, capace di trasportare sei persone in appena 3,53 metri di lunghezza grazie a una disposizione dei sedili innovativa: due posti anteriori, due centrali (con il passeggero accanto al guidatore rivolto all’indietro) e due posteriori.

    Era un’auto rivoluzionaria per l’epoca: economica, compatta e versatile, utilizzata come taxi, veicolo familiare e persino come ambulanza. Il motore posteriore da 633 cc garantiva consumi ridotti, mentre l’abitacolo, seppur spartano, era incredibilmente spazioso. Un vero precursore delle moderne monovolume.

    La Multipla del 1998: un’auto fuori dagli schemi

    Dopo decenni di assenza, il nome Multipla tornò nel 1998 con un’auto che, ancora una volta, sfidava le convenzioni. La nuova Fiat Multipla (1998-2003) era un concentrato di innovazione: con una lunghezza di appena 3,99 metri , solo qualche centimetro più lunga di una coeva Fiat Punto, riusciva a ospitare sei persone su due file di sedili individuali, offrendo un’abitabilità eccezionale e un bagagliaio da 430 litri, espandibile fino a 1.300 litri.

    Un design che ha fatto la storia (e discutere)

    La linea della Multipla, firmata da Roberto Giolito, era volutamente provocatoria: il frontale con il caratteristico “scalino” tra cofano e parabrezza, i fari asimmetrici e la carrozzeria bombata la resero un caso mediatico.

    • Il Museum of Modern Art (MoMA) di New York la inserì nella mostra “Different Roads” come esempio di design innovativo.
    • La rivista TIME, invece, la classificò tra le “50 peggiori auto di tutti i tempi”, dimostrando quanto fosse polarizzante.

    Tecnologia e versatilità senza compromessi

    Oltre al design, la Multipla era un’auto tecnologicamente avanzata:

    • Pavimento piatto per massimizzare lo spazio interno.
    • Sospensioni posteriori indipendenti (derivate dalla Fiat Tipo) per un comfort di guida superiore.
    • Alimentazioni alternative: tra le prime monovolume a offrire versioni a metano (BiPower e BluPower) e GPL (GPower).

    Il restyling del 2004: più convenzionale ma sempre unica

    Nel 2004 arrivò la seconda generazione, con un restyling che ammorbidì il design, eliminando lo “scalino” frontale per uniformarsi al nuovo stile Fiat. Mossa pensata per cercare di ravvivare le vendute per una vettura che non ottenne il successo sperato dalla casa torinese che pensò di renderla con l’aggiornamento di metà carriera una vettura meno fuori dagli schemi. Nonostante le critiche degli appassionati del modello originale, la Multipla restò un’auto pratica e versatile, mantenendo la stessa filosofia progettuale.

    La Multipla è sempre stata una vettura divisiva: o la si amava o la si odiava, tanto che nonostante i numeri di vendita non furono mai entusiasmanti, mantenne quotazioni alte sul mercato dell’usato in quanto non esistevano alternative, a parte la Honda Fr-V , che permettessero di trasportare 6 persone in poco spazio, e chi la aveva difficilmente se ne sbarazzava se non a caro prezzo.

    L’avventura cinese: la Zotye M300

    Dopo la fine della produzione in Italia nel 2010, la Multipla ha avuto una seconda vita in Cina grazie alla casa automobilistica Zotye:

    1. 2008-2010: Zotye assemblò la Multipla II con kit di produzione italiani, ribattezzandola “Multiplan”
    2. Dal 2010: Produzione completamente localizzata con il nome “Langyue”
    3. 2012: Presentazione della Zotye M300 EV, versione elettrica di cui furono prodotti 220 esemplari

    Purtroppo, nonostante l’interessante conversione elettrica, il progetto non ebbe il successo sperato e la produzione terminò definitivamente nel 2013.

    La Multipla tornerà? Sì, ma solo se sarà all’altezza

    Negli ultimi mesi, Olivier François, CEO di Fiat, ha lasciato intendere che il nome Multipla potrebbe tornare, ma solo se legato a un’auto che ne rispetti lo spirito originale.

    No alla Multipla SUV, sì a una vera monovolume

    Inizialmente si era parlato di un possibile crossover di segmento C ispirato alla Multipla, ma ora sembra che questo progetto (provvisoriamente chiamato Pandissima) avrà un altro nome. La nuova Multipla, invece, potrebbe essere una monovolume a sei posti, basata sulla piattaforma Smart Car di Stellantis, come la nuova Grande Panda.

    Quando la vedremo?

    Secondo le indiscrezioni, il debutto potrebbe avvenire tra il 2028 e il 2029, sempre che Fiat decida di procedere con un progetto all’altezza dell’originale. L’obiettivo sarebbe quello di creare un’auto che, come la Multipla degli anni 2000, “ospiti più persone in modi sorprendenti”, mantenendo un rapporto qualità-prezzo competitivo.

    Un’eredità che merita di continuare

    La Fiat Multipla è stata un’auto anticipatrice dei tempi: spaziosa, versatile e con un design che ancora oggi divide. Se il suo ritorno avverrà rispettandone l’essenza, potrebbe essere una gradita sorpresa per chi cerca un’auto pratica, innovativa e con un tocco di personalità.

    E voi? Cosa ne pensate? Vorreste una nuova Multipla? 

  • I Migliori caschi per viaggi lunghi: Tecnologie e caratteristiche per il massimo comfort

    I Migliori caschi per viaggi lunghi: Tecnologie e caratteristiche per il massimo comfort

    Affrontare un viaggio in moto di centinaia di chilometri richiede un casco progettato per il comfort a lungo termine. Mentre i caschi da corsa puntano su aerodinamica e leggerezza, quelli da turismo devono ridurre la fatica, isolare i rumori e garantire massima protezione senza sacrificare la comodità.

    In questo articolo esploreremo:
    ✔ Le tecnologie più avanzate per viaggi lunghi
    ✔ Le tipologie di caschi più adatte
    ✔ Caratteristiche fondamentali da valutare


    1. Le Tecnologie Chiave per il Comfort Prolungato

    A. Sistemi di Ventilazione Avanzati

    • Flussi d’aria dinamici: canali di ingresso/uscita regolabili per evitare surriscaldamento
    • Doppia presa d’aria frontale: riduce l’appannamento della visiera
    • Materiali termoregolanti (es. CoolMax®) per mantenere la testa fresca

    B. Isolamento Acustico

    • Guarnizioni rinforzate in gomma morbida attorno a collo e orecchie
    • Materiali fonoassorbenti come schiume EVA multistrato
    • Design aerodinamico che riduce il rumore del vento oltre i 100 km/h

    C. Peso e Distribuzione

    • Strutture in fibra di carbonio (leggere ma resistenti)
    • Centraggio ottimizzato per evitare stress muscolare
    • Sistemi di bilanciamento che evitano pressioni sulla colonna vertebrale

    2. Tipologie di Caschi Ideali per Lunghe Distanze

    A. Caschi Modulari (Jet Integrali)

    ✅ Vantaggi:

    • Mentiera ribaltabile per pause senza rimuovere il casco
    • Versatilità tra configurazione chiusa e aperta
    • Spazio generoso per occhiali da vista o intercom

    ❌ Svantaggi:

    • Leggermente più pesanti dei full-face
    • Minor aerodinamicità a velocità elevate

    B. Caschi Full-Face Touring

    ✅ Vantaggi:

    • Protezione massima con ampia visiera panoramica
    • Sistema Pinlock integrato contro l’appannamento
    • Cintura a doppio anello per maggiore stabilità

    ❌ Svantaggi:

    • Meno pratici per brevi soste rispetto ai modulari

    C. Caschi Avio (con parasole integrato)

    ✅ Vantaggi:

    • Visiera interna oscurata per luce abbagliante
    • Profilo aerodinamico che riduce la fatica al collo

    ❌ Svantaggi:

    • Peso superiore rispetto ai full-face tradizionali

    3. Caratteristiche Fondamentali da Cercare

    A. Comfort Interno

    • Fodera rimovibile e lavabile in tessuto antibatterico
    • Sistema di regolazione personalizzata (es. ruote micrometriche)
    • Spazio per cuffie Bluetooth senza compressione scomoda

    B. Visiera e Protezione Ottica

    • Categoria ottica 1 (nessuna distorsione della vista)
    • Trattamento antigraffio e idrorepellente
    • Apertura a scatto rapido con una mano

    C. Certificazioni di Sicurezza

    • Omologazione ECE 22.06 (obbligatoria in Europa)
    • Rating SHARP 4/5 stelle per resistenza agli impatti
    • MIPS® (Multi-directional Impact Protection) per ridurre i traumi rotazionali

    4. Conclusione: Cosa Scegliere per un Viaggio Senza Stanchezza?

    Il casco perfetto per lunghe distanze non esiste, ma le tecnologie oggi disponibili permettono di ridurre al minimo la fatica. La scelta dipende da:
    ✔ Preferenze personali (modulare vs full-face)
    ✔ Condizioni climatiche (ventilazione vs isolamento termico)
    ✔ Necessità di comunicazione (spazio per intercom)

    Consiglio finale: Prima dell’acquisto, provalo almeno 30 minuti per testarne il comfort reale.

  • Autobianchi A112: l’utilitaria che ha conquistato il cuore degli italiani

    Autobianchi A112: l’utilitaria che ha conquistato il cuore degli italiani

    L’Autobianchi A112 è molto più di un’auto: è un simbolo di un’epoca, un’icona che ha rivoluzionato il concetto di utilitaria, diventando un punto di riferimento per intere generazioni. Prodotta dal 1969 al 1986, la A112 è stata una delle auto più amate in Italia, capace di unire praticità, stile e prestazioni in un pacchetto compatto e accessibile. Con oltre 1,2 milioni di esemplari venduti, la A112 ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’automobile, diventando un mito senza tempo.


    Il contesto: la risposta italiana alla Mini

    Negli anni ’60, la Mini stava conquistando il mercato europeo con il suo design rivoluzionario e la sua trazione anteriore. In Italia, la Fiat 850, pur essendo un’auto di successo, non riusciva a competere con l’appeal della Mini, soprattutto tra i giovani e le donne. Fu così che Dante Giacosa, geniale ingegnere di Fiat, decise di sviluppare un nuovo modello attraverso la controllata Autobianchi. L’obiettivo era creare un’auto compatta, moderna ed elegante, che potesse competere con la Mini e anticipare le soluzioni tecniche della futura Fiat 127.

    Nacque così il progetto X1/2, che avrebbe dato vita alla A112. Presentata al Salone di Torino del 1969, la A112 ottenne un successo immediato, diventando in poco tempo un’auto cult.


    La A112: un’auto rivoluzionaria

    La A112 si distingueva per il suo design compatto e sportivo, con linee pulite e un’abitabilità sorprendente per le sue dimensioni. La trazione anteriore, il motore Fiat da 903 cm³ (inizialmente con 44 CV) e il cambio a 4 marce la rendevano un’auto agile e divertente da guidare. Nonostante le dimensioni ridotte, la A112 offriva un bagagliaio da 180 litri e un’abitabilità confortevole, grazie anche alla scocca portante che garantiva rigidità e sicurezza.

    Il successo della A112 fu tale che, nei primi anni, la produzione non riusciva a soddisfare la domanda, costringendo i clienti ad attese di oltre un anno. Nel 1970, la A112 si aggiudicò il secondo posto come Auto dell’Anno, superata solo dalla Fiat 128.


    Le versioni: dalla Elegant all’Abarth

    Nel corso della sua carriera, la A112 ha subito numerosi restyling e miglioramenti, dando vita a otto serie diverse. Tra le versioni più celebri spiccano:

    • A112 Elegant: introdotta nel 1971, offriva finiture più curate, come il tetto in colore contrastante e una dotazione più ricca.
    • A112 Abarth: la versione sportiva, nata dalla collaborazione con Carlo Abarth, era equipaggiata con un motore da 982 cm³ e 58 CV, capace di raggiungere i 160 km/h. Con il suo assetto ribassato e il design aggressivo, la A112 Abarth diventò l’auto dei sogni per i giovani sportivi.
    • A112 Elite: la versione di punta, con motore da 965 cm³ e 48 CV, cambio a 5 marce e accensione elettronica, rappresentava il top della gamma in termini di comfort e tecnologia.

    La A112 Abarth: un mito sportivo

    La A112 Abarth è stata una delle auto più iconiche degli anni ’70 e ’80. Con il suo motore potenziato, il design sportivo e le prestazioni brillanti, la Abarth era l’auto ideale per chi cercava emozioni su strada. Tanti campioni dell’epoca hanno accompagnato le loro carriere con questa piccola grande auto. La A112 Abarth non era solo un’auto, ma un simbolo di passione e sportività.


    L’eredità della A112

    La A112 è stata prodotta fino al 1986, quando è stata sostituita dalla Lancia Y10. Nonostante la sua uscita di scena, la A112 ha lasciato un’eredità immensa. È stata l’auto che ha inventato il concetto di utilitaria premium, un’auto piccola ma ricca di stile, tecnologia e personalità. Oggi, la A112 è ancora amatissima dagli appassionati, che la considerano un pezzo di storia dell’automobile italiana.


    Un’auto che ha fatto sognare

    L’Autobianchi A112 è stata un’auto rivoluzionaria, capace di unire praticità, stile e prestazioni in un pacchetto compatto e accessibile. Con modelli come la Elegant e l’Abarth, ha scritto pagine indimenticabili della storia dell’automobile, conquistando il cuore di milioni di italiani. E anche se oggi non è più in produzione, la A112 continua a vivere nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di guidarla, un’auto che ha fatto sognare e che rimarrà per sempre un mito senza tempo.

  • Fiat 500 Ibrida: la svolta di Mirafiori che unisce elettrico e termico

    Fiat 500 Ibrida: la svolta di Mirafiori che unisce elettrico e termico

    Torino si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia automobilistica. Dall’autunno, Mirafiori inizierà la produzione della Fiat 500 Ibrida, una mossa strategica per:

    • Salvare la produzione nello stabilimento simbolo
    • Rilanciare i volumi con oltre 100.000 unità annue previste
    • Offrire un’alternativa accessibile alla 500e elettrica

    Tecnologia: il meglio di due mondi

    La nuova 500 Ibrida rappresenta un esempio di ingegneria flessibile:

    • Piattaforma STLA City della versione elettrica adattata al termico
    • Motore 1.0 FireFly a 3 cilindri da 71 CV (già collaudato sulla Pandina Hybrid)
    • Sistema ibrido leggero (Batteria 12V e motore elettrico da 20 CV)

    “Abbiamo scelto di innestare il propulsore della Panda sulla piattaforma elettrica per contenere costi e tempi di sviluppo” spiega un manager Fiat sotto condizione di anonimato.

    Prezzi e posizionamento: l’arma per riconquistare il mercato

    La mossa risponde a precise esigenze di mercato:

    • Listino atteso sotto i 20.000€ (vs i 30.000€ della 500e)
    • Autonomia adatta all’uso urbano (40-50 km in modalità elettrica)
    • Manutenzione economica grazie alla meccanica semplice

    Il confronto con la concorrenza:

    ModelloPrezzo basePotenzaAlimentazione
    500 Ibrida~19.990€71 CVIbrida
    500e~29.900€118 CVElettrica
    Toyota Aygo X~18.490€72 CVBenzina

    Le sfide da superare

    Non mancano i punti interrogativi:

    • Peso aumentato (+150 kg circa vs versione termica)
    • Prestazioni modeste (0-100 km/h in ~14 secondi)
    • Spazio limitato dalla batteria aggiuntiva

    Jean-Philippe Imparato, AD di Fiat, rassicura: “Non stiamo cercando di creare una sportiva, ma la city car perfetta per chi cerca efficienza a basso costo”.

    Impatto occupazionale: una boccata d’ossigeno per Mirafiori

    La decisione arriva dopo anni difficili:

    • Riavvio di 2 linee di produzione
    • Assunzione di 500 nuovi operai
    • Fine della cassa integrazione per gran parte del personale

    “Finalmente vediamo luce dopo anni di incertezze” commenta Marco Lombardi, rappresentante sindacale FIOM.

    La strategia Stellantis: elettrico sì, ma con gradualità

    La 500 Ibrida rappresenta un ponte tecnologico:

    • Mantiene viva la piattaforma elettrica (utilizzo solo al 30% della capacità)
    • Soddisfa la domanda di chi non è pronto al full-electric
    • Prepara il mercato alla transizione completa

    I prossimi passi:

    • Lancio previsto novembre 2025
    • Produzione iniziale di 1.200 unità/settimana
    • Espansione ai mercati Sud America e Nord Africa dal 2025

    Con questa mossa, Fiat dimostra di saper coniugare innovazione e tradizione, offrendo una soluzione concreta sia ai consumatori che ai lavoratori di Mirafiori. La sfida ora è convincere il mercato che questa “mezza via” tra elettrico e termico rappresenti davvero il futuro prossimo della mobilità urbana.

    Il problema sarà capire se lavorare su un pianale elettrico che non prevedeva il motore termico all’origine porti a delle prestazioni scarse per via del peso e della limitata potenza del motore termico scelto, ovviamente un passo falso potrebbe essere molto pericoloso non solo per il modello 500 che per il futuro dell’intero stabilimento di Mirafiori.

  • La Ferrari F40: il capolavoro crudele che ha scritto la storia

    La Ferrari F40: il capolavoro crudele che ha scritto la storia

    Era il 1987 quando la Ferrari svelò al mondo la F40, un’automobile così estrema da sembrare uscita direttamente dalla pista. Progettata per celebrare i 40 anni della casa di Maranello, questa fu l’ultima vettura approvata personalmente da Enzo Ferrari prima della sua morte.

    Con il suo motore V8 biturbo da 471 CV, carrozzeria in fibra di carbonio e kevlar, e un peso di appena 1.100 kg, la F40 non era semplicemente una macchina: era una dichiarazione di guerra a ogni convenzione.


    1. La genesi: nascita di una leggenda

    Il contesto storico

    • Fine anni ’80: la Ferrari è sotto pressione per rispondere alla Porsche 959 e alla Lamborghini Countach
    • Enzo Ferrari vuole creare un’auto che sia “la più veloce del mondo”
    • Il progetto viene affidato a Nicola Materazzi, padre del motore della Lancia Stratos

    Caratteristiche tecniche rivoluzionarie

    ✔ Motore: 2.9 V8 biturbo (derivato dalla 288 GTO Evoluzione)
    ✔ Peso: 1.100 kg (400 kg in meno di una Countach)
    ✔ Velocità: 324 km/h (prima auto di serie a superare i 200 mph)
    ✔ Aerodinamica: alettone fisso e fondo piatto

    Curiosità: Le prime F40 non avevano nemmeno l’impianto stereo o i finestrini elettrici per risparmiare peso!


    2. Design: funzione sopra ogni cosa

    L’approccio brutale di Pininfarina

    • Linee spigolose dettate esclusivamente dall’efficienza aerodinamica
    • Parabrezza piatto senza curvature per ridurre i costi
    • Porte che si aprono verso l’alto con meccanismo a corda

    Interni spartani

    • Sedili fissi (si regola solo il pedale)
    • Tappetini in moquette come unica concessione al lusso
    • Strumentazione analogica con contagiri che arriva a 10.000 giri

    Iconico: I tripli sfoghi sul cofano posteriori, diventati un segno distintivo Ferrari


    3. Prestazioni: pura adrenalina

    Come si guida una F40?

    • Turbo lag pronunciato: sotto i 3.000 giri sembra spenta, poi esplode
    • Sovrasterzo selvaggio in uscita di curva
    • Frenata senza ABS richiede grande sensibilità

    Dati tecnici che fanno ancora paura

    • 0-100 km/h: 3.8 secondi
    • 0-200 km/h: 11 secondi
    • 1 km da fermo: 20.9 secondi

    Anecdoto: Il pilota F1 Michele Alboreto la definì “pericolosa come una motosega”


    4. L’eredità: perché la F40 è ancora insuperata?

    L’ultima vera Ferrari “analogica”

    • Nessun controllo elettronico
    • Guida puramente meccanica
    • Sensazioni raw che le moderne hypercar hanno perso

    Valore collezionistico

    • Prodotte solo 1.311 esemplari (originariamente previsti 400)
    • Prezzi attuali: €1.5-3 milioni per un esemplare originale
    • Le F40 “non modificate” sono le più ricercate

    5. Curiosità e miti da sfatare

    3 cose che non sai sulla F40

    1. Le prime 50 uscite di fabbrica erano senza catalizzatore (più leggere e potenti)
    2. Esiste una versione Competizione da 700 CV (solo 19 esemplari)
    3. Michael Jordan ne comprò due: una la distrusse in un incidente

    Mito vs realtà

    ❌ “È impossibile da guidare”: Vero solo per principianti
    ❌ “Enzo la odiava”: Falso, era orgogliosissimo del progetto


    Più di un’auto, un simbolo

    La Ferrari F40 rappresenta l’apice della filosofia Ferrari: prestazioni pure, senza compromessi. A oltre 35 anni dal debutto, rimane l’auto più amata dai puristi e un capolavoro che nessuna tecnologia moderna potrà mai replicare.

    Hai mai visto una F40 dal vivo? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

  • La Transfăgărășan: Viaggio sulla Strada Più Bella del Mondo

    La Transfăgărășan: Viaggio sulla Strada Più Bella del Mondo

    Se cerchi un’esperienza di guida indimenticabile, la Transfăgărășan (o DN7C) è una tappa obbligatoria. Resa celebre da Top Gear, che l’ha definita “la strada più bella del mondo”, questa via attraversa i Monti Făgăraș, in Romania, regalando panorami alpini, tornanti vertiginosi e un’atmosfera quasi surreale.

    In questo articolo, ti guideremo attraverso:
    ✔ Dove si trova e come raggiungerla
    ✔ Le tappe imperdibili
    ✔ Curiosità e storia
    ✔ Consigli per percorrerla in auto o moto


    1. Dove Si Trova e Come Raggiungere la Transfăgărășan

    📍 PartenzaBascov (vicino a Pitești)
    📍 ArrivoCartisoara (vicino a Sibiu)
    📏 Lunghezza90 km
    ⛰ Altitudine massima2.042 m (al Lago Bâlea)

    Come arrivare:

    • Da Bucarest: 2h30 fino a Bascov (partenza nord).
    • Da Sibiu: 1h30 fino a Cartisoara (partenza sud).
    • Periodo miglioreLuglio-ottobre (è chiusa in inverno per neve).

    2. Le Tappe Imperdibili

    🔹 La Salita verso il Lago Bâlea

    • Tornanti a spirale che sembrano disegnati da un artista.
    • Vista spettacolare su valli e foreste.
    • Sosta obbligata al Lago Bâlea, un bacino glaciale a 2.000 metri.

    🔹 Il Tunnel di Făgăraș

    • 884 metri scavati nella roccia durante il regime comunista.
    • Illuminazione suggestiva, quasi da film horror.

    🔹 La Discesa verso Sibiu

    • Strettoie e curve a gomito che mettono alla prova i guidatori.
    • Vista sulla Transilvania, con villaggi medievali e castelli.

    3. Storia e Curiosità

    • Costruita negli anni ‘70 per scopi militari (Ceaușescu voleva una via di fuga in caso d’invasione).
    • Lavorata da soldati ed esplosivi, con condizioni durissime (persero la vita almeno 40 operai).
    • Top Gear l’ha resa famosa nel 2009, quando Jeremy Clarkson la definì “il miglior percorso automobilistico del pianeta”.

    4. Consigli per Percorrerla

    🚗 In Auto

    ✔ Auto potenti e ben frenate (la salita è ripida).
    ✔ Pieno di benzina (pochi distributori in zona).
    ✔ Fari accesi nel tunnel (è buio e umido).

    🏍 In Moto

    ✔ Pneumatici in ottime condizioni (le curve sono impegnative).
    ✔ Abbigliamento termico (in cima fa freddo anche d’estate).

    📸 Fotografia

    ✔ Fermati ai belvedere (ce ne sono molti).
    ✔ Il tramonto sul Lago Bâlea è magico.


    5. Alternative e Strade Simili

    Se ti è piaciuta la Transfăgărășan, prova anche:

    • Passo dello Stelvio (Italia) – 48 tornanti iconici.
    • Trollstigen (Norvegia) – Strada a serpentina tra cascate.
    • Grossglockner (Austria) – Panorami alpini mozzafiato.

    Conclusione: Un’Avventura da Vivere Almeno Una Volta

    La Transfăgărășan non è solo una strada, ma un’esperienza epica per chi ama guidare. Che tu sia in auto, moto o semplicemente un viaggiatore, questa strada ti lascerà senza fiato.

    L’hai già percorsa? Raccontaci la tua esperienza nei commenti! 

  • Renault Symbioz: il SUV ibrido che colma il vuoto tra Captur e Austral

    Renault Symbioz: il SUV ibrido che colma il vuoto tra Captur e Austral

    La casa francese introduce un modello strategico nella sua gamma SUV: la Symbioz, un veicolo che si posiziona esattamente tra la compatta Captur e la più grande Austral. Con un prezzo di listino che parte da 36.600 euro per la versione Iconic Full Hybrid, questa C-SUV si presenta come una soluzione interessante per chi cerca spazio e comfort senza rinunciare all’efficienza.

    Design e dimensioni: Captur allungata ma con personalità

    La Symbioz condivide la piattaforma con la Captur, ma ne allunga la carrozzeria di 17 cm (per un totale di 4,41 metri), concentrando l’aggiunta nello spazio del bagagliaio. Le linee risultano però più filanti ed eleganti, con:

    • Profilo da SUV-coupé che migliora l’aerodinamica
    • Frontale rinnovato con la nuova identità grafica Renault
    • Posteriore ridisegnato con luci a LED più sottili

    Interni: spazio intelligente e tecnologia avanzata

    L’abitacolo eredita il design moderno della Captur ma con soluzioni pratiche per le famiglie:

    • Bagagliaio modulabile da 312 a 428 litri (fino a 60 litri in più rispetto alla Captur)
    • Divano posteriore scorrevole di 14 cm
    • Piano di carico regolabile in altezza
    • Doppio display da 12,3 pollici (strumentazione e infotainment)
    • Sistema multimediale con Android Auto e Apple CarPlay
    • 48 tonalità per le luci ambientali personalizzabili

    Meccanica: l’ibrido Full Hybrid E-Tech 145 CV

    L’unica motorizzazione attualmente disponibile è il collaudato sistema ibrido Renault:

    • Motore 1.6 benzina da 94 CV + doppio motore elettrico (49 CV + 25 CV)
    • Batteria da 1,2 kWh
    • Cambio automatico multimode senza frizione
    • Trazione anteriore

    I consumi si attestano su:

    • 18,0 km/l nel ciclo misto rilevato (21,3 km/l omologati)
    • 21,7 km/l in città
    • 13,9 km/l in autostrada

    Prestazioni e comportamento su strada

    La Symbioz brilla più per comfort che per dinamica:

    • 0-100 km/h in 10,3 secondi
    • Velocità massima di 176 km/h
    • Sospensioni morbide per un ottimo assorbimento delle asperità
    • Sterzo leggero ma poco comunicativo
    • Buona insonorizzazione (solo 69 dB a 130 km/h)

    Dotazioni e sicurezza

    La versione Iconic include:

    • Sedili in pelle riscaldati e ventilati anteriori
    • Climatizzatore bizona automatico
    • Sensori di parcheggio posteriori
    • 8 airbag
    • Pacchetto ADAS completo (frenata automatica, mantenimento di corsia, ecc.)

    Concorrenza e posizionamento

    La Symbioz si colloca in un segmento affollato, competendo con:

    • Nissan Qashqai (più efficiente in città)
    • Toyota Corolla Cross (più affidabile ma meno spaziosa)
    • Peugeot 3008 (più premium ma più costosa)

    Il vantaggio principale? Il prezzo più contenuto rispetto all’Austral (circa 7.000 € in meno per una configurazione simile).

    Verdetto: per chi è la Symbioz?

    Questa Renault è ideale per:

    • Famiglie che cercano spazio e versatilità
    • Chi percorre molti km urbani e suburbani
    • Automobilisti che privilegiano comfort e tecnologia rispetto alla dinamica

    Pur non rivoluzionando il segmento, la Symbioz rappresenta una scelta razionale ed equilibrata, soprattutto per chi già apprezza la filosofia Renault ma desidera qualcosa di più grande della Captur senza arrivare all’Austral.

  • Arturo Merzario: il pilota col cappello da cowboy che salvò Niki Lauda

    Arturo Merzario: il pilota col cappello da cowboy che salvò Niki Lauda

    Quando si parla di piloti italiani leggendari, il nome di Arturo Merzario non può mancare. Con il suo inconfondibile cappello da cowboy e uno stile di guida aggressivo, “Art” ha lasciato un segno indelebile nel mondo delle corse, dalla Formula 1 alle vetture sport-prototipi, passando per i rally e le competizioni turismo. Ma la sua storia non è fatta solo di vittorie: Merzario è anche l’uomo che salvò la vita a Niki Lauda durante il tragico incidente al Nürburgring nel 1976.

    Dagli inizi alle corse in turismo

    Nato l’11 marzo 1943 a Civenna (Como), Arturo Merzario – il cui nome all’anagrafe è Arturio per un errore di registrazione – scoprì la passione per i motori grazie alla Alfa Romeo Giulietta Spider del padre. Nel 1962, a soli 19 anni, esordì a Monza nella Coppa Fisa, attirando l’attenzione del Jolly Club, che gli offrì un posto nel team.

    Dopo una stagione con l’Alfa Romeo, passò alla Fiat Abarth 1000, ottenendo ottimi risultati nel Campionato Italiano Turismo e nel Campionato Europeo. Ma fu con le vetture sport-prototipi che Merzario trovò la sua vera vocazione.

    L’era d’oro con Abarth e Ferrari

    Nel 1969, alla guida di una Abarth 2000, vinse il Gran Premio del Mugello, ripetendosi anche l’anno successivo. Questi successi gli aprirono le porte della Ferrari, con cui conquistò alcune delle sue vittorie più prestigiose:

    • Targa Florio 1972 (con Sandro Munari)
    • 1000 km di Spa 1972 (con Brian Redman)
    • Campionato Mondiale Marche 1972 con la Ferrari 312 PB

    Merzario divenne un pilota temuto e rispettato, capace di dominare su circuiti leggendari come il Nürburgring, dove dimostrò non solo talento, ma anche un coraggio fuori dal comune.

    Formula 1: un’avventura tra luci e ombre

    Il debutto in F1 arrivò nel 1972 con la Ferrari, dove ottenne un sesto posto al GP di Gran Bretagna. Tuttavia, la sua carriera in monoposto fu segnata da macchine poco competitive, tra cui la Iso-Williams e la March.

    Nel 1976, mentre correva con una Wolf-Williams, accadde l’episodio che lo rese celebre oltre le piste: durante il GP di Germania, fu tra i primi a soccorrere Niki Lauda dopo il terribile incidente al Nürburgring. Lauda, in segno di gratitudine, gli regalò un orologio Rolex d’oro.

    La Merzario Team: il sogno (e il fallimento) di un costruttore

    Nel 1978, Merzario fondò la sua scuderia, la Merzario Team, con l’obiettivo di competere in F1. Purtroppo, la mancanza di fondi e la crescente competitività del mondiale lo costrinsero a ritirarsi nel 1984, dopo anni di lotta per qualificarsi alle gare.

    Il ritorno alle corse e il mito del cappello da cowboy

    Nonostante le delusioni in F1, Merzario non abbandonò mai le corse. Negli anni ’90 e 2000 tornò a gareggiare nei trofei monomarca (come il Trofeo Maserati Ghibli) e nelle gare GT, continuando a vincere con Porsche e Ferrari.

    Oggi, a 81 anni, è ancora una figura amata dai tifosi, non solo per i suoi successi, ma anche per il suo carisma e quel cappello da cowboy che lo ha reso unico nel paddock.

    Curiosità e riconoscimenti

    • Salvò Niki Lauda dalle fiamme della sua vettura al Nurburgring : uno dei gesti più eroici della storia dell’F1.
    • Presidente onorario della Scuderia del Portello dal 2010.
    • Vincitore di oltre 100 gare in diverse categorie.
    • Un soprannome particolare: “Art” per gli amici, ma il vero nome è Arturio per un errore anagrafico!

    Arturo Merzario è stato un pilota coraggioso, determinato e fuori dagli schemi. Un vero cowboy delle piste, che ha scritto pagine indimenticabili del motorsport italiano.

    E voi, lo ricordate in pista con il suo cappello? Raccontateci la vostra memoria preferita di Merzario nei commenti!