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  • Omoda 9: la SUV ibrida cinese che sorprende (ma non convince del tutto)

    Omoda 9: la SUV ibrida cinese che sorprende (ma non convince del tutto)

    La Omoda 9 è l’ultima proposta del marchio cinese Chery, una SUV ibrida plug-in che punta a competere con i modelli europei e giapponesi grazie a un mix di prestazioni, spazio e tecnologia. Con un prezzo di 51.900 €, offre un’ottima dotazione e un’autonomia elettrica generosa, ma come si comporta su strada? Scopriamolo in questa analisi.


    Design: elegante e sportiva, con qualche compromesso

    La Omoda 9 si presenta con un design moderno e filante:

    • Frontale aggressivo con griglia a rombi e fari a matrice LED.
    • Linee aerodinamiche grazie al tetto spiovente e alle maniglie a scomparsa.
    • Posteriore muscoloso con quattro terminali di scarico (puramente estetici).

    Nell’abitacolo, la qualità degli interni è alta:
    ✔ Materiali premium (pelle Nappa, tessuti morbidi).
    ✔ Sedili riscaldabili e ventilati (con massaggio per il guidatore).
    ✔ Doppio schermo da 12,3 pollici (cruscotto digitale e touchscreen centrale).

    Pecca? L’interfaccia multimediale è poco intuitiva, e gli schermi, pur essendo ben definiti, sembrano piccoli rispetto alla concorrenza.


    Spazio e comfort: tanti centimetri, ma il bagagliaio delude

    Con i suoi 4,78 metri di lunghezza, la Omoda 9 offre ampio spazio per passeggeri:
    ✅ Posti posteriori comodi (pavimento piatto, testa libera nonostante il tetto panoramico).
    ✅ Abitacolo silenzioso, grazie a pneumatici studiati per ridurre il rumore.

    Il bagagliaio, però, è un punto debole:
    ❌ 660 litri dichiarati (misurati in modo poco convenzionale).
    ❌ Poco alto a causa delle batterie, e privo di attacchi per il carico.


    Tecnologia e sicurezza: una dotazione da premium

    La Omoda 9 brilla per equipaggiamento completo:

    • 14 altoparlanti Sony (due integrati nei poggiatesta).
    • Cruise control adattivo con adattamento in curva.
    • Frenata automatica (anche in retromarcia) con rilevamento pedoni.
    • 8 airbag, incluso quello centrale anti-collisione tra passeggeri.

    Prestazioni: 537 CV e trazione integrale, ma la guida è rilassata

    La Omoda 9 monta un sistema ibrido plug-in da 537 CV totali:

    • 1.5 Turbo benzina (143 CV) + 3 motori elettrici (due anteriori, uno posteriore).
    • Batteria da 34,5 kWh → 145 km di autonomia elettrica (oltre 100 km reali).
    • 0-100 km/h in 4,9 secondi, ma non è un’auto sportiva.

    Come si guida?
    ✔ Prestazioni brillanti in modalità Sport, ma meglio non esagerare.
    ✔ Sterzo leggero e poco preciso, sospensioni rigide sulle buche.
    ✔ Freni potenti, ma il peso (2,3 tonnellate) si fa sentire in curva.


    Vantaggi e svantaggi

    ✅ PERCHÉ SÌ

    • Autonomia elettrica elevata (oltre 100 km reali).
    • Dotazione ricchissima (fari Matrix LED, sedili massaggianti, ADAS avanzati).
    • Finiture di alto livello (materiali premium, assemblaggio curato).

    ❌ PERCHÉ NO

    • Bagagliaio poco pratico (basso e poco attrezzato).
    • Comportamento dinamico migliorabile (sterzo impreciso, sospensioni rigide).
    • Sistema multimediale poco intuitivo.

  • Nuovi segnali stradali verdi: cosa indicano e come comportarsi

    Nuovi segnali stradali verdi: cosa indicano e come comportarsi

    Stai guidando all’estero e ti imbatti in un cartello di limite di velocità con il bordo verde? Non è un errore, ma un nuovo tipo di segnale che sta comparendo in Francia, Regno Unito e Spagna. A differenza dei classici cartelli rossi, questi non impongono un obbligo, ma suggeriscono la velocità ideale per quel tratto di strada. Scopriamo cosa significa e come comportarsi.


    Segnali verdi vs rossi: qual è la differenza?

    cartelli di limite di velocità tradizionali hanno un bordo rosso e indicano la velocità massima consentita, superare la quale è vietato e sanzionabile. I nuovi segnali verdi, invece:

    • Non sono vincolanti, ma solo raccomandati.
    • Indicano la velocità ottimale per sicurezza e fluidità del traffico.
    • Non comportano multe se ignorati (a meno di superare il limite ufficiale).

    Dove si trovano?

    Questi cartelli compaiono in zone come:
    ✔ Strade pericolose (curve strette, discese ripide).
    ✔ Aree sensibili (vicino a scuole, centri storici).
    ✔ Tratti con traffico intenso per migliorare lo scorrimento.


    E in Italia? Esiste un segnale simile?

    Sì, ma con un colore diverso: da noi la velocità consigliata è segnalata da un cartello quadrato blu con numero bianco (come in autostrada in tratti tortuosi). Anche in questo caso:

    • Non è obbligatorio rispettarlo.
    • Nessuna sanzione se si va più veloci (entro i limiti di legge).

    Perché introdurre i segnali verdi?

    L’obiettivo è migliorare la sicurezza senza inasprire le regole:
    🔹 Guidatori meno stressati: suggerimenti anziché imposizioni.
    🔹 Traffico più fluido: velocità omogenee evitano rallentamenti.
    🔹 Maggiore attenzione in zone critiche (es. attraversamenti pedonali).


    Cosa fare se si incontra un cartello verde?

    ✅ Riduci la velocità se le condizioni lo richiedono (pioggia, traffico).
    ✅ Non preoccuparti delle multe, ma resta entro i limiti ufficiali.
    ✅ Tienilo a mente in strade sconosciute o pericolose.

  • Abarth torna ai motori termici: addio all’elettrico, torna il sound autentico

    Abarth torna ai motori termici: addio all’elettrico, torna il sound autentico

    Dopo un breve flirt con l’elettrico, Abarth fa marcia indietro e ritorna ai motori termici, abbandonando l’idea di essere un marchio esclusivamente elettrificato. Una notizia che farà felici gli appassionati, soprattutto perché significa il ritorno del ruggito autentico dello Scorpione, senza più bisogno di altoparlanti che ne simulino il sound.

    La conferma ufficiale: Abarth non sarà solo elettrica

    Nei mesi scorsi si parlava di un possibile ripensamento da parte di Stellantis, ma ora la svolta è ufficiale. Il CEO di Fiat, Olivier François, ha dichiarato che il futuro di Abarth non sarà solo elettrico, aprendo le porte a una nuova generazione di modelli termici o ibridi.

    La mossa arriva dopo le deludenti vendite delle Abarth elettriche, come la 500e Scorpissima, che non hanno convinto gli storici fan del brand. Ma quali motori potrebbero tornare sotto il cofano delle prossime Abarth?


    Quale motori per la nuova Abarth 500?

    L’ultima Abarth 595 con motore termico (il 1.4 T-Jet da 165-180 CV) è appena uscita di produzione, ma la sua eredità potrebbe continuare. La 500 elettrica, infatti, potrebbe presto ricevere una versione ibrida, visto che Fiat sta già testando una 500 Hybrid con un 3 cilindri 1.0 da 70 CV.

    Tuttavia, per una vera Abarth, servirebbe più potenza:

    • Opzione 1: Un 1.4 turbo rivisitato, magari in versione mild-hybrid.
    • Opzione 2: Un nuovo 3 cilindri turbo ibrido (simile a quello della Jeep Avenger), potenziato oltre i 150 CV.

    E la Abarth 600? Un ritorno alla tradizione

    Mentre la 500 potrebbe rimanere ibrida, la 600 ha maggiori possibilità di tornare full-combustion. La base c’è già: la Fiat 600 monta un 1.2 turbo 3 cilindri (lo stesso della Jeep Avenger e Alfa Romeo Junior), che nella versione ibrida eroga 145 CV.

    Una Abarth 600 termica potrebbe quindi avere:

    • 1.2 turbo potenziato (fino a 170-180 CV).
    • Trazione anteriore o integrale (come sulla Jeep Avenger 4×4).
    • Sound originale, senza finti rumori digitali.

    I primi indizi: prototipi avvistati a Mirafiori

    Nei pressi dello stabilimento Mirafiori, sono stati avvistati alcuni prototipi di Abarth 600 con un frontale modificato e una presa d’aria più grande, tipica dei motori termici. Questo suggerisce che Stellantis sta già lavorando a una versione a benzina o ibrida.


    Conclusioni: Abarth torna alle origini

    Con questa decisione, Abarth ascolta i suoi fan e riabbraccia la filosofia che l’ha resa celebre: motori esplosivi, sound ruggente e guida adrenalinica. L’elettrico non è stato abbandonato del tutto, ma il futuro dello Scorpione sarà più variegato, con modelli termici e ibridi pronti a riaccendere la passione degli appassionati.

    E tu, cosa ne pensi? Preferisci l’Abarth elettrica o non vedi l’ora che torni il rombo del motore termico?

  • Toyota Aygo X 2024: la citycar giapponese diventa ibrida e sportiva

    Toyota Aygo X 2024: la citycar giapponese diventa ibrida e sportiva

    La Toyota Aygo X si rinnova con un restyling che porta grandi novità, soprattutto sotto il cofano. La citycar più compatta del marchio giapponese abbandona il tradizionale motore a benzina per abbracciare la tecnologia full hybrid, ereditando il propulsore della sorella maggiore Yaris. Ma non è tutto: debutta anche la versione GR Sport, per chi cerca un tocco di dinamicità in più.

    La rivoluzione ibrida: prestazioni ed efficienza

    La grande novità della Toyota Aygo X 2024 è l’adozione del motore 1.5 full hybrid da 116 CV, lo stesso già apprezzato sulla Yaris. Un salto di qualità rispetto al precedente 1.0 a benzina da 72 CV, con un netto miglioramento delle prestazioni e dell’efficienza.

    • Accelerazione più brillante: lo 0-100 km/h viene coperto in meno di 10 secondi.
    • Emissioni ridotte: solo 86 g/km di CO2, contro i 108-113 g/km della versione precedente.

    Le batterie ibride sono state integrate in modo intelligente: posizionate in lunghezza sotto i sedili posteriori, non intaccano lo spazio del bagagliaio, che rimane generoso con i suoi 231 litri.

    Design rinnovato e tecnologia avanzata

    Esteticamente, la nuova Aygo X presenta aggiornamenti mirati:

    • Nuovi fari e griglia frontale per un look più moderno.
    • Linee più raffinate, con il cofano ridisegnato e gli indicatori di direzione integrati negli specchietti retrovisori.

    Nell’abitacolo spiccano:

    • Quadro strumenti digitale da 7 pollici.
    • Comandi rinnovati e un design più pulito per il pannello clima.
    • Freno di stazionamento elettrico di serie su tutti gli allestimenti.

    Non mancano i comfort tecnologici, come le porte USB-C, la ricarica wireless (sulle versioni top) e la chiave digitale.

    Sicurezza sempre al primo posto

    Come tutte le Toyota più recenti, anche la Aygo X monta il Toyota Safety Sense, un pacchetto avanzato che include:

    • Sistema pre-collisione con rilevamento pedoni e ciclisti.
    • Mantenimento della corsia.
    • Riconoscimento dei segnali stradali.
    • Assistenza alla guida proattiva.

    La versione GR Sport: sportività senza compromessi

    Per chi cerca un carattere più grintoso, la nuova Aygo X GR Sport offre:

    • Livrea bicolore Mustard con cofano nero.
    • Griglia frontale con motivo “G-pattern”, tipico dei modelli GR.
    • Cerchi in lega specifici e dettagli interni con logo GR.

    Anche la guida è stata ottimizzata, con:

    • Ammortizzatori e molle ri-tarati per ridurre il rollio.
    • Sterzo più diretto, senza sacrificare il comfort urbano.

    Conclusioni

    Con il restyling 2024, la Toyota Aygo X compie un vero salto di qualità: ibrida, tecnologica e più sportiva, mantiene la sua anima di citycar agile e pratica, ma con prestazioni e consumi migliorati. La versione GR Sport, poi, aggiunge quel tocco in più per chi vuole distinguersi.

    Cosa ne pensi della nuova Aygo X?

  • MBK: Da Motobécane a Yamaha, la Storia di un mito motociclistico Francese

    MBK: Da Motobécane a Yamaha, la Storia di un mito motociclistico Francese

    MBK: L’Evoluzione di un Mito Francese

    Fondata nel 1924 come Motobécane, l’azienda francese ha vissuto una storia ricca di innovazioni, fallimenti e rinascite, fino a diventare una filiale europea di Yamaha specializzata in scooter e motociclette.

    Le Origini: Motobécane e il Successo del Mobylette

    La prima moto prodotta fu la Motobecane 175 MB1, un successo immediato grazie alla sua affidabilità. Negli anni ’50, l’azienda rivoluzionò il mercato con il Mobylette, un ciclomotore economico e versatile che divenne un simbolo della mobilità popolare in Europa.

    Negli anni ’70, Motobécane tentò di competere nel motomondiale con una 125 bicilindrica, ottenendo alcune vittorie, ma la crisi economica portò al fallimento nel 1981.

    La Rinascita con Yamaha: Nasce MBK

    Nel 1984, Yamaha rilevò Motobécane, rifondandola come MBK (MBK Industrie). L’obiettivo era sfruttare il know-how francese per produrre scooter destinati al mercato europeo.

    Gli Anni d’Oro: MBK Booster e il Dominio degli Scooter

    Negli anni ’90, MBK lanciò il suo modello più iconico: l’MBK Booster. Basato sullo Yamaha Aerox, il Booster divenne un cult grazie a:

    • Design aggressivo
    • Motore 50cc e 100cc performante
    • Telaio sportivo

    In Francia e Italia, il Booster superò spesso in vendite il modello Yamaha originale, diventando lo scooter preferito dai giovani.

    MBK vs Yamaha: Cloni di Successo

    MBK continuò a produrre versioni rebadgeate di Yamaha, tra cui:

    • MBK Nitro (Yamaha TZR)
    • MBK Flipper (Yamaha BWS)
    • MBK Evolis (Yamaha X-Max)

    In alcuni casi, i modelli MBK furono più apprezzati degli originali Yamaha, grazie a prezzi più competitivi e design più accattivanti.

    La Fine del Marchio MBK (2018)

    Nel 2012, Yamaha decise di centralizzare la produzione europea nello stabilimento MBK di Saint-Quentin, modernizzandolo con nuove tecnologie.

    Nel 2018, il marchio MBK scomparve definitivamente, e tutti i modelli furono venduti solo come Yamaha. Oggi, lo stabilimento francese produce moto come la XSR 700 e lo X-Max.

    Conclusione: Un’Eredità che Resiste

    MBK ha lasciato un segno indelebile nella storia della motocicletta europea, trasformandosi da icona francese a pilastro della produzione Yamaha. Modelli come il Booster restano nel cuore degli appassionati, simbolo di un’epoca in cui gli scooter francesi dominavano le strade.

    🚀 Curiosità: Sai che alcuni modelli MBK sono oggi ricercati dai collezionisti? Se ne hai uno, potresti avere un pezzo di storia!

  • Panduccia: la rinascita elettrica della mitica Panda 4×4 firmata Garage Italia

    Panduccia: la rinascita elettrica della mitica Panda 4×4 firmata Garage Italia

    Panduccia: quando l’icona italiana diventa elettrica

    In un’epoca di transizione ecologica, anche le auto più amate stanno vivendo una seconda vita green. È il caso della Panduccia, la versione elettrica della mitica Fiat Panda 4×4 degli anni ’80, trasformata in un veicolo a zero emissioni dall’atelier automobilistico Garage Italia Customs, il brand di personalizzazione fondato da Lapo Elkann, rampollo della famiglia Agnelli.

    Garage Italia: l’eccellenza italiana nel restomod

    Nato nel 2015 per volontà di Lapo Elkann, Garage Italia Customs rappresenta l’eccellenza italiana nella personalizzazione di veicoli. Con sede a Milano, l’azienda si è specializzata in:

    • Restomod di auto iconiche
    • Personalizzazioni su misura
    • Progetti di elettrificazione attraverso il programma ICON-e

    Il progetto Panduccia si inserisce proprio in questa filosofia, combinando tradizione e innovazione in un’operazione che ha dell’audace: trasformare una delle auto più amate dagli italiani in un veicolo moderno e sostenibile.


    La genesi del progetto: da Culuccia al mondo

    L’idea della Pandaccia nasce da un’esigenza concreta. Marco Boglione, imprenditore torinese della moda, famoso per marchi come Kway, Superga o Sebago e proprietario dell’Isola di Culuccia in Sardegna, voleva un mezzo per muoversi nella sua tenuta che fosse:

    • Eco-compatibile per muoversi nella tenuta
    • Capace di affrontare i 20km di sterrati dell’isola
    • Discreto nel paesaggio naturale

    La scelta è caduta sulla Panda 4×4 prima serie, trasformata in elettrica grazie alla collaborazione tra:

    • Garage Italia Customs (design e personalizzazione), famoso per la personalizzazione di iconici modelli automobilistici italiani e non
    • Newtron Group (conversione elettrica), azienda siciliana specializzata nella conversione elettrica e retrofit di autovetture.

    Caratteristiche tecniche: cuore elettrico, anima off-road

    Esterno: design iconico, dettagli moderni

    • Livrea “Sabbia di Culuccia” (ispirata ai colori dell’isola)
    • Ruota di scorta posteriore
    • Prese d’aria sul cofano
    • Barre LED sul tetto

    Interni: essenziali ma tecnologici

    • Sedili in struttura tubolare metallica con tessuti ignifughi verdi
    • Cruscotto digitale che richiama lo stile originale
    • Aria condizionata e servosterzo (assenti nell’originale)

    Meccanica: la rivoluzione elettrica

    • 2 motori brushless (uno per asse)
    • Trazione integrale permanente
    • Autonomia: 140 km
    • Velocità massima: limitata a 90 km/h
    • Capacità off-road:
      • Supera guadi da 50 cm
      • Affronta pendenze oltre i 40°

    Quanto costa e come acquistarla

    Garage Italia offre tre versioni della Panda 4×4:

    1. Termica originale: da €35.000
    2. Ibrida: prezzo su richiesta
    3. Elettrica (Panduccia): da €45.000

    Il prezzo riflette l’artigianalità del processo:

    • Ogni esemplare è unico
    • Personalizzabile in ogni dettaglio
    • Conversione elettrica su misura

    Il programma ICON-e: il futuro del restomod green

    La Panduccia non è un caso isolato, ma parte del programma ICON-e di Garage Italia, che include:

    • Elettrificazione di auto storiche
    • Personalizzazioni su misura
    • Progetti speciali per clienti selezionati

    Un’iniziativa che guarda al futuro senza dimenticare le radici, trasformando le icone del passato in veicoli contemporanei.


    Conclusioni: un’operazione nostalgia o il futuro della mobilità?

    La Pandaccia rappresenta:
    ✔️ Un ponte tra passato e futuro
    ✔️ La dimostrazione che l’elettrico può essere emozionante
    ✔️ Un’alternativa artigianale alla produzione di massa

    Cosa ne pensi? Acquistaresti una Panda storica trasformata in elettrica o preferisci l’originale a benzina?

  • Viaggiare in Camper in Italia: 10 Tappe Imperdibili tra Natura, Avventura e Divertimento

    Viaggiare in Camper in Italia: 10 Tappe Imperdibili tra Natura, Avventura e Divertimento

    La Libertà del Viaggio in Camper: Scoprire l’Italia On the Road

    Niente regala una sensazione di libertà come un viaggio in camper. Senza orari rigidi, senza prenotazioni obbligate, con la possibilità di cambiare itinerario all’ultimo momento e di dormire sotto le stelle in luoghi incantevoli. L’Italia, con la sua incredibile varietà di paesaggi, è il paese perfetto per chi ama viaggiare su quattro ruote: dalle Dolomiti alle spiagge della Sicilia, dai laghi del Nord ai borghi medievali della Toscana, ogni regione offre esperienze uniche.

    white van on brown field under white clouds

    Con l’arrivo della bella stagione, il camper diventa il compagno ideale per famiglie, coppie e avventurieri che vogliono esplorare il Bel Paese in totale autonomia. Che tu cerchi divertimento per i bambininatura incontaminatastoria e cultura o semplicemente posti dove rilassarsi, in questa guida troverai 10 tappe imperdibili, complete di consigli sulle migliori aree sosta per ottimizzare il tuo viaggio.

    Pronto a partire? Ecco le migliori destinazioni per un viaggio in camper in Italia!


    1. Parco di Pinocchio – Collodi (Toscana)

    Perché andarci: Un tuffo nella fiaba con installazioni artistiche, labirinti e spettacoli per bambini.
    Dove sostare:
    📍 Area camper gratuita in Via Benvenuto Pasquinelli (carico e scarico inclusi).

    Parco di Pinocchio

    2. Cowboyland – Voghera (Lombardia)

    Perché andarci: Cavalcate, rodei e atmosfera western per tutta la famiglia.
    Dove sostare:
    📍 Agricampeggio Elilu – A Castelnuovo Scrivia (AL), immerso nel verde.

    Cowboyland

    3. Parco dei Dinosauri – Castellana Grotte (Puglia)

    Perché andarci: Dinosauri animati e un viaggio nella preistoria.
    Dove sostare:
    📍 Area camper comunale in Via Turi (a 2 km dal parco).

    Parco dei Dinosauri

    4. Lazise – Lago di Garda (Veneto)

    Perché andarci: Relax sul lago e vicinanza a Gardaland e altri parchi.
    Dove sostare:
    📍 Campeggio comunale in Viale Roma – Vista lago.

    Lazise

    5. Città della Scienza – Napoli (Campania)

    Perché andarci: Museo interattivo con planetario e laboratori per bambini.
    Dove sostare:
    📍 Campeggio Vulcano Solfatara – Vicino alla Costiera.

    Citta della Scienza

    6. Val d’Orcia – Toscana

    Perché andarci: Colline Patrimonio UNESCO e borghi medievali.
    Dove sostare:
    📍 Area sosta camper San Quirico d’Orcia – Panorami mozzafiato.

    Val D'Orcia

    7. Parco dello Stelvio – Trentino-Alto Adige

    Perché andarci: Natura selvaggia e il passo più alto d’Italia.
    Dove sostare:
    📍 Campeggio Sole a Prato allo Stelvio – Piazzole con vista montagna.

    Parco dello Stelvio

    8. Costa dei Trabocchi – Abruzzo

    Perché andarci: Scogliere selvagge e spiagge incontaminate.
    Dove sostare:
    📍 Area camper Fossacesia Marina – A pochi passi dal mare.

    Costa dei Trabocchi

    9. Parco dell’Etna – Sicilia

    Perché andarci: Escursioni sul vulcano attivo più alto d’Europa.
    Dove sostare:
    📍 Campeggio Etna – A Nicolosi, con vista sul cratere.

    Etna

    10. Cinque Terre – Liguria

    Perché andarci: Villaggi colorati e sentieri a picco sul mare.
    Dove sostare:
    📍 Campeggio Acqua Dolce – Navetta per le Cinque Terre inclusa.

    Cinque Terre

    Conclusione

    L’Italia è un paradiso per i camperisti, con destinazioni per tutti i gusti: avventura, relax, cultura e divertimento. Quale di queste mete vuoi esplorare per prima?

  • Fuoristrada per puristi: da Land Rover Defender a Ineos Grenadier (e la rinascita delle Defender storiche)

    Fuoristrada per puristi: da Land Rover Defender a Ineos Grenadier (e la rinascita delle Defender storiche)

    Addio al Vecchio Defender: Fine di un’Era

    Nel 2016, dopo quasi 70 anni di produzione, la Land Rover Defender originale uscì di scena. Un’icona del fuoristrada, amata per la sua meccanica semplice, il telaio a longheroni e l’indistruttibilità. La nuova generazione, lanciata nel 2019, ha mantenuto lo spirito avventuriero ma con un approccio più moderno, perdendo però quel fascino spartano che l’aveva resa leggendaria.

    Fortunatamente, per chi cerca un’auto con l’anima del vecchio Defender, oggi ci sono due strade:

    1. L’Ineos Grenadier, un fuoristrada nuovo ma ispirato alla filosofia Defender.
    2. La Land Rover Classic Works, che ricostruisce Defender d’epoca come nuove (a prezzi da capogiro).

    Ineos Grenadier: L’Erede Moderno del Defender

    La Nascita del Progetto

    L’imprenditore britannico Jim Ratcliffe, fondatore del gruppo chimico Ineos, era un grande appassionato del vecchio Defender. Quando la Land Rover ne interruppe la produzione, decise di crearne una versione moderna, ma fedele all’originale. Così nacque Ineos Automotive e, nel 2022, la Grenadier.

    • Nome: ispirato al pub londinese dove Ratcliffe ebbe l’idea.
    • Produzione: nello stabilimento ex-Smart di Hambach, Francia.
    • Filosofiarobustezza, semplicità e capacità off-road.

    Design e Caratteristiche

    • Linee squadrate e ruota di scorta esterna, come il Defender originale.
    • Interni spartani ma funzionali:
      • Sedili Recaro lavabili.
      • Pavimento con tappi di scolo per l’acqua.
      • Piccolo schermo digitale e infotainment BMW iDrive.
    • Altezza da terra26,4 cm – capacità di guado fino a 80 cm.

    Motorizzazioni

    • Benzina: 3.0 litri BMW 6 cilindri turbo (286 CV).
    • Diesel: 3.0 litri BMW 6 cilindri turbo (249 CV).
    • Cambio automatico ZF a 8 marce e trazione integrale permanente.

    Prezzo: a partire da €65.000 (circa), molto meno di un Defender restaurato.


    Land Rover Classic Works: Far Rinascere un Defender Storico

    Per chi non vuole rinunciare all’originale, Land Rover offre un servizio di restauro certificato per i Defender costruiti tra il 2012 e il 2016.

    Come Funziona?

    1. Si porta (o acquista) una Defender usata presso il Land Rover Classic Works a Solihull (UK).
    2. Viene completamente smontata e ricostruita, con:
      • Nuovo telaio e componenti meccanici.
      • Personalizzazioni estetiche (49 colori disponibili).
      • Capote in tela (per la versione Soft Top V8).

    Meccanica Potenziata

    • Motore 5.0 V8 da 405 CV (lo stesso della Range Rover).
    • Freni Alcon e sospensioni Bilstein/Eibach.
    • Cambio automatico ZF a 8 marce.

    Prezzo? Da urlo!

    • Defender V8 Soft Top Classic€229.000 (circa).
    • Defender Station Wagon (restomod): anche oltre €300.000.

    Conclusione: Cosa Scegliere?

    • Se vuoi un’auto NUOVA con lo spirito del Defender → Ineos Grenadier (prezzo più accessibile, tecnologia moderna).
    • Se vuoi un Defender AUTENTICO, ma come nuovo → Land Rover Classic Works (premium, costosissimo, ma perfetto per i collezionisti).

    E tu, quale preferiresti? 

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    Range Extender: la soluzione per chi ha paura di rimanere a secco con l’elettrico?

    Range Extender: Cos’è e Come Funziona?

    Molti automobilisti sono ancora frenati dall’acquisto di un’auto elettrica a causa della “range anxiety”, la paura di rimanere senza batteria lontano da una colonnina di ricarica. Nonostante le moderne EV offrano 500 km di autonomia e oltre, la rete di ricarica non è ancora perfettamente capillare, soprattutto al di fuori delle grandi città.

    Ecco che entrano in gioco i Range Extender (REx), una tecnologia ibrida particolare che combina un motore elettrico con un piccolo motore termico, il cui compito però non è muovere le ruote, ma generare elettricità per ricaricare la batteria quando questa si sta esaurendo.

    Come funziona un Range Extender?

    • L’auto viaggia sempre in elettrico, con il motore a combustione spento.
    • Quando la batteria scende sotto una certa soglia (es. 20%), si accende il motore termico, che funziona da generatore.
    • Il motore lavora a regime costante e ottimale, riducendo consumi ed emissioni rispetto a un ibrida tradizionale.
    • Non serve collegarsi a una colonnina: basta fare rifornimento di benzina/diesel per “ricaricare” la batteria.

    I Vantaggi dei Range Extender

    two white and red tesla charging station
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    ✅ Meno ansia da autonomia

    • Puoi viaggiare anche senza colonnine, usando il motore termico come backup.
    • Ideale per lunghe distanze o zone con poche infrastrutture di ricarica.

    ✅ Efficienza energetica

    • Il motore termico non deve variare giri, lavorando sempre al regime più efficiente.
    • Riduce sprechi rispetto a un’ibrida tradizionale.

    ✅ Transizione più morbida all’elettrico

    • Chi non è ancora pronto per un’auto full-electric può abituarsi gradualmente.

    Esempi di Auto con Range Extender

    1. Mazda MX-30 R-EV (2023)

    • Motore elettrico + Wankel (rotativo) da 830 cc
    • Autonomia elettrica: 85 km
    • Autonomia totale600+ km grazie al range extender

    2. BMW i3 REx (2013-2018)

    • Una delle prime auto moderne con REx
    • 650 cc bicilindrico che ricarica la batteria

    3. Leapmotor C10 (Cina, 2024)

    • Autonomia combinata: 700+ km
    • Esempio del boom cinese dei REEV (Range Extended Electric Vehicles)

    Perché i Range Extender Stanno Tornando di Moda?

    Negli anni ‘10, auto come Chevrolet Volt e Opel Ampera hanno sperimentato questa tecnologia, ma poi il mercato ha preferito ibride plug-in e full-electric. Oggi, però, i Range Extender stanno vivendo una rinascita, soprattutto in Cina, dove:

    • La rete di ricarica non è ancora matura ovunque.
    • I consumatori vogliono auto elettriche senza ansia da autonomia.

    Anche in Europa e USA c’è un rinnovato interesse, con aziende come ZF che stanno sviluppando nuovi sistemi modulari per auto di diversi segmenti.


    Il Futuro dei Range Extender

    🔋 Verso motori più efficienti

    • Alcuni costruttori stanno testando range extender a idrogeno o motori ultra-compatti.

    🌍 Una tecnologia ponte?

    • Potrebbe essere utile fino a quando la ricarica non sarà ovunque istantanea.
    • Nel lungo periodo, però, batterie più capienti e ricariche ultra-rapide potrebbero renderli meno necessari.

    Conclusioni

    Range Extender sono una soluzione intelligente per chi vuole guidare elettrico senza rinunciare alla sicurezza di un motore termico di backup. Soprattutto in Paesi dove la ricarica è ancora un problema, potrebbero essere l’opzione perfetta per la transizione ecologica.

    Tu cosa ne pensi? Preferisci un’auto full-electric o una con range extender? 

  • Volkswagen e SAIC Maxus: nasce il nuovo pickup per il Sud America

    Volkswagen e SAIC Maxus: nasce il nuovo pickup per il Sud America

    Volkswagen Punta sul Sud America: un Nuovo Pickup in Collaborazione con SAIC Maxus

    Mentre l’Europa affronta le sfide dei dazi commerciali, Volkswagen guarda al Sud America con un ambizioso progetto: un nuovo pickup sviluppato in collaborazione con il gruppo cinese SAIC Maxus e prodotto nello storico stabilimento di Pacheco, in Argentina, a partire dal 2027.

    planta pacheco

    Un Investimento da 580 Milioni di Dollari

    Volkswagen ha annunciato un massiccio investimento di 580 milioni di dollari per modernizzare lo stabilimento argentino di Pacheco, dove già oggi viene prodotta l’attuale Amarok, costruita su una piattaforma condivisa con Ford che fa da base al Ranger, venduto anche in Europa e costruito in Sud Africa.
    L’obiettivo è rilanciare il segmento dei pickup in Sud America, un mercato in cui i veicoli robusti e versatili sono sempre molto richiesti.

    • Fine produzione del Taos: per lasciare spazio al nuovo modello, la produzione del SUV Taos sarà gradualmente interrotta.
    • Piattaforma multi-energetica: il pickup sarà sviluppato su un telaio a longheroni, condiviso al 50% con altri modelli Maxus.
    • Design ancora top secret: un’anteprima arriva dallo schizzo del designer JC Pavone, che suggerisce linee moderne e un’impronta robusta.
    maxus deliver 9

    SAIC Maxus: Chi è il Partner Cinese di Volkswagen?

    SAIC Maxus (originariamente LDV, un marchio britannico acquisito da SAIC nel 2009) è un costruttore cinese specializzato in furgoni, pickup e veicoli commerciali. Noto in Europa per modelli come il Maxus T90EV (pickup elettrico) e il eDeliver 3 (furgone elettrico), o per i furgoni diesel della serie Deliver concorrenti di Ducato e Transit, Maxus sta espandendo la sua presenza globale.

    Questa collaborazione con Volkswagen non interferirà con l’attuale partnership tra VW e Ford per l’Amarok globale (prodotto in Sudafrica), ma punta a creare un pickup specifico per il mercato sudamericano, più accessibile e adatto alle esigenze locali.

    peugeot landtrek

    Ma non è l’unico pickup di origine cinese in sudamerica, basti pensare al Peugeot Landtrek o al suo clone Fiat Titano basati sul Changan Kaicene F70.

    Bisogna anche ricordare che i pickup economici sono molto richiesti tra Brasile e Argentina, e a conferma di questo ricordiamo che lo scettro di vettura piú venduta in Brasile é della Fiat Strada.

    fiat strada

    Cosa Sappiamo del Nuovo Pickup?

    • Motorizzazioni: sarà disponibile con più opzioni, tra cui benzina, diesel e ibrido.
    • Produzione: nello stabilimento di Pacheco, dove sono state costruite oltre 770.000 Amarok.
    • Tecnologia: verranno introdotte nuove soluzioni produttive per migliorare efficienza e sostenibilità.

    Perché Questa Mossa è Importante?

    • Volkswagen vuole rafforzare la sua presenza in Sud America, dove i pickup sono veicoli di lavoro e lifestyle.
    • SAIC Maxus guadagna visibilità e know-how tecnologico.
    • L’Argentina consolida il suo ruolo di hub produttivo per il mercato latinoamericano.
    bozzetto nuovo amarok

    Conclusioni

    Il nuovo pickup Volkswagen-SAIC Maxus segna un cambio di strategia: invece di puntare solo sull’Europa e gli USA, il gruppo tedesco guarda ai mercati emergenti, dove la domanda di veicoli robusti e versatili è in crescita.

    Sarà un degno successore dell’Amarok? Lo scopriremo nel 2027!